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Giorgio Napolitano: uno straordinario esempio di servizio al Paese

di Paolo Razzuoli

Giorgio Napolitano, accettando in questo drammatico momento della storia del paese il secondo mandato al Quirinale, ha compiuto uno straordinario atto di servizio alla nostra comunita'.
Anzitutto, alcune righe di ringraziamento.

Il ringraziamento e gli auguri di fucinaidee

"Signor Presidente, siamo una piccolissima associazione politico-culturale che cerca, in un contesto in cui tutti urlano, di far sentire la propria flebile voce per aiutare a capire una fase tanto convulsa della nostra storia recente. Le esprimiamo di cuore le nostre felicitazioni nel momento in cui lei, avendo dato la sua esemplare disponibilità da molti richiesta,  è stato confermato Presidente della Repubblica.
Mentre Le esprimiamo i piu' intensi sentimenti di vicinanza per l'arduo compito che Lo attende, le diciamo che siamo ben consapevoli del peso della responsabilità che comporta l’incarico conferitole. E' infatti questo un tempo particolarmente complesso per la nostra comunita' nazionale, nel quale, parallelamente ad una gravissima crisi economica, se ne avverte una, a mio avviso ancor piu' insidiosa, che rischia di compromettere irrimediabilmente gli elementi della coesione sociale e nazionale. MI riferisco alla crisi etica, di progressiva deresponsabilizzazione, ddell'emergere di una concezione esasperatamente individualistica, che sembrano fare del nostro Paese piu' un assieme di tribu' che non una nazione.

E' quindi crisi sociale, culturale, etica e politica, che emerge in contrapposizioni radicali, nella scarsa partecipazione e nella fatica a raggiungere consenso.

Uno scenario che reclama scelte impegnative, che richiedono la consapevolezza e la capacità di cogliere le risorse e le reali opportunità per sviluppare una rapida e incisiva ripresa. Del resto, la misura dell’autentica politica si riconosce nella sua capacità di interpretare la società e di saper ragionare in una prospettiva di medio-lungo respiro, spiccando il volo rispetto all'attaccamento all'esistente ed ai sondaggi, come, purtroppo, sempre piu' si e' praticato negli ultimi decenni. Prospettiva che richiede riflessione pacata, confronto, mediazione alta.

Una riflessione che dovra' cercare di individuare un nuovo percorso che possa offrire una alternativa credibile alla stanchezza e alla disillusione della nostra popolazione, risposta che necessariamente dovra' passare dal rispetto della democrazia e, quindi, dalla fedelta' ai principi fondamentali della Costituzione, che ha il suo cardine nella centralità della persona e impegna a garantire a tutti lavoro, speranza e dignita'".

Una breve riflessione e un po' di materiale per approfondire

Il gesto di Giorgio Napolitano ha consentito di superare una delle crisi piu' profonde che il sistema politico abbia atraversato nella storia della Repubblica. Intendiamoci, non e' la prima volta che l'elezione del presidente della Repubblica provoca divisione, anche aspre, nei partiti.
La Democrazia Cristiana si e' spessissimo divisa, gia' dal 1955, allorche' si contrapposero due candidati dello "scudo crociato", Cesare Merzagora e Giovanni Gronchi.
Ma erano altri tempi e la DC era cosa ben diversa dai partiti di oggi. La DC e' sempre riuscita ad assorbire i contraccolpi dei contrasti interni: oggi e' un altro paio di maniche.
Il vero problema delle formazioni odierne e che esse sono "fusioni a freddo", senza una vera partecipazione di base, carenti di una reale condivisione di valori di fondo e di strategie a lungo respiro.
Cio' e' emerso drammaticamente per il PD ma e' cosi' anche per il PdL.
Diverso e' il discorso per il Movimento 5 Stelle, formazione con vocazione antisistema la cui durata ed espansione sara', a mio modo di vedere, inversamente proporzionale alla capacita' delle forze politiche vere di saper interpretare il grido di cambiamento proveniente dalla societa'.

Tema questo che rimanda alla qualita' dell'offerta politica: offerta che negli ultimi anni ha solo saputo creare forze litigiose su tutto, in un drammatico crescendo di conflittualita' di cui si sono ben visti gli esiti.
I numerosi appelli di Giorgio Napolitano affinche' la scorsa legislatura ponesse mano alla riforma della legge elettorale partono certo da questa consapevolezza.
E' vero che la legge elettorale non e' la totalita' del problema ma certo ne e' una componente importante.
Mi auguro di non sbagliare pensando che Giorgio Napolitano - nel dettare le sue condizioni all'atto di accettare di portare nuovamente sulle sue spalle la croce di questo disastrato Paese, oltre al governo abbia anche pensato, anzi posto come condizione irrinunciabile quella delle riforme, a partire dalla legge elettorale.
Una riforma che certo potra' andare in varie direzioni, ma che noi di Fucinaidee, pensiamo debba avere un impianto proporzionale, con i necessari correttivi, proprio in virtu' della stagione di nuova Costituente, da cui si potra' ripartire per una vera nuova fase del nostro percorso di comunita' nazionale.

La vicenda politica che ieri pomeriggio si e' aperta potrebbe anche portare a qualcosa di piu' della riforma della legge elettorale. Di fatto, siamo entrati in una sorta di semipresidenzialismo non dichiarato. Forse nell'immediato futuro il Presidente della Repubblica potra' giocare un ruolo di forte spinta verso l'attuazione di un piu' ampio disegno riformatore, sulla strada delle indicazioni - in verita' non poi cosi' nuove - del gruppo di lavoro nominato la vigilia di Pasqua. Napolitano sicuramente giochera' in questa direzione tutte le sue carte. Pur auspicando che cio' possa riuscire, in tutta sincerita' non sono cosi' ottimista sul buon esito della partita, stante la profonda divisione che separa le forze in campo. Se i fatti mi daranno torto, sara' una bellissima notizia per il Paese.

Infine, mediante i link sottostanti, rimando ad alcuni editoriali che potranno essere utili per approfondire.

Lucca, 21 aprile 2013

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