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La Lectio Degasperiana 2022

a cura di Paolo Razzuoli

(Materiali da www.degasperitn.it)

Il 19 agosto 1954 moriva Alcide De Gasperi: il più importante statista della nostra storia repubblicana, uno fra i pochissimi autentici statisti che possa vantare la nostra storia unitaria.

Alcide De Gasperi, peraltro affiancato da profili di grande spessore quali - ad esempio - Luigi Einaudi e Francesco Sforza, è stato l'artefice delle grandi scelte che hanno segnato il percorso su cui l'Italia si è incamminata nel secondo dopoguerra, e che ha consentito al Paese di raggiungere traguardi straordinari.
A De Gasperi si debbono infatti, con l'acerrima opposizione delle sinistre, la scelta europea, la collocazione atlantica e la decisa scelta in favore dell'economia di mercato: fattori derimenti, del nostro sviluppo e - più in generale - della nostra storia recente.

Come ormai di consueto dal 2003, la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi organizza, nel pomeriggio del 18 agosto, un evento di approfondimento denominato "Lectio Degasperiana".
Un'occasione estremamente preziosa tramite cui, importanti profili del mondo politico ed intellettuale, hanno indagato i molteplici versanti del pensiero e dell'attività del grande statista anche in relazione, laddove possibile, con l'attualità.

E' questo il caso della diciannovesima edizione, quella di ieri, che ha visto la partecipazione di Sergio Fabbrini, uno dei massimi esperti di relazioni internazionali e di scienze politiche, a muoversi tra attualità e storia cercando nel pensiero e nell’opera di De Gasperi risposte oneste alle urgenti domande che la situazione internazionale ci pone.

"Il ritorno della guerra in Europa. De Gasperi 70 anni dopo" è il titolo dell'intervento di Sergio Fabbrini.< br /> La Lectio è stata accompagnata da un ricordo di Maria Romana De Gasperi a cura di Giuseppe Tognon, noto storico e Presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi.

 

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Un breve spunto di riflessione

«Noi vogliamo veramente la pace e, mentre diciamo di volerla, lavoriamo per unire l’Europa».

Alcide De Gasperi non aveva dubbi: il progetto europeo era anzitutto un antidoto alla guerra: la risposta al desiderio di pace di una generazione invecchiata tra due guerre mondiali.
  Attraverso una complessa costruzione istituzionale quell’intuizione è riuscita ad allontanare per decenni la guerra da un continente che pure ne aveva fatto una delle note dominanti della sua storia.

Ma nulla è ottenuto una volta per tutte: gli sviluppi drammatici della guerra in Ucraina oggi rivelano tutta la fragilità della pace europea. Eppure, a 70 anni dall’accordo istitutivo della Comunità europea di difesa (CED), che se non fosse poi naufragato contro il voto contrario francese avrebbe dovuto portare alla costituzione di un esercito unico europeo e superare definitivamente la frammentazione della politica estera del continente, la lezione degasperiana rivela ancora una straordinaria attualità.

Per questo la XIX Lectio degasperiana, intitolata "Il ritorno della guerra in Europa. De Gasperi 70 anni dopo", ha chiamato uno dei massimi esperti di relazioni internazionali e di scienza politica quale Sergio Fabbrini a muoversi tra attualità e storia, cercando nel pensiero e nell’opera dello statista trentino risposte oneste alle urgenti domande che la situazione internazionale ci pone.

La Lectio quest’anno è stata anche occasione per fare memoria della figlia primogenita dello statista, Maria Romana De Gasperi, recentemente scomparsa. Se ne incaricato lo stesso Presidente della Fondazione, prof. Giuseppe Tognon, attraverso un breve intervento intitolato «Padre e figlia. Un ricordo di Maria Romana De Gasperi»: un modo per omaggiare il suo impegno nel custodire e tenere viva la memoria del padre, testimoniando insieme a lui che «seguendo la strada dell’onestà e della fede si può rialzare il mondo».

 

19 agosto 2022

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