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Elezioni per il rinnovo del Consiglio e del Presidente della Regione Toscana.
Una riflessione ed una scelta di voto.

di Paolo Razzuoli

Ormai le elezioni del 31 maggio per l'elezione degli organi di governo di varie regioni, fra cui quello della toscana, unitamente ai consigli e sindaci di molti comuni, si stanno avvicinando. E' quindi naturale che se ne parli, fra amici e conoscenti.
Accanto al disinteresse, sempre piu' diffuso, emerge un'altra cifra: quella del disorientamento. Pensiero non certo sorprendente, posto che sono ormai saltati tutti i punti di riferimento di quadro politico che, se pur fra contraddizioni e limiti, si era cercato faticosamente di costruire da tangentopoli in poi. Caduta di punti di riferimento che ci lascia in eredita' un mucchio di macerie, frutto prevedibile del cattivo patrimonio genetico di forze politiche nate a freddo, quindi prive di qualsiasi vera spinta ideale. Forze non raramente costruite attorno alle ambizioni di un leader che, in barba ai manifesti programmatici, sono state portate un po' da una parte un po' dall'altra, come barche in balia dell'unico vento che interessava, quello dell'ambizione politico-personale del leader-padrone.

Ma anche in politica, prima o poi i nodi vengono al pettine.
Il terremoto che ha stravolto il nostro sistema politico, in entrambi gli schieramenti, e' sotto gli occhi di tutti. Nel centrodestra, la proposta politica su cui e' stata costruita l'ascesa berlusconiana non esiste piu'. Il 2008, in cui Berlusconi vinse le elezioni sul progetto dell'allora costruendo Pdl appare lontano migliaia di anni luce. Sulle sue macerie, e' rimasta la Lega di Salvini, con i suoi orizzonti Lepeniani, ben altra cosa rispetto al progetto del PdL. Una proposta che potra' anche parlare alla pancia degli elettori del centrodestra, ma che mai potra' parlare alla loro testa. La rinata Forza Italia e' nel caos piu' completo e mi pare difficile non rilevare che lo stesso Berlusconi e' ormai solo l'ombra dell'uomo politico che fu. I cespugli di matrice centrodestra, oggi parte della maggioranza di governo, se possono risultare interessanti come bagaglio ideale, e' difficile poterne immaginare un futuro, sia in ragione dei cambiamenti complessivi di scenario, sia per la forte connotazione leaderistica, i cui riferimenti appaiono al momento appannati.
Gli appelli di questi giorni di Berlusconi per la ricostruzione di un "Partito Repubblicano", all'americana, appaiono sinceramente un po' patetici.

Il terremoto non ha certo travolto in forma minore il centrosinistra.
La non vittoria del Pd nel 2013 e la repentina ascesa di Matteo Renzi ai vertici di quel partito e del governo, hanno provocato uno sconvolgimento dagli esiti tuttaltro che prevedibili. Uno scossone che ha prodotto - per ora - lo strappo piu' stridente nei fatti legati all'approvazione della nuova Legge Elettorale, e che potrebbe essere seguito da analoghi e/o forse piu' dirompenti episodi.
Lo stile ed i contenuti politici e di governo di Renzi sono caratterizzati da una profonda cesura rispetto all'azione del centrosinistra classico, sino a far propri - anche se molti si affannano a negarlo - contenuti non marginali dell'altro fronte.
Bastano pochi esempi: il Jobs Act, la decisa presa di posizione contro la parte piu' conservatrice del sindacato ed in particolar modo della Cgil, la disinibizione dai guru dell'intellettualita' di sinistra, la consapevolezza che la riforma del Paese non puo' prescindere dalla rottura di certi tabu' costruiti dalle corporazioni, (che sono duri da sconfiggere come le vicende di questi giorni della scuola stanno a testimoniare), il coraggio mostrato nel saper affrontare, ove necessario, anche posizioni di frange della magistratura peraltro senza cadere in atteggiamenti inopportuni sotto il profilo istituzionale, l'intento di ridisegnare il rapporto fra cittadini e Pubblica Amministrazione.
Stile e contenuti sono ispirati ad una forte discontinuita' col passato. Paradossalmente, la piu' forte ed insidiosa opposizione Renzi l'ha a sinistra, a partire da quella del suo partito. Non e' un caso che Renzi - proprio in questi giorni - ha parlato di due sinistre: una vincente ed una perdente.
Certo siamo solo all'inizio e nessuno puo' dire come andra' a finire. E' comunque importante che qualcosa si stia muovendo e che, finalmente, qualcuno riesca a dare una scossa immettendo nel circuito aria fresca, nuove idee, una apprezzabile dose di determinazione e di coraggio. Renzi sembra determinato ad andare avanti. E' nell'interesse del Paese che gli venga consentito.

Non deve stupire se, in un contesto cosi' "in progress", gli elettori si sentano disorientati.
Le elezioni del 31 maggio sono comunque elezioni per il rinnovo dei governi locali, comunali e/o regionali. Ai nostri lettori, ed in special modo a coloro che condividono l'ambito politico-culturale di questo sito, propongo un percorso di riflessione focalizzato sulla dimensione locale ed in particolare, posto il bacino di interesse prevalente di Fucinaidee, un percorso legato al territorio della provincia di Lucca.
Il rischio e' che la campagna elettorale venga giocata dai soliti big, che si riduca quindi ad una passerella di leader di caratura nazionale sempre pronti a rifilarci i gia' sentiti mantra. A questo penso si debba reagire, focalizzando la riflessione sui temi di autentico interesse locale, e sulle persone meglio equipaggiate per interpretarli.
Porre insomma il focus sui contenuti e sulle capacita' dei candidati, non lasciandosi imbavagliare nella logica di schieramenti che - come ho cercato di dire - sono ormai in piena crisi.
Ovviamente non si puo' negare che parlare di territorio metta in gioco decisioni di livello nazionale. Nel parlare di lavoro, di tasse, di sicurezza, di sanita', si evocano inevitabilmente decisioni di livello nazionale, ma che chiamano in causa, con forse maggior pregnanza, la qualita' della governance del territorio.

Cio' e' ancor piu' vero ove si pensi che con queste elezioni siamo alla vigilia di un evento epocale per gli enti locali territoriali. Piaccia o meno, all'indomani del voto del 31 maggio molte delle competenze finora proprie della "vecchia provincia" passeranno alla Regione e a Firenze. E non si tratta di una questione aperta e da dibattere, ma di una legge regionale da attuare.
Ai candidati al Consiglio Regionale compete una grandissima responsabilita': quella di saper gestire una situazione nuova, nella quale gli interessi della circoscrizione elettorale siano tutelati, non in una banale logica campanilistica, ma nella ricerca di un modello di sviluppo regionale che esalti ogni specificita' del territorio, valorizzandone ogni potenziale possibilita' di crescita e di sviluppo.

Non si possono negare varie preoccupazioni. Con l'istituzione della citta' Metropolitana di Firenze, il rischio, non peregrino, e' che la Toscana assuma la connotazione di un grosso centro di riferimento circondato da una costellazione di frazioni periferiche.
Una prospettiva che va combattuta, anzitutto mandando in Consiglio Regionale rappresentanti della nostra terra che abbiano idee, esperienza, capacita' di ascolto del territorio.
Il ruolo di consigliere e/o assessore regionale e' complesso; e' inutile volerselo nascondere: qui occorrono competenza ed esperienza.

Alle elezioni del 31 maggio si presenta Stefano Baccelli, per 10 anni apprezzato Presidente della Provincia di Lucca.
Naturalmente si presenta per il suo partito, il Pd, ma la mia scelta in suo favore parte non da una adesione partitica, bensi' dalla consapevolezza che il suo profilo corrisponda a cio' che serve per garantire, nell'attuale contesto regionale, gli interessi legittimi e le aspirazioni della nostra provincia.
Nessun cambio di casacca e nessuna scelta di schieramento quindi.

E' una scelta che scaturisce da una valutazione positiva dell'azione di Stefano Baccelli, soprattutto nel secondo quinquennio del suo mandato. Una valutazione che mi porta a ritenere che egli, piu' di ogni altro, possa risultare di grande utilita' per rappresentare nel governo regionale le istanze del territorio dell'intera provincia di Lucca.
La conoscenza del territorio e dei suoi problemi, maturata tramite l'esperienza di guida della Provincia, offrono le migliori garanzie circa la sua capacita' di saperne interpretare i bisogni reali, proiettati nelle nuove realta' (vedi area vasta), che saranno sempre piu' i nuovi orizzonti della programmazione di servizi essenziali per ciascuno di noi.

Sono convinto che il territorio della provincia di Lucca possieda moltissime risorse che, se adeguatamente valorizzate, potranno trasformarsi in un potente motore di sviluppo economico. Ma cio' potra' avvenire solo a condizione che gli enti locali e gli altri attori delle scelte, compiano un deciso balzo in avanti nella capacita' di visione e di programmazione, abbandonando le logiche dell'immediato ritorno elettorale quale "faro" delle politiche messe in campo.
E' una strada impervia, ma e' l'unica capace di portare il nostro territorio - con il suo patrimonio di imprenditorialita', di storia, di ambiente e di cultura - all'attenzione del mondo globalizzato.

Il problema dello sviluppo, quindi del lavoro, e' la "madre di tutte le scelte politiche". Una priorita' che chiama in campo la governance complessiva del territorio, locale e regionale, in una logica in cui i territori sicuramente tenderanno a "sgomitare", come e' poi sempre accaduto.
Prescindendo da qualsiasi forma di campanilismo, il rischio della marginalizzazione rispetto al polo fiorentino e' tuttaltro che peregrino. E' quindi importante che la provincia di Lucca esprima in Regione un personale politico all'altezza del compito, tanto per esperienza quanto per spessore politico.

Come ho cercato di dimostrare, il voto per le prossime Regionali e' importante e dobbiamo sforzarci per convincere elettrici ed elettori a recarsi alle urne.
La Regione ha competenze, di legislazione propria e/o concorrente, su moltissime materie che interessano tutti. Non solo le piu' note, quali la sanita', gli indirizzi generali di pianificazione del territorio o le infrastrutture, ma alle scelte regionali sono riconducibili molte altre importanti leve dello sviluppo territoriale.
Il governo regionale interessa tutti. Per quanto possibile, cerchiamo di limitare i danni dell'indifferenza.

Ed ora due parole sul voto al candidato presidente.
La valutazione dell'esperienza di Enrico Rossi nel primo mandato di presidenza, nonche' considerazioni riconducibili al suo profilo politico, possono portare a scelte divergenti rispetto a quelle del collegamento al candidato consigliere, sin qui motivate su presupposti legati al territorio ed a peculiarita' della persona.
Inoltre Lucca non puo' certo dimenticare la vicenda dell'ospedale. Chi segue questo sito sa cosa ne penso.
E' una vicenda che, a mio avviso, non fa onore - in modo assolutamente bipartisan - alla classe politica lucchese. E' pero' anche una storia che ha visto enrico Rossi, che prima di essere presidente regionale era assessore alla sanita', protagonista di prim'ordine.

Fortunatamente una via d'uscita c'e. ci viene offerta dall'articolo 14 della Legge Elettorale della Regione Toscana, che consente di dare il voto disgiunto. Si potra' quindi votare un presidente diverso rispetto a quello a cui e' collegato il candidato prescelto.

Infine, ma non certo ultime di importanza, le novita' della nuova normativa elettorale. Vediamo le piu' importanti per gli elettori:
- si possono dare sino a due preferenze a candidati per il Consiglio Regionale, purche' a candidati di genere diverso;
- le preferenze si esprimono tracciando un segno sul quadratino posto a fianco del nome del candidato prescelto che e' gia' stampato sulla scheda elettorale;
- si puo' dare il voto a candidati di una lista per il Consiglio Regionale, e ad un candidato Presidente collegato ad altra lista (voto disgiunto);
- se nessun candidato Presidente prende piu' del 40% dei voti validi al primo turno, si procedera' ad un turno di ballottaggio.

Per approfondimenti sulla nuova legge elettorale cliccare sui link sottostanti:
Elezioni del 31 maggio 2015 per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Regione Toscana. - Domande e risposte
Legge per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Regione Toscana. Scheda riassuntiva

In conclusione, per votare Stefano Baccelli sara' sufficiente apporre un segno sul quadratino che troveremo sulla scheda a fianco del suo nome.
Se poi vorremo votare un candidato presidente diverso da Enrico Rossi, dovremo tracciare un segno accanto al nome del candidato da noi prescelto.

Lucca, 16 maggio 2015

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