logo Fucinaidee

Evviva Renzi

di Paolo Razzuoli

Che dire dopo il patto di "realpolitik" fra il Pd di Letta e Azione di Calenda?
Dopo avere aizzato per anni i propri sostenitori gli uni contro gli altri, democratici e calendiani dovranno trovare alla svelta insospettabili lati positivi, rispettivamente, nei lacchè del neoliberismo e negli irresponsabili populisti con cui si sono alleati.
Certo Azione porta a casa un bel bottino in termini di posti di potere, anche se andrà valutato a candidati definiti sui vari collegi; un bottino che solo un partito confuso come l'attuale Pd poteva concedere.
ma è questo che interessa agli elettori?

AVer fatto saltare la costruzione di un serio terzo polo, basato sui contenuti dell'agenda Draghi è, a mio modo di vedere, un errore imperdonabile. Un grave errore proprio nella prospettiva di impedire che il Paese possa cadere nelle mani dei populisti, di qualsiasi colore essi si ammantino.

Sulla necessità di proporre un programma di impianto liberal-riformista, i cui contenuti non possono essere che alternativi ai populismi di destra e di sinistra, questo sito si è dilungato tanto da rendere superflua qualsiasi insistenza sull'argomento.
Indugio solo un attimo per sottolineare il sostantivo "programma", giacché una seria offerta politica deve essere per qualcosa e non contro qualcuno. Sono decenni ormai che si vota più contro qualcosa e qualcuno, che non in favore di una convincente proposta politico-programmatica.
direi che è ora di cambiare rotta....

Ben venga quindi chi avrà il coraggio di presentarsi al corpo elettorale con una identità politico-culturale chiara e con un programma non ambiguo, scevro dai soliti luoghi comuni e percorribile. Cito solo, ad esempio, il tema della sostenibilità: tema tanto abusato quanto tirato da tutte le parti. La sostenibilità è una cosa, seria, anzi serissima, ma non ha niente a che vedere con le pulsioni ecologiste. Parlare di sostenibilità significa prendere coscenza che va trovato un equilibrio fra la sostenibilità ambientale, la sostenibilità economica e la sostenibilità sociale. Al di fuori di questo equilibrio si parla del nulla.
Sempre in tema di sostenibilità, nell'accordo Letta-Calenda ho letto che si prevede la realizzazione del rigassificatore; come farà Letta a fronteggiare la contrarietà di ampi settori del suo partito, e dei suoi alleati alla sua sinistra, animati da inconcludenti pulsioni ambientaliste?

Certo, nell'attuale contesto politico-culturale del Paese, porre certi temi sarà come scalare l'Everest; ma gli uomini veri si vedono nei momenti difficili: in quei momenti in cui si ha il coraggio di rischiare. In quei momenti in cui si ha il coraggio di affrontare il volo pericoloso dell'aquila o del falco, non limitandosi al volicchio comodo e senza pericoli della gallina...

Io corro da solo. Calenda ha sprecato l’occasione di costruire un polo riformista del 10%. Questo è il senso del pensiero di Renzi, espresso in un'intervista al Quotidiano Nazionale. Vediamolo meglio.

«È finita una telenovela durata anche troppo», dice Matteo Renzi il giorno dopo l’accordo Pd-Azione-PiùEuropa. «Calenda ha sprecato l’occasione di costruire un polo riformista del 10%». Mentre per Letta «è un autogol, perché si impegna a candidare con il Pd uno come Di Maio che diceva dell’elettroshock fatto da quelli del Pd ai bambini di Bibbiano. È una scelta che non condivido ma che in ogni caso rispetto».

E Renzi ora che farà? «Con libertà e il consueto coraggio andrò contro questa alleanza talmente contraddittoria da far apparire l’unione di Prodi e Bertinotti come omogenea», risponde.

Ma sia Letta sia Calenda ora dicono che il dialogo con Renzi resta aperto. «Non so con quali Renzi Letta stia dialogando», risponde. «A me negli ultimi dieci giorni ha fatto una sola telefonata di due minuti e quaranta secondi», dice. Per dirgli, spiega, «stostanzialmente che non voleva Italia Viva nella coalizione perché pensava e pensa che gli facciamo perdere più voti di quanti ne guadagni. Questo è il massimo del dialogo che Enrico ha interpretato».

Dal Pd, «mi hanno mandato degli sherpa per offrirmi un posto per me e qualcun altro per qualcuno dei miei», racconta Renzi.

E su Emma Bonino che ha chiuso all’ingresso di Renzi in coalizione, dice: «So solo che Emma Bonino non l’ho confermata come ministro degli Esteri nel 2014 e sono convinto di aver fatto la cosa giusta. Se questo le ha provocato risentimenti non lo so, ma non mi fa cambiare idea».

Ora, però, dopo la scelta di Letta e Calenda, secondo Renzi la vittoria della destra «è più facile e più corposa». Perché «se ci fosse stato un polo riformista avrebbe portato via voti alla destra. Così non sarà e se si vorrà impedire una vittoria schiacciante di Giorgia Meloni occorrerà votare il terzo polo che si costituirà intorno a Italia Viva».

Renzi esclude una «remuntada» del centrosinistra contro Meloni. Anche perché «manca la politica», dice. «Una remuntada è possibile se fai delle proposte, se lanci delle idee. Che so, il piano per le tasse. Invece l’unica cosa che ha saputo dire Letta è che ne metterà una nuova di successione. Così passa l’idea che il Pd sia il partito delle tasse».

Eppure c’è dell’amarezza in Renzi. Ora punta al 3% per entrare in Parlamento. «Con Calenda avremmo potuto andare in doppia cifra, arriveremo al cinque», dice. La campagna elettorale si baserà sugli «stipendi, come già facemmo con gli 80 euro. Poi la sanità e i 37 miliardi per il Mes. E soprattutto diciamo no a nuove tasse, di qualsiasi tipo».

E Renzi si candiderà. «Probabilmente da più parti, anche in Toscana».

Mi si consenta una breve chiosa conclusiva: Renzi potrà piacere o meno, potrà risultare simpatico o antipatico; ma in questa desolata landa che è la politica italiana, appare sempre più come l'unico che ha coraggio, che non ha paura a mettersi in gioco anche quando il gioco si fa duro, che sa cos'è la politica, che sa elaborare una traiettoria di futuro, provando quantomeno a liberarsi dalle catene della "Dittatura del presente", in cui tutti gli altri comodamente si ritrovano.

Lucca, 3 agosto 2022

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina