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Referendum abrogativi del 12 giugno: andiamo a votare per cinque sì  

 

Di Paolo Razzuoli

 

Ormai ci stiamo avvicinando all’appuntamento elettorale del 12 giugno. Un appuntamento elettorale denso, non solo per i cinque quesiti referendari, ma altresì perché in molti comuni gli elettori e le elettrici saranno chiamati ai rinnovare le amministrazioni comunali.

Nei comuni chiamati al rinnovo delle amministrazioni, la campagna elettorale è in pieno svolgimento. Lì si muovono centinaia di candidati alla carica di consigliere, unitamente a nutrite schiere di aspiranti sindaci. La gente è quindi assai informata, non fosse altro per il martellamento fatto dai candidati mossi dalla affannosa ricerca del voto.

  Diverso è il discorso sui cinque referendum abrogativi. Qui l’informazione è sostanzialmente inesistente, non solo per l’incapacità dei partiti (pardon, di ciò che di essi ancora rimane) di mandare messaggi chiari al corpo elettorale, ma anche per il vergognoso atteggiamento dei grandi mezzi di informazione con in testa la Rai, che si limita a fornire una scarna informazione burocratica sulla modalità di esercizio del voto.

Sembra in buona sostanza che ci si voglia adoperare per il fallimento dei referendum, a causa della mancanza del quorum. Circostanza sciagurata che potrebbe realisticamente verificarsi, anzitutto per la disaffezione degli italiani verso le urne elettorali, quindi per la mancanza di conoscenza della materia referendaria, e non per ultimo per il fatto che gli esiti di altri referendum sulla giustizia sono poi stati sostanzialmente svuotati dagli interventi legislativi del Parlamento.

Si tratta quindi di quesiti riguardanti la Giustizia, materia complicata per la maggioranza della popolazione, in aggiunta alla scarsa informazione di cui ho detto sopra.

Coerentemente con la linea portata avanti da questo sito, l’invito è di votare “Sì” ai cinque referendum.

Ai lettori che ci seguono, la scelta appare sicuramente chiara. Comunque – se pur in sintesi – ne riassumerò le motivazioni principali.

 Più sotto potrete trovare i link per approfondimenti sulle motivazioni del Sì e per accedere alle indicazioni utili sui referendum, compresi i fac-simili delle schede.    

Inoltre è anche a disposizione una guida completa sul voto che, in molti comuni italiani, sarà anche un voto amministrativo.

 

 

I nostri cinque Sì

 

Scheda rossa: referendum n.1

Il 12 giugno bisogna votare per abrogare l’intera “Legge Severino” perché la decadenza o la sospensione della carica elettiva in caso di condanna non definitiva,

viola il principio della presunzione di innocenza.

 

 Scheda arancione: referendum n.2

Inoltre è necessario restringere i casi in cui possono essere inflitte misure cautelari, abrogando l’ipotesi di pericolo di reiterazione dello stesso reato perché questa norma è spesso utilizzata per giustificare in modo quasi automatico forme intense di restrizione

della libertà personale.

 

Scheda gialla: referendum n.3.

E’ il quesito che ritengo più importante come posizionamento politico-culturale, coerentemente con la visione sempre proposta da Fucinaidee.  è il quesito che porta alla drastica riduzione della possibilità di passare dal ruolo di giudice a quello di accusatore, da quattro ad uno solo. Il quesito referendario va oltre e propone di azzerare i passaggi e quindi non dovrebbe

essere superato neanche dall’entrata in vigore della riforma.

Tutto ciò che contribuisce, in coerenza con la riforma costituzionale del 1999 sul giusto processo che parla di “giudice terzo”, a distinguere e separare

rigorosamente giudizio e accusa è da accogliere positivamente. La confusione tra i ruoli è alla base di squilibri dentro l’ordine giudiziario e nel rapporto

tra i poteri. Un sistema di impostazione democratico-liberale esige questo cambiamento. Non convincono minimamente le critiche che paventano come effetto

collaterale una possibile dipendenza dell’accusatore dal potere esecutivo né la segnalazione statistica dei pochi casi effettivi in cui ci si sposta di

ruolo. Quello che conta e che influisce sulla struttura del sistema è la possibilità del passaggio di ruolo che fa perdere il senso delle distinzioni e

che altera quindi l’equilibrio tra accusa e difesa.

 

– Scheda grigia: QUESITO NUMERO 4

Molto positivo è anche il quesito che rompe un sistema autoreferenziale di valutazione dei magistrati: al di là delle differenze tecniche

tra quello della riforma (che è solo una norma di delega, non immediatamente precettiva e che per questo non supera il referendum), far valutare i magistrati

anche da altri è un passaggio importante di responsabilizzazione per quello che è un servizio pubblico di rendimento oggi largamente inadeguato.

 

Scheda verde: QUESITO NUMERO 5

Importante anche se minimale è il quesito sul sistema elettorale del Csm, l’unico che invece cadrebbe in caso di approvazione parlamentare della riforma perché

tende a ridimensionare il peso delle correnti della magistratura.

Il tema è comunque di estrema attualità, come ben attestano le vicende assai recenti che hanno coinvolto gli organi di autogoverno della nostra Magistratura, e che mi auguro gli elettori e le elettrici italiane non abbiano dimenticato.

 

  Il 12 giugno andiamo quindi alle urne per esprimere i nostri Sì. Faremo così un ottimo servizio ai cittadini di questo Paese ed al buon funzionamento, quindi alla nuona salute, della sua democrazia.

Manderemo inoltre un chiaro messaggio ai molti ma nettari e forcaioli, fuori e dentro le nostre istituzioni, che la loro stagione sta volgendo al termine….

 

Per approfondire

 

Appello liberal per tre Sì  -  Perché il 12 giugno dobbiamo votare a favore dei referendum sulla giustizia 

 

Schede rossa e arancione  -  Perché bisogna votare Sì anche sui due referendum sulla giustizia più ignorati

di  Simona Viola

 

I referendum abrogativi del 12 giugno 2022: tutto ciò che bisogna sapere 

A cura di Paolo Razzuoli  

 

Referendum e voto amministrativo del 12 giugno: guida completa al voto

Di Alessandro Sodano  

 

Lucca, 29 maggio 2022

 

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