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La "Carta" delle Fondazioni di origine bancaria

di Paolo Razzuoli

Mercoledi' 13 giugno 2012 si e' svolto - nella sala Ademollo di Palazzo Ducale di Lucca - un seminario organizzato dalle Fondazioni Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Lucca, sul tema 'Il ruolo delle fondazioni di origine bancaria dalle leggi Amato-Ciampi degli Anni 90 alle sentenze della Corte Costituzionale del 2003 alla Carta del 2012'.
Al seminario, a cui ha presenziato un foltissimo ed attento pubblico, hanno partecipato illustri relatori: Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell'Associazione delle Casse di Risparmio e delle Fondazioni di origine bancaria; Giuliano Amato, presidente della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, nonché 'padre', assieme a Ciampi, della legge che tutt'ora regola le Fondazioni e superesperto del Governo Monti; Giuseppe Morbidelli, presidente della Cassa di Risparmio di Firenze nonche' noto docente di Diritto Amministrativo .

L'intento di questo scritto non e' di illustrare il contenuto del seminario che ha avuto ampio spazio sulle pagine dei mezzi di informazione cartacea e digitale.

Cliccare qui per un resoconto sul seminario

Poiche' gli intervenuti hanno di sovente fatto riferimento alla "Carta" approvata dall'ACRI nell'assemblea del 4 aprile 2012, ritengo utile puntare il focus su di essa, nell'intento di contribuire a diffonderne la conoscenza.

Cos'e' dunque la Carta delle Fondazioni di origine bancaria?
Di seguito una sintesi del suo contenuto ed i link per leggerla/scaricarla integralmente.

La Carta delle Fondazioni e' un codice di riferimento volontario, ma vincolante, di cui le Fondazioni di origine bancaria hanno deciso di dotarsi per disporre di un documento guida che consenta loro di adottare scelte coerenti a valori condivisi nel campo della governance e accountability, dell'attività istituzionale, della gestione del patrimonio. Ad esso le Fondazioni potranno ispirarsi, nel rispetto della piena autonomia di ciascuna.

Le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti non profit, privati e autonomi, dotati di patrimoni significativi dal cui investimento traggono le risorse necessarie a svolgere la propria attività istituzionale, che è quella di erogare risorse per lo sviluppo sociale, economico e culturale dei loro territori di riferimento e del Paese. La Carta ribadisce l'autonomia e la terzietà delle Fondazioni come centrale nello svolgimento di questo ruolo: non solo come principio fondante, ma come strumento e modalità attuativa. "Tale autonomia, sancita dalla Corte costituzionale, con le sentenze n. 300 e n. 301 del 2003, con la riconduzione delle Fondazioni fra i soggetti appartenenti all'organizzazione delle libertà sociali, non è disgiunta dall'assunzione di una piena responsabilità per le finalità di interesse generale loro affidate e per le attività poste in essere - recita il preambolo della Carta -. In tal modo tutti gli elementi, dalla trasparenza e pubblicità del proprio operato (ivi compresi i percorsi che ne garantiscono la realizzazione) all'autorevolezza degli amministratori, fino all'ordinato funzionamento degli organi di governo (la cui specializzazione funzionale è volta ad attivare il circuito interno delle responsabilità) e alle forme di vigilanza previste dall'ordinamento, rappresentano attributi imprescindibili nell'ambito dei quali l'autonomia viene esercitata".

Governance

In merito alla governance, la Carta punta sulla competenza e l'autorevolezza degli amministratori, la pubblicità e trasparenza delle procedure di designazione e di nomina, la rappresentatività nella composizione degli organi anche attraverso "un'adeguata presenza di genere", l'indipendenza, l'autonomia, la responsabilità e precisi criteri di valutazione per le incompatibilità in entrata e in uscita dalle stesse Fondazioni, affinché venga salvaguardato al massimo grado il loro specifico interesse. "Al fine di salvaguardare la propria indipendenza ed evitare conflitti di interesse - si legge nella Carta - la partecipazione agli organi delle Fondazioni è incompatibile con qualsiasi incarico o candidatura politica (elettiva o amministrativa). Le Fondazioni individuano le modalità ritenute più idonee per evitare l'insorgere di situazioni di conflitto di interessi, anche ulteriori rispetto alle predette fattispecie. Individuano inoltre opportune misure atte a determinare una discontinuità temporale tra incarico politico svolto e nomina all'interno di uno dei loro organi. La disciplina di eventuali ipotesi di discontinuità tra cessazione dalla Fondazione e assunzione successiva di incarichi politici (elettivi o amministrativi) è rimessa alla sottoscrizione di 'impegni morali' o alla stesura di un 'codice etico' ". Inoltre la Carta suggerisce l'adozione di misure idonee a garantire, da un lato, l'unitarietà operativa della Fondazione evitando, tramite opportuni scaglionamenti nel tempo, che il rinnovo degli organi possa creare situazioni di instabilità nella governance o di discontinuità nell'azione, dall'altro l'univoca rappresentanza dell'ente, assicurata in via primaria dall'unicità della figura del Presidente.

Attività istituzionale

Trasparenza, imparzialità delle decisioni, accessibilità delle informazioni, rendicontazione, disseminazione delle 'best practice' sono - insieme alla piena autonomia e responsabilità - i principali criteri suggeriti dalla Carta per un corretto esercizio dell'attività istituzionale, che non dovrà mai essere sostitutiva dell'intervento pubblico, bensì complementare e capace di farsi catalizzatore per la mobilitazione di risorse di terzi. "L'individuazione delle iniziative da sostenere - sottolinea la Carta - avviene sulla base di criteri definiti, che consentano di perseguire al meglio gli obiettivi di missione, escludendo situazioni di conflitto di interessi e ingerenze esterne". Inoltre: "Nel processo di selezione delle iniziative attraverso bandi le Fondazioni procedono a una valutazione di merito sia assoluta sia comparativa rispetto ad altre iniziative di analogo contenuto. Similmente, i 'progetti propri' sono realizzati a seguito della valutazione di possibili soluzioni alternative per perseguire con maggiore efficacia ed efficienza gli obiettivi programmati". La Carta, infatti, pone un particolare accento sulla necessità di operare secondo criteri di economicità, perseguendo obiettivi di efficienza e di efficacia, e di mettere in atto politiche attive di bilancio volte a stabilizzare le erogazioni nel tempo e a realizzare un'equilibrata destinazione dei proventi tra impegni annuali, pluriennali e continuativi.

Gestione del patrimonio

La necessità di dare continuità all'attività erogativa fa da substrato alle articolate linee guida per la gestione del patrimonio, che deve essere fondata su diversificazione e controllo del rischio, funzionali - oltre che a salvaguardare l'integrità del patrimonio stesso - a "produrre una redditività in grado di consentire il perseguimento degli obiettivi di missione". L'impiego del patrimonio richiede un'attenta pianificazione strategica "bilanciando opportunamente il flusso di proventi con riferimento a orizzonti di breve e di medio/lungo periodo, anche attraverso una diversificazione tra strumenti di investimento". Le decisioni di investimento sono determinate sulla base di un processo comparativo tra opportunità alternative, che tiene conto di criteri oggettivi di valutazione e di elementi di connotazione etica tali da escludere "investimenti che presentino connessioni con situazioni di violazione dei diritti dell'uomo e delle norme di tutela dell'ambiente e del patrimonio storico, artistico e culturale". Significativo anche il richiamo al collegamento funzionale dell'impiego del patrimonio alla missione istituzionale delle Fondazioni: "L'investimento del patrimonio, oltre che generare la redditività necessaria per lo svolgimento delle attività istituzionali, può rappresentare uno strumento diretto di sostegno a iniziative correlate alle finalità perseguite". Ciò, però, salvaguardando sempre il valore del patrimonio e l'adeguata redditività. Infine, il rapporto con la società bancaria di riferimento. "Nell'ambito delle proprie finalità di sviluppo del territorio, attraverso l'investimento nella società bancaria di riferimento, nel rispetto della legislazione vigente, le Fondazioni perseguono l'obiettivo di contribuire alla promozione dello sviluppo economico, nella consapevolezza che una istituzione finanziaria solida e radicata nei territori costituisca un volano di crescita e di stabilizzazione del sistema finanziario locale e nazionale. Le Fondazioni non si ingeriscono nella gestione operativa delle società bancarie, ma, esercitando i diritti dell'azionista, vigilano affinché la conduzione avvenga nel rispetto dei principi sopra richiamati".

Cliccare qui per il testo integrale della Carta delle Fondazioni di origine bancaria
Cliccare qui per il testo integrale della Carta delle Fondazioni di origine bancaria (versione stampabile)

Lucca, 18 giugno 2012

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