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La guerra va fatta alle tasse, non agli italiani

di Andrea Ruggieri

Nicola Fratoianni chiede una tassa sui patrimoni delle persone fisiche se superiori ai 500.000 euro. Al contrario di altri Paesi, in Italia prevale ancora la tendenza a punire chiunque si sia azzardato a mietere mezzo successo economico

Confesso di non capire.
Chiariamo. Gli ordini del giorno sono sostanzialmente carta straccia: dei pensierini che contengono un impegno generico. E quello di ieri, quando alla Camera il Governo accoglie l’ordine del giorno di Nicola Fratoianni che chiede una tassa sui “patrimoni delle persone fisiche solo se superiori ai cinquecentomila euro, considerando il complesso, in Italia e all’estero, delle proprietà immobiliari, degli investimenti finanziari, delle giacenze bancarie e dei beni mobili di lusso”, è sostanzialmente un incidente.

Che però rivela alcuni dettagli insopportabili. Il primo, che sulle tasse persino il centrodestra soffre delle distrazioni e rimanda la jihad fiscale che tutti invochiamo. Il secondo, che la sinistra continua, con la caparbietà anacronistica di un mulo, a considerare ricco, e dunque da punire (corollario incredibile) chi abbia un patrimonio superiore a mezzo milione di euro. Tradotto: chiunque abbia una casa in una città, chiunque abbia una seconda casa già peraltro tassata, chiunque abbia messo da parte risparmi per accumulare i quali ha già passato ogni anno, per anni, la ghigliottina del fisco sui redditi, che in Italia è pesante come un macigno.

Ecco, io non capirò mai questa considerazione insopprimibile della sinistra, di considerare gli italiani dei sudditi indisciplinati da educare, e spremere come fossero bancomat, per dare allo Stato sempre più denaro da buttare (in parte), quando è dagli anni 70 che più prende più spende, anziché considerare gli italiani come cittadini rispettabili, le cui fatiche, risparmi compresi, non si possano aggredire come fossimo in Cina, o in uno stato comunque dirigista.
Ho difficoltà a comprenderla antropologicamente, questa concezione del popolo italiano e questa diffidenza verso chiunque provi e riesca a mettere da parte due spicci. Che quand’anche fossero quattro vanno rispettati, non demonizzati.

In America i cittadini investono nei fondi pensione. E i fondi pensione non sono tassati. Segno di rispetto. Qui, ovunque ci sia qualcosa di aggredibile, a cominciare dalla casa (destinazione di investimento italiana analoga a quella americana) bisogna punire chiunque si sia azzardato a mietere mezzo successo economico, anche se accumulato per la propria famiglia, magari da mettere a riparo dell’assenza di crescita economica e dell’ascensore sociale di una società poco dinamica, e dopo che per accumularlo si è pagato una valanga di tasse ogni anno su quanto si guadagna. Ma davvero a sinistra si pensa che abbia un mercato, oltre che una dignità, l’idea che si debba soffocare chi lavora, guadagna e risparmia, per garantire chi non vuole (attenzione, non chi non può) fare nulla di tutto ciò?

Siccome l’ordine del giorno in questione è stato accolto, ma non votato, con l’impegno di “valutare la possibilità di”, Palazzo Chigi dice di aver valutato di non dargli seguito. Dopodiché, suggerisco io, “valuti la possibilità di fare la guerra alle tasse”. Gli italiani ringrazieranno. E loro avranno mantenuto i patti.

(da Il Riformista - 4 agosto 2023)

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