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INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE, il gioco del rumore, del  fumo e del silenzio

 

di Antonio Rossetti

 

La scelta di  indicare queste tre parole, o fasi,   è un modo per esprimere una  ripetuta insoddisfazione per l'uso del modo  di informare e comunicare.

  Da  molti  si sente parlare di   proposte  e impegni con l'obiettivo di mettere i cittadini nelle condizioni di conoscere e comprendere.

La Pubblica amministrazione (Governo, Regioni, Enti locali, e gli stessi ministeri)  in più occasioni hanno affermato e, in qualche caso,  deciso di  informare in modo completo.

In qualche caso lo hanno fatto pur  creando sistemi di ingresso difficilmente raggiungibili sulle pagine dei loro siti web, con molti ostacoli, compreso il non aggiornamento delle pagine, o attraverso comunicazioni di sito in costruzione, di  pagine in costruzione, in sostanza  con modalità tali da scoraggiare la ricerca e così  rendere non accessibile  ciò che dovrebbe essere di pubblico accesso.

  Di questo argomento penso di potere svolgere un  approfondimento, in modo documentato, in altro momento, in questa occasione ho scelto di  riflettere sul modo con  il quale si forniscono, da parte dei giornali, Tv, radio e informazione online,  le notizie, interviste ed opinioni  sui grandi avvenimenti e su quelli che, l'editore, decide che siano “grandi”, per  fare  “paginate” e ripetuto rumore, successivamente,  alzare il fumo con un'altra” bomba”, per annebbiare la precedente e dopo pochissimo cancellarla, senza dare  notizia degli esiti. Obiettivo raggiunto, la notizia  diventa stancante ed esce di scena completamente.

Non voglio esprimere un giudizio sui giornali, ovviamente  ciascuno compra o legge quelli che  sceglie, ma è l'idea di incompletezza che rende  poco credibile  l'informazione.

Non sottovaluto neppure  il fatto che vi siano scelte redazionali più vicine a posizioni politiche e partitiche, espresse o meno, da chi scrive o dalla proprietà, ma ci sono alcune notizie, definite importanti, per i fatti e per i soggetti interessati che non  trovano  una conclusione  del percorso.

Non è un film che deve avere  un finale, o una storia, o altro argomento  che si conclude, ma non  si può urlare in prima pagina quasi cascasse il mondo  e poi non dire cosa è successo davvero.

  Per fare qualche esempio, di cronaca o di altro. Non so quanti sono stati  in grado di avere conoscenza di come sia finito tutto il polverone,  alzato in tutte le regioni, circa i soldi spesi irregolarmente, almeno così si leggeva in quei mesi, da parte di gruppi e consiglieri regionali, tutto risolto? Come? Era vero? Qualcuno ha pagato? Chi?

Di recente la richiesta, da parte di alcune centinaia di amministratori,  con cariche elettive,  delle prestazioni a favore di piccole imprese e partite iva, per  gli interventi di sostegno alle imprese, a   seguito della pandemia.  Anche in questo caso grande rumore, poi tanto fumo, ma ci sono notizie circa la conclusione? Come è andata? Lo stesso si può dire di molti casi legati al Covid19, comprese le vicende collegate di materiali e attrezzature, con grandi silenzi di Ministri e Governatori interessati. Altra  vicenda di cui si parlò molto, contenuta nel  referendum con il quale si decideva  del CNEL, qualche informazione, oltre che sui costi, di cosa abbia  prodotto il Cnel in questo periodo post referendum, visto che  sempre più spesso si ricorre a collaborazioni esterne per attività che, il Cnel potrebbe svolgere per il Governo e Parlamento?

Ancora, le vertenze aziendali, oltre 150, nessuna informazione, quante sono quelle risolte? Quante aziende  sono state trasferite e dove, quali definitivamente chiuse e cosa  si sta facendo per recuperare  produzioni e occupazione ?.  Non solo Ilva e Alitalia, ma tutte le altre.  Solo in un caso , anni fa, ho trovato un giornale che pubblicava l'elenco completo delle situazioni di crisi aziendali, ed oggi  quali sono  le situazioni in quelle  realtà territoriali e delle persone che  sono in età lavorativa?

Altre importanti vicende riguardano la gestione dei rifiuti e dei danni ambientali causati  dai reati, piccoli e grandi.

In alcuni casi vi sono dispute giudiziarie aperte, spero che vi sia comunque informazione sugli esiti, così come si dovrebbe fare dopo avere  evidenziato fatti e persone, istituzioni, imprese, associazioni, o altri mondi. Informare sugli esiti è cosa importante sia per i casi di condanna sia  di quelli che, al contrario, si risolvono a favore delle persone, o altri soggetti indagati e successivamente scagionati, con riferimento alle leggi.

   Non si tratta di far diventare il sistema informativo  una “crono informazione”, ma ci sono esempi che  possono essere interessanti.

Proprio l'informazione quotidiana sulle  vicende legate al covid 19, come “pandemia” e quindi riferita ai casi di infezione e decessi, può essere considerato un esempio positivo, seppure non trasferibile  a tutti i casi.  Lo stesso esempio dei lavori del Ponte di Genova, non solo ha mantenuto il programma, ma l'informazione è stata  periodica ed utile.

   Alcune fonti, per chi è interessato, forniscono dati completi (composizione del parlamento, legislazione, trattamenti, lavori parlamentari), so bene che gli interessi e le fonti sono molte altre, ma di fronte ai casi o fatti  rilevanti le informazioni “vanno in silenzio”  dopo pochi giorni e spesso per sempre. 

In sostanza si tratterebbe di indicare, per i grandi e rilevanti “fatti”, un percorso, periodico con  tempi da definire in base alla caratteristiche  dell'avvenimento, per completare  l'informazione  e non  cancellarla per far si che si dimentichi tutto.  Per tornare all'esempio  delle Regioni, queste   sono passate, in pochi anni, da ente da maledire ed eliminare per i costi eccessivi, ovviamente per  alcuni, ad avere assunto un rilievo, oggi, tale da chiedere  maggiore autonomia.

   Ovviamente non tutto è legato alla informazione, ma all'azione concreta, dalle fonti da cui attingere le notizie. Alcuni giornali  hanno sì scelto di offrire  anche buone notizie,  notizie non “esplosive”, pur sapendo che sono le altre a migliorare  gli incassi, sarà così? Anche al polverone e alle bufale ci si abitua col  passare del tempo chi  perde credibilità perde anche nelle vendite.

 

Lucca, 30 settembre 2020

 

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