Paolo Razzuoli - Antonio Rossetti
Cliccare qui per leggere/scaricare il testo della proposta di nuova Legge elettorale
Parlare di una nuova legge elettorale senza fare calcoli di convenienza è difficile, non solo perché con l’uso sproporzionato dei sondaggi, con esiti sempre discutibili, si cerca di ritagliarsi soluzioni utili e vantaggiose, ma perché manca una visione politica che superi il confine ristretto del proprio recinto.
La discussione è da tempo aperta, ma abbiamo visto svilupparsi numerose azioni di disturbo, rinvii e l’introduzione di altri argomenti per non risolvere la questione, che pure tutti dichiarano rilevante e urgente. La parte conclusiva della scorsa legislatura e’ in questo senso paradigmatica.
L’ipotesi di voto in tempi ravvicinati, sempre presente sullo sfondo, determina un clima difficile. Tutti i partiti e movimenti – al di la’ dell’ufficialità delle dichiarazioni pubbliche - stanno facendo calcoli e sondaggi per verificare se è più conveniente tenersi questa legge, nonostante abbia dimostrato limiti già sperimentati.
Dalla discussione di questi giorni è possibile trarre la conferma che uno strumento tecnico, anche se fosse il migliore in assoluto, non elimina le difficoltà che sono prettamente di tipo politico e che sono riferibili alla condivisione di obiettivi, programmi e scelta delle persone .
La prospettiva dell’anticipato ricorso al voto non facilita una seria discussione e vede l’ avvio di una nuova campagna elettorale che si andrà ad aggiungere a quella per le elezioni europee e, successivamente, per le elezioni regionali.
L’ipotesi più probabile, nel caso di elezioni a breve, è la ripetizione dello stesso copione già visto nel febbraio scorso: stessa legge e chissà quale risultato.
La smentita a questa ipotesi negativa sarebbe davvero una bella notizia .
Gli appunti per questa “nuova legge” hanno come presupposto il clima politico e la condizione del Paese, che potrebbe essere considerato In costruzione o ricostruzione”.
Un Paese in grave crisi, salvo eccezioni, sul piano morale, economico e di credibilità verso le istituzioni e i partiti. Crisi aggravata da scandali sempre più insopportabili che producono ancora maggiore distacco nel rapporto tra cittadino e rappresentanza politica e che, per la loro gravità, devono trovare provvedimenti esemplari.
L’ipotesi di una fase costituente è suggestiva, ma anche in questo caso le esperienze trascorse non aiutano; potrebbe essere ripresa per i tempi medi, ma la necessità e l’urgenza consigliano , per l’immediato, soluzioni che si possono considerare meno impegnative che, comunque, si incamminano nella direzione di una maggiore partecipazione, di un recupero di credibilità, e di una maggiore equità.
(L’argomento della legge elettorale è una parte del problema; come già detto le scelte per il Paese sono impegnative anzi molto impegnative).
Tornando all’argomento “ Appunti per una proposta di legge elettorale “
Ci siamo proposti alcuni obiettivi, seppure parziali.
Con questa proposta si sottintende la necessita’ di favorire la partecipazione di formazioni politiche o movimenti, con un unico scoglio (sbarramento) del 4%, sia per le liste singole sia per le coalizioni, da valere sia per la Camera sia per il Senato.
Consentire ai cittadini elettori di esprimere un voto di preferenza scegliendo il nome di un candidato nella lista prescelta ;
L’assegnazione di un premio di governabilità, con fasce graduali, in relazione ai voti ottenuti dalla lista o coalizione vincente.
La proposta non interviene a modificare le attuali circoscrizioni elettorali poiche’ tale modifica non sembra agevole in tempi brevi. Ove cio’ risultasse possibile, l’impianto della normativa e’ adattabile a circoscrizioni elettorali di dimensioni ristrette, ad esempio di 4-5 candidati, che sembrerebbero costituire l’ambito da preferirsi, nell’intento di conciliare le varie necessità a partire dal rapporto fra eletti e territorio.
Un impianto proporzionale corretto, che valutiamo opportuno in una fase in cui si avverte sempre più la necessità di liberarci dalla rigidità di un’offerta politica che si sta mostrando inadeguata alla complessità delle sfide del tempo che viviamo.
Un impianto pertanto che favorisca il riposizionamento dell’elettorato, per inaugurare una stagione in discontinuità con gli esiti disastrosi della cosiddetta “Seconda Repubblica”. Una considerazione questa che, ovviamente, conduce ad una negativa valutazione dell’ipotesi da qualcuno avanzata in questi giorni, di riportare in vita il “Mattarellum” del 1993.
Nel concreto:
L’impalcatura della legge elettorale risale al 1957 (decreto del Presidente della Repubblica n.361 del 30 marzo 1957).
Con la legge 31 dicembre 2005 , sono stati modificati pochi articoli, sproporzionati per lunghezza e complessi nella stesura, ad una legge che – come sopra detto - ha una ossatura vecchia di oltre 50 anni.
L’intervento del 2005 la modifica sostanzialmente, mentre mancano alcuni adeguamenti, in parti non rilevanti, che ne consiglierebbero una rilettura ed una correzione del testo considerato il tempo trascorso. Le modifiche rilevanti riguardano: il premio di maggioranza, le diverse forme di sbarramento, il premio di coalizione, l’assenza del voto di preferenza, le differenze di conteggio e collegio, tra Camera e Senato, per l’assegnazione dei seggi.
Si tratta di pochi articoli, ma con molte parole che vanno ovviamente riscritte.
La sintesi della proposta
Veniamo ora a riassumere le modifiche cheproponiamo, e che riteniamo praticabili nel breve periodo, quindi senza alcun intervento di modifiche costituzionali:
Non si interviene sul numero dei componenti la Camera dei Deputati e del Senato, giacche’ cio’ richiede un percorso di modifica costituzionale con le modalità previste dalla Costituzione, ( con percorso art. 138 cost.) Allorche’ cio’ sara’ possibile, sara’ sufficiente riparametrare il numero e composizione dei collegi.
Viene prevista l’introduzione del voto di preferenza (una )
E’ previsto lo stesso sistema di calcolo per l’assegnazione dei seggi tra Camera e Senato posto che nella situazione data i due rami del Parlamento hanno funzioni identiche. Cio’ potra’ ovviamente essere oggetto di modifiche, anche in profondita’, ove, con riforma costituzionale, si prevedano funzioni distinte.
La medesima quota di sbarramento per l’assegnazione dei seggi di lista o di coalizione o sia per la Camera che per il Senato nella percentuale del 4%
Assegnazione di un premio di governabilità da assegnare in base al raggiungimento di una percentuale di voti per fasce:
1) Il Primo ( partito o coalizione che non
supera il 30% un numero di seggi pari a 35% del totale dei seggi
2) Dal 30,01% al 35% un numero di seggi pari al 40% del totale dei seggi;
3) Dal 35,01 al 40% dei voti un numero pari al 45% dei seggi;
4 d) Dal 40,01 al 45% dei voti un numero pari al 50% dei seggi;
5) Dal 45,01 al 50% dei voti un numero pari al 55% dei seggi;
6) Dal 50,01% al 60% dei voti un numero pari al 60% dei seggi;
7) Oltre il 60,01% dei voti un numero dei seggi pari alla percentuale dei voti ottenuti.
Questa proposta è stata presentata in un incontro pubblico che si è tenuto a Lucca il 10 aprile 2013.
Se altri soggetti organizzeranno ulteriori iniziative sull’argomento, saremo ben lieti di offrire il nostro contributo.
La proposta, oltre che ai “Saggi” nominati dal Presidente Napolitano, è stata inviata ai partiti.
La pubblicazione su www.fucinaidee.it la rende disponibile a chiunque possa averne interesse.
Cliccare qui per leggere/scaricare il testo della proposta di nuova Legge elettorale
Lucca, 10 aprile 2013