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Aderiamo all'iniziativa per costruire un’Alleanza per la Repubblica contro il bipopulismo perfetto

di Paolo Razzuoli

I lettori di queste pagine sanno benissimo che da molto tempo sviluppo la tesi secondo cui in Italia c'è bisogno di dar voce e rappresentanza politica all'area liberal-riformista, per contrastare, nella società e nella politica, il potere del populismo, sia esso - per intenderci - di destra o di sinistra. Tema che ho sviluppato sia tramite articoli miei, sia avvalendomi di contributi altrui, sicuramente più autorevoli di me.
Ovviamente se le istanze populiste hanno trovato tanto appeal fra gli elettori, e non solo in Italia, un motivo pur ci sarà. Infatti si potrà dire ciò che si vuole delle democrazie rappresentative, tranne che le loro classi politiche siano venute da qualche pianeta estraneo alla volontà popolare. Allora il tema vero è quello di capire le cause di questa "fascinazione collettiva" per le istanze di matrice populista.
Tema sul quale, senza girarci intorno e senza autoassoluzioni, occorre compiere un'analisi rigorosa ed impietosa. Analisi che non può che far emergere tutta l'incapacità delle classi politiche dominanti di saper leggere i fortissimi segnali del cambiamento che stanno vivendo tutte le società, in relazione alle trasformazioni del pianeta indotte dalla straordinaria rivoluzione tecnologicha, dal conseguente sviluppo della globalizzazione, dalle trasformazioni dei punti di riferimento culturali ed etici.
Trasformazioni tumultuose e per molti versi mal gestite, che se hanno portato per alcuni nuove opportunità ed una redistribuzione della ricchezza sul pianeta, per molti strati sociali hanno significato inquietudini, perdita di potere d'acquisto, insicurezza per il futuro.
Ed è così che in molti Paesi il populismo è esploso, con la brexit, con la vittoria di Trump, con gli sciagurati risultati delle elezioni italiane del 2018.

Ma per fortuna le cose cambiano, e come se cambiano!
Ora alla Casa Bianca c'è Biden, e l'Unione Europea, purtroppo senza il Regno Unito, sembra aver ritrovato un nuovo slancio, incalzata com'è dall'emergenza sanitaria, sociale ed economica prodotta dal Coronavirus.
E nella storia europea è un clichet che si ripete: i grandi balzi in avanti sono sempre l'esito di situazioni di crisi.

E in Italia?
Fino a pochi giorni fa l’Italia era un paese diviso tra un populismo di governo, inadeguato e grottesco, e un sovranismo di opposizione altrettanto surreale. Il bipopulismo perfetto italiano ha governato appassionatamente questa incredibile legislatura repubblicana, prima unito sotto la "leadership fortissima di Giuseppe Conte" che si poggiava sui due pilastri, quello grillino e quello leghista, e poi un po’ di qua e un po’ di là: da una parte Conte, i Cinquestelle e i valvassori del Pd romano e dall’altra i nazionalisti pronti a subentrare con i pieni poteri.
Il risultato legislativo di questi anni è stato degno di un horror: leggi mozzorecchi, decreti sicurezza, reddito di pigranza, quota cento, bonus monopattino. Tutto in piena continuità ideologica e sociale tra i Cinquestelle e la Lega, con una forte responsabilità del Pd che ha retto il lume.

Da qualche giorno, anche con la complicità della pandemia, il bipopulismo perfetto pare abbia un po' retratta la testa, ponendosi almeno temporaneamente fuori dall’arco costituzionale, con i castristi di Dibba a contendere in territori extraparlamentari le briciole lasciate dai castisti di Di Maio e con Giorgia Meloni a tenere viva la fiamma dei bei tempi che furono. Per il resto, gli antieuro non sono più antieuro, non ci sono più i putiniani, sono spariti i trumpiani e con loro anche Trump: pensate, Di Maio ha asserito che il M5S è un movimento "moderato e liberale"; lo avreste detto solo qualche giorno fa?

Le cose sono cambiate così tanto che se alla Casa Bianca adesso c’è Joe Biden a Palazzo Chigi c’è Mario Draghi, quanto di più distante dai populisti si possa immaginare.
Tralasciando gli Usa e tornando in Italia, in questo nuovo quadro sembra che tutti si sentano impegnati in una colossale campagna di vaccinazione contro il virus corona e contro il virus populista, e con la massima concentrazione sull'obiettivo di far crescere le rispettive economie in crisi e di sanare le tensioni sociali alimentate dai predecessori, che poi sono in buona parte loro stessi, se pur in un format diverso.
Non è facile capacitarsene, ma questo è!!!

Sarà tutt’altro che facile, specie in Italia dove la prospettiva Draghi non ha una rappresentanza politica, se non spezzettata in piccoli partitini litigiosi e spesso personali.
La situazione è molto complessa e non autorizza facili illusioni. Ma non bisogna mai perdere il coraggio, sapendo che la storia è in un continuo divenire, ed a volte esiti attesi inutilmente per tempi lunghissimi si sono resi possibili.
Credo sia fuor di dubbio che il quadro è adesso in movimento; lo è per il trauma provocato dall'emergenza Coronavirus, lo è per la crisi politica che ha portato al Governo Draghi: un Governo nato proprio sulle ceneri di assetti politici rivelatisi deltutto inadeguati alla gestione di emergenze così complesse.
Forse, adesso si è aperto uno spazio politico nuovo, in cui il tema della creazione di una rappresentanza della cultura liberal-riformista può trovare quello slancio che finora non è riuscita a trovare.
Forse i tempi sono maturi per dar vita a quell'auspicata (oserei dire sognata) alleanza capace di mettere insieme gli anti populisti e gli anti sovranisti.
Ora è il momento di provarci. Provarci a costruire un’area politica liberal-democratica, riformista, europea e atlantica, e di animarla con lo «spirito repubblicano» di cui ha parlato Draghi al Senato. possiamo chiamarla Alleanza per la Repubblica, per il rilancio economico e per la transizione digitale ed ecologica secondo le indicazioni del NextGenerationEU la cui esecuzione è stata affidata ai ministeri di Daniele Franco, Vittorio Colao e Roberto Cingolani.

Come i nostri lettori ben sanno, ho nel tempo riservata una grande attenzione ai contributi del sito www.linchiesta.it.
Ebbene, in questi giorni l'Inchiesta lancia un appello all’unità riformista che ha già raccolto autorevoli sottoscrizioni, e che è ovviamente aperto all'adesione di chiunque lo condivida.

Cliccare qui per leggere l'appello all’unità riformista

Il 29 marzo sarà realizzato, dal giornale www.linchiesta.it, al Teatro Parenti di Milano (se sarà possibile in presenza, altrimenti in remoto) un incontro in cui saranno proposti gli interventi dei firmatari dell’appello, i contributi dei movimenti politici e le idee di chi reputa necessario e urgente stimolare l’azione di governo costruendogli intorno un’alleanza per la Repubblica.
Fucinaidee aderisce all'iniziativa, invitando i suoi lettori a fare altrettanto.

Per aderire all’appello:
Unireiriformisti@gmail.com

Per adesioni all’iniziativa di Milano: AlleanzaPerlaRepubblica@Linkiesta.it

Lucca, 26 febbraio 2021)

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