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Primo effetto Schlein - Nasce Italia in Azione, il partito unitario contro il bipopulismo

di Mario Lavia

In cerca della famosa prateria politica il Terzo Polo – nome provvisorio “Italia in azione” - adesso accelera la costruzione di una cosa vera, un nuovo partito, una offerta politica terza stretta tra i radicalismi di una destra-destra e una sinistra schleinizzata: si situa in questa terra di mezzo la prateria calendian-renziana, se l’analisi si rivelerà giusta e la strada sgombra.

 

Ieri sera il comitato politico cui hanno partecipato i massimi dirigenti di Azione e Italia viva si è riunito confermando che il dado è tratto. Ora si punta a cambiare marcia e anche un finora guardingo Matteo Renzi si dice pronto a correre. Si lavorerà a un Manifesto dei valori e sul nome/simbolo per la fine di marzo, poi partirà tutta la fase di costruzione vera e propria del partito e la raccolta delle adesioni, dopo l’estate sarà tutto fatto. Il dado è tratto e ieri si è deciso che non si torna indietro.

L’analisi di fondo è quella che Carlo Calenda, poi Maria Elena Boschi e ieri Renzi spiegano da quando si è appreso, anche con stupore da parte del leader di Italia viva, della vittoria di Elly Schlein, una novità che «cambia pelle» al Pd sospingendolo in una collocazione di sinistra-sinistra e che di per ciò stesso libera forze in sofferenza dentro e ai confini di quel partito, i tanto evocati riformisti, e pur non essendo in corso - ha chiarito Renzi - nessuna «campagna acquisti» le porte sono spalancate per accogliere chi ormai ritiene che il riformismo del Pd debba vivere altrove.

 

Dice Renzi che «vengono giù – all’improvviso, tutti insieme – gli alibi di chi ancora pensava di poter coltivare il riformismo dentro il Pd», ed è uno schema chiaro: nella radicalizzazione di destra e sinistra espressa dai volti femminili di Meloni e Schlein ecco che per una spinta uguale e contraria acquista senso una proposta di centro riformista collocata al di fuori dei blocchi in un disallineamento che il sistema proporzionale delle Europee potrebbe premiare.

 

C’è da chiedersi se la legge fisica di Archimede presieda anche alle leggi della politica e capire se questo schema orizzontale (sinistra, centro, destra) sia sufficiente a leggere quanto sta accadendo nei comportamenti politici del Paese, o se non si debba anche ragionare su uno schema per così dire verticale, che è quello per cui gli elettori, persino nelle primarie del Pd, scelgono ormai indipendentemente dalle motivazioni politiche quanto piuttosto in base alle caratteristiche del leader del momento (tra l’altro si spiegherebbe in questo modo il diverso responso delle primarie rispetto al risultato dei circoli dem).

 

È probabile che siano consistenti entrambe le ipotesi di lettura ma se è così non sta scritto da nessuna parte che il Terzo Polo - non dimentichiamo, uscito ammaccato dalle ultime Regionali - di per sé possa insinuarsi con forza tra le due estreme. Vedremo le tendenze e soprattutto i fatti.

Dalle primissime rilevazioni il Pd pare uscire dalle secche lettiane prevedibilmente grazie a un effetto-Schlein ancora tutto da misurare mentre Fratelli d’Italia resta stabile sul 30 per cento. Ma sulla scadenza delle Europee Renzi è fiducioso: «Già adesso infatti Azione e Italia Viva, insieme a Più Europa, sommate fanno più del 10 per cento. E la lista unitaria di tutti gli amici di Renew Europe, anche quelli che come Più Europa forse non entreranno magari subito nel partito unico, sarà la novità delle Europee 2024».

 

Se Calenda e Renzi e i rispettivi gruppi dirigenti (in verità non sempre in sintonia) sapranno mettere un po’ di ciccia politica e organizzativa, tanto fuoco e molto pensiero attorno a quello che per ora è solo un ragionamento politico, la cosa può diventare interessante per il sistema politico nel suo complesso.
A questo punto dipende solo da loro.

(da www.linchiesta.it - 1 marzo 2023)

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