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VIRUS, SEDI SCOLASTICHE E SEMPITERNE POCHEZZE UMANE

 

Di Lucia Maria Lena

 

L’apertura di un reparto Covid all’interno della struttura dell’ex ospedale Campo di Marte è stata salutata da apprezzamenti pressochè generali, in quanto avvio di risposte concrete ad un problema con cui tutti dovremo fare i conti al presente ed un non breve futuro. MA…ma, una agguerrita, quanto sovente inadeguata, specie umana, quella genitoriale, ha colto l’occasione per dare di sé un ulteriore desolante saggio: si legga l’articolo riportato sul sito di “Lucca in diretta” in data 30/12/20 (tanto per dare un tocco di squisita commedia a questo 2020  di per sé tragico) “Scuola nei container a due passi dal reparto covid, protestano i genitori degli studenti del Paladini”. Detto articolo conferma, nei toni e nel contenuto, la crescita di una tendenza già presente nel variopinto mondo dei genitori; quella di occuparsi a dismisura, ed in modo piuttosto pasticciato come in questo caso, di questioni inerenti i propri figli quando in esse i soggetti responsabili sono prevalentemente altri. Mi spiego con un esempio banale: quando torme di  pre e post adolescenti vagano a stretto reciproco contatto, senza mascherine, fino alle luci dell’alba (in era di coprifuoco si radunano comunque in nutriti gruppi  nelle case), magari un po’ più che alticci, dovrebbero essere i genitori a farsi carico e a sanare la situazione: “Ma come si fa? Sono giovani, non si possono chiudere in casa!”, forse perché non si sa come gestirli?

Quando invece, come nel caso in esame, pertiene agli enti pubblici,  dirigenza della scuola,  personale scolastico tutto il farsi carico e garantire l’agibilità e la sicurezza ( non solo strutturale) dell’istituzione scolastica, babbi e mamme inferociti, aizzatisi reciprocamente sui deleteri gruppi WhatsApp, scendono in campo e con toni perentori e/o minacciosi, chiedono conto, valutano, giudicano, emettono sentenze senza appello su situazioni di cui hanno vaga e nebulosa idea.

Nell’articolo citato vengono amalgamati e confusi argomenti e situazioni con poco o nulla in comune tra loro: si parte con il puntare il dito sulla vicinanza dei locali scolastici al reparto covid (sono comunque ben più di due passi e le strutture non sono assolutamente comunicanti tra loro) e si scivola verso la protesta sul prolungato utilizzo dei container, che sicuramente non sono il massimo dell’efficienza abitativa ma non ledono la dignità “di alunni e cittadini” che li hanno per sede scolastica, come risolutamente affermato.

 

Non sarebbe stato più opportuno (e più serio) non “infilare” l’argomento covid nella legittima richiesta di chiarimenti sui tempi di rientro del Paladini e del Civitali nella sede storica? Qui siamo di fronte ad un maldestro tentativo di determinare, in chi legge , un sentimento di solidarietà con le presunte vittime della situazione facendo leva su di un timore diffuso quanto, in questo caso, immotivato per poi andare a parare da tutt’altra parte, come dimostra la citazione che segue, tratta dal succitato articolo:

Apprendiamo con favore il comunicato della creazione di una struttura sanitaria utile a tutta la popolazione e ne condividiamo il giusto risalto datone dal vostro notiziario ma, allo stesso tempo restiamo sbalorditi di fronte al silenzio che grava attorno alla nostra situazione Dove non risulta chiaro se la situazione sia quella del presunto stato di pericolo per la vicinanza (molto relativa, come detto) al reparto covid o la non ottimale condizione in cui gli studenti hanno frequentato e frequenteranno le lezioni

Quanto poi ai timori di contagio, i “nostri bamboli” corrono certamente più rischi negli incontri ravvicinati a cui sottopongono se stessi e gli altri in orario extra-scolastico che non nelle ipotetiche, per adesso, ore di lezione nei container e nella palazzina sedi del Liceo delle Scienze Umane. A meno che…stormi di virus alati ed armati sfuggiti al controllo dei presìdi sanitari non organizzino perigliosi attacchi contro gli inermi studenti (nei locali ci sarebbe anche il personale scolastico, ma di esso a chi cale?), con il concreto rischio che, rimbalzando su alcune teste, se il dna conta qualcosa, le avanguardie virali si facciano male!

Buon anno a tutti

 

Lucca, 31 dicembre 2020

 

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