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Ti conosco mascherina: sul Covid finalmente la commissione che rende Conte nervoso

di Aldo Torchiaro

Per Giuseppi la commissione è “una farsa, uno schiaffo agli italiani”

Cosa è davvero successo durante l’emergenza Covid? Gli acquisti fatti per somma urgenza, i fornitori cinesi, i soccorritori russi erano davvero necessari? E quegli strappi al protocollo, tutte quelle iniziative estemporanee erano motivate? Non si sarebbe potuto – e forse dovuto – agire diversamente? Interrogativi che è ragionevole porsi e che sono alla base della richiesta di istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sull’emergenza Covid.

Ieri (6 luglio ) dopo lunghi mesi di esame in commissione, l’Aula della Camera ha dato il primo via libera alla bicamerale di inchiesta. Il testo passa ora all’esame del Senato per l’ok definitivo. L’esito del voto è stato preceduto da diversi momenti di tensione tra maggioranza e opposizione, con un duro scontro finale quando sono intervenuti l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Che ne fanno quasi una questione personale. E con il leader del 5 Stelle che grida all’inquisizione, allarmato oltremisura.

Ad eccezione di Italia Viva, che ne ha sostenuto per prima la necessità e dunque ieri ha votato a favore, il resto delle forze di opposizione non hanno partecipato al voto (i 5 stelle hanno abbandonato l’Aula ). Per loro, che chiedono di indagare su tutto e tutti, Conte deve rimanere intoccabile e la gestione Covid un tabù. Per Conte la commissione è “una farsa, uno schiaffo agli italiani”. Per l’ex Ministro della Salute, Roberto Speranza la bicamerale voluta dalla maggioranza è “indegna per un grande Paese come l’Italia. Voi ha detto rivolto al centrodestra- volete un tribunale politico”. E il soccorso rosso si estende agli alleati: “Il comportamento tenuto sulla commissione Covid trasformata in una commissione politica con lo scopo di attaccare e fare un processo mediatico a chi governò il Paese in quei terribili mesi”, dice per il Pd la senatrice Simona Malpezzi. E anche Fratoianni si straccia le vesti: “Sarà usata come una clava contro i governi precedenti”.

Quanta paura per una Commissione – che non è certo un tribunale – chiamata a portare nelle istituzioni un po’ di luce su vicende oggettivamente opache. È avvolto nel mistero il caso del via libera – che sarebbe partito da Palazzo Chigi, senza passare per gli uffici di Speranza – rivolto a quegli aerei di militari russi che planarono sull’Italia impaurita e disorientata dei primi giorni del grande contagio. Centoquattro militari travisati in camice bianco – insieme a due epidemiologi di Mosca – percorsero l’Italia da Roma a Milano, soffermandosi nelle zone più colpite a prelevare campioni del virus. E informazioni. Quelle di cui si sarebbero occupati, stando alla ricostruzione di Jacopo Iacoboni su La Stampa, che aveva sentito il colonnello inglese Hamish Stephen de Bretton-Gordon, “Ufficiali del GRU incaricati di una grande raccolta di intelligence”. Materia per un romanzo di Emmanuel Carrère o John Le Carré, di cui farebbe bene ad approfondire le informazioni la nascitura Commissione parlamentare di inchiesta, con un lavoro che durerà per l’intera legislatura.

Oltre che sulla gestione dell’emergenza sanitaria, l’organismo bicamerale dovrà ‘indagare’ anche sul mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale, con il compito di accertare le misure adottate per la prevenzione ed il contrasto della diffusione del virus e di valutarne la prontezza e l’efficacia, anche al fine di fronteggiare una possibile e futura nuova pandemia di questa portata e gravità. Tra i punti su cui si concentrerà l’inchiesta parlamentare, anche la dotazione di mascherine, la chiusura delle scuole e l’efficacia delle misure restrittive, come il lockdown nazionale.

Chi farà parte della Commissione? Si prevede che ne facciano parte quindici senatori e quindici deputati, nominati rispettivamente dal presidente del Senato e dal presidente della Camera, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, assicurando comunque la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento.

I componenti sono nominati tenendo conto anche dei compiti assegnati alla Commissione. “Più tempo passa e più si può essere lucidi e imparziali nella valutazione di quei tragici eventi. Quindi non credo sia tardi per una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. Ci sono stati errori ma anche cose fatte bene”, ha detto all’Adnkronos Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive Policlinico San Martino di Genova.

(da Il Riformista - 7 luglio 2023)

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