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Un'idea, non mia, per scegliere il leader del centro liberaldemocratico, se ci sarà

di Paolo Razzuoli

Ho letto che Luigi Marattin propone le primarie per il polo di centro.
Ma il tema vero è quello di costruirlo questo centro.

Luigi Marattin, renziano di Italia Viva, è l'attuale presidente della commissione Finanze della Camera.
In un'intervista a Repubblica avanza una proposta per il polo centrista: «Scegliamo il leader liberaldemocratico con le primarie».

Una proposta certo singolare, visto che parla di un "luogo politico" che ancora ha le sembianze dell'Araba Felice, che tutti la vogliono ma nessuno sa dov'e.
Il movimento certo non manca. Da Beppe Sala a Carlo Calenda, da Matteo Renzi a Mara Carfagna,le manovre al centro vanno avanti, ma ancora non si vede alcun risultato tangibile: in buona sostanza all'orizzonte non si vede né un'alleanza né tanto meno la nascita di un nuovo soggetto politico come sarebbe altamente auspicabile.

Ancora Marattin: «Se si vuole fare un concorso di bellezza, forse potremmo essere tagliati fuori. Se invece si vuole fare politica, ci siamo, eccome».

Il deputato entra poi nel merito della proposta politica, prendendo come si suol dire "il toro per le corna": «La definizione “centro” è problematica perché implica un segmento “destra-sinistra” dai contorni indefiniti. Renzi nel 2014, allora segretario del Pd, fa il 40% di consensi con parole d’ordine storicamente non di sinistra: meno tasse, più concorrenza. Allo stesso tempo Lega e Fratelli d’Italia oggi hanno parole d’ordine dell’estrema sinistra di una volta: no al mercato, no alla concorrenza, sì alla stampa di moneta, al deficit e ai pre-pensionamenti. Quindi il primo obiettivo è l’identità: chi sei e quale tipo di società hai in mente. Non quella dei bonus e del reddito di cittadinanza. La nostra offerta politica deve differenziarsi dai sovranisti alla Le Pen e dalla sinistra alla Mélenchon. Per un polo liberal democratico».

Marattin aggiunge che Si tratta di non mettere a rischio Draghi, innanzitutto, la cui azione va preservata fino al 2023 – perché «ha salvato questo Paese». Poi «c’è l’offerta politica che si presenta agli elettori».

quindi entra nel merito di un altro tema fondamentale, ovvero quello di chi potrebbe guidare il polo centrista. Un polo che dovrebbe incarnare la visione di Draghi e che, qualora il Presidente del Consiglio decidesse di buttarsi nell'agone politico, potrebbe efficacemente guidare.
Ma Draghi, continua il deputato di Italia Viva, «ha detto no a una sua partecipazione nella contesa elettorale. Ma il polo liberaldemocratico deve vedere nell’azione politica e di governo di Draghi un punto di riferimento imprescindibile».

Come ben sanno coloro che sono attenti alle vicende politiche, uno degli scogli resta il rapporto tra Renzi e Carlo Calenda, il leader di Azione. Marattin spiega: «Renzi non ha mai attaccato Calenda, è avvenuto qualche volta il contrario. Non mi pare il momento delle questioni personali, perché non si tratta del gruppo con cui fare insieme le vacanze e si può passare sopra a qualsiasi ruggine, se ci fosse».
Il progetto in vista del 2023 è invece quello di «un’area alla Macron, dando agli italiani una terza scelta. Nella costruzione di quest’area, Italia Viva ci vuole stare assolutamente, con tanti altri». Le alleanze di Italia Viva alle ultime amministrative sono «un’altra cosa», dice, «ma a marzo-maggio, quando ci saranno le politiche, è importante che la sola scelta non sia tra un centrodestra guidato da Giorgia Meloni e un centrosinistra che ha come riferimento culturale Maurizio Landini».
E se Renzi ha proposto Beppe Sala, il sindaco di Milano, come il possibile federatore, Marattin risponde: «Prima c’è il “cosa siamo”, “cosa vogliamo” e “come”. Ma se vogliamo subito pensare al “chi”, se c’è una questione di affollamento di leadership, allora il polo di centro faccia le primarie per scegliere il leader. Chi vuole correre, si candidi, da Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Giorgio Gori, Luigi Brugnaro, Beppe Sala. Niente di meglio delle primarie».

Mi sembrano considerazioni condivisibili, soprattutto sull'accentuazione dell'identità politico-culturale di questo "centro liberaldemocratico.
Come i lettori di Fucinaidee ben sanno, io sono un sostenitore della necessità di dar vita al polo liberaldemocratico, ma alcune considerazioni ed alcuni interrogativi sono d'obbligo, a partire da uno di fondo: il centro liberaldemocratico è veramente una proposta che gli elettori attendono oppure è un'illusione?
Un interrogativo che parte dalla constatazione che l'elettorato tende sempre più a radicalizzarsi, quindi ad allontanarsi dal centro.
Ma a questa osservazione si può obiettare che la radicalizzazione è la risposta alla mancanza di un progetto di buon governo credibile, nel quale gli elettori possano riconoscersi. Una radicalizzazione che è il frutto della povertà della proposta politica, che deve essere colmata da un progetto che, nel contempo, sappia rassicurare sulle paure e sulle difficoltà del presente e dia nuovamente una prospettiva di futuro.

Questo è il difficilissimo compito di una proposta liberaldemocratica. Saranno in grado gli attori che si muovono in quest'area di realizarlo?

Al momento non si vedono molti elementi di ottimismo, ma in Italia le sorprese non mancano e, nei momenti difficili, siamo sempre riusciti a venirne fuori. Speriamo che di qui alla prossima primavera, in cui si voterà per il rinnovo del Parlamento, l'offerta politica possa riservarci qualche piacevole sorpresa!

Ma intanto qualcosa bisognerebbe fare, perché nulla ci viene offerto su un canestrino sceso dal cielo. Intanto sarebbe necessaria una chiara ed inequivocabile presa di posizione in favore di una nuova legge elettorale proporzionale. Sì, giacché la legge elettorale proporzionale costituisce il presupposto per lo scongelamento degli attuali sgangherati schieramenti, passaggio indispensabile per la nascita di nuove aggregazioni in grado, speriamo, di offrire una nuova speranza agli italiani.

Gli attori di questo processo potrebbero intanto elaborare una proposta di legge elettorale proporzionale di iniziativa parlamentare, da sottoporre all'attenzione delle Camere.
Non è certo tutto, ma sarebbe pur sempre un fatto significativo: un segnale che si sta facendo sul serio.

Lucca, 20 giugno 2022)

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