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Farsa Italia | La tragedia del governo Conte si è trasformata in opera buffa

di Christian Rocca

Esprimendo i migliori auguri di guarigione al ministro Luciana Lamorgese, positiva al virus corona, e ai suoi colleghi del governo in isolamento cautelativo dopo la notizia dell’esposizione inter pares durante il Consiglio dei ministri, siamo costretti a confermare che la tragedia italiana si è rapidamente trasformata in farsa.

 

Cominciamo dall’inizio: «Fonti di governo presenti alla riunione raccontano all’Adnkronos che la responsabile del Viminale avrebbe appreso di essere positiva da un pezzo online di un giornale».
  Cioè il ministro dell’Interno che sovrintende la Digos, la Polizia di Stato e le indagini giudiziarie per conto delle procure, l’antidroga, l’antimafia, la polizia postale contro i crimini informatici, le prefetture, la sicurezza nazionale e altre bazzecole di questo tipo ha appreso da un sito Internet di essere positiva al virus. Il ministro dell’Interno!

 

Povera stella, come da protocollo, Lamorgese ha prontamente avvertito i colleghi riuniti a Palazzo Chigi, i quali hanno fatto subito sapere all’Adnkronos che i giornali online conoscevano la notizia della positività prima del Viminale, facendo fare una figuraccia alle istituzioni che inopinatamente rappresentano.

 

Siamo in buone mani, non c’è che dire. Che cosa può andare male?

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, invece, si è vantato quattro giorni fa di aver preparato un piano favoloso «per dare agevolazioni alle nostre imprese» in modo che adesso «all’estero esportiamo solo i prodotti italiani delle nostre aziende», e quindi d’ora in avanti grazie all’intrepido capo della nostra diplomazia non esporteremo più querce canadesi, tappeti persiani o mobili Ikea e non parliamo nemmeno dei computer Apple, delle auto Bmw o dei Boeing 747, basta, è finita la pacchia, non li esportiamo più.

 

È la seconda volta che Di Maio dimostra platealmente di non conoscere il significato elementare di import\export, mentre l’altro ieri ha spiegato che da quando ha scelto di fare politica ha «rinunciato a tanto», il nullafacente Di Maio, senza specificare che la rinuncia maggiore evidentemente è stata quella di frequentare con profitto le scuole dell’obbligo.

 

Ma ieri, a Repubblica, il ministro si è superato: mentendo o non sapendo di che cosa stesse parlando, o forse tutte e due le cose, Di Maio ha detto che «il Mes vale 300 milioni, non 37 miliardi», confondendo il risparmio in termini di interessi che avremmo usufruendo del prestito Mes rispetto all’emissione di titoli di Stato (300 milioni) con l’ammontare dei soldi messi a disposizione dal Mes per rifondare la sanità pubblica (37 miliardi) più altri analfabetismi da competizione.

Questa è l’Italia oggi, un paese guidato da Rocco Casalino e da Giuseppe Conte, scelti il primo per consentire a una società di web marketing di avere il polso di Palazzo Chigi e il secondo per fare da segnaposto del governo Di Maio-Salvini prima e Di Maio-Pd dopo. Un governo che secondo lo standard di Giuseppe Conte è composto dai «migliori», ministri talmente bravi e competenti e adeguati al compito che il premier ha dovuto delegare a Domenico Arcuri la lotta al Covid, con i risultati ormai noti, a vari personaggi improbabili la sanità calabrese e a una task force di trecento (300!) persone il piano di rilancio dell’Italia.

 

Che cosa può andare storto?

Sappiamo però che si può peggiorare, che si può sprofondare ancora più nel grottesco. L’America c’è riuscita. Rudy Giuliani, uno dei volti più rappresentativi della grottesca Amministrazione Trump con cui, unici in occidente, si sono tanto trovati bene Conte e Di Maio, nell’ultimo mese si è fatto filmare da Borat mentre si slacciava i pantaloni, ha convocato una conferenza stampa davanti il giardiniere Four Seasons, confondendolo con la nota catena di alberghi di lusso, ha detto talmente tante bugie su inesistenti brogli a danno di Trump da farsi colare sul volto la tintura dei capelli, ha scorreggiato un paio di volte durante un’audizione elettorale in Michigan e, da negazionista incurante del pericolo, ieri si è preso il Covid, anche se non sappiamo se l’ha saputo da un sito Internet, da un maniscalco o da Borat.

 

Auguri anche a lui, comunque, l’ex eroe di New York trasformatosi in una macchietta. Gli americani se la sono vista brutta, e chissà quante ne vedranno ancora, ma perlomeno adesso hanno il vantaggio di aver già cacciato questi personaggi surreali, inadeguati e criminali, sanno che il 20 gennaio la cosca dei Trump smamma dalle stanze del potere per lasciare finalmente il posto agli adulti. La nostra stagione populista, invece, non è affatto finita. Abbiamo ancora Conte, Di Maio, Casaleggio e i loro volenterosi complici. Fatevelo dire da un giornale online: siamo positivi al virus degli incapaci. Serve un vaccino, subito, anche a rotelle.

(da www.linchiesta.it - 8 dicembre 2020)

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