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Coro dell'ultimo atto della tragedia COVID

 

di L.M.L.

 

 

La poesiola che segue non è stata composta con l’intento di scherzare su una tragedia che ci coinvolge a tutti i livelli, né per sdrammatizzare una realtà che si va facendo sempre più seria, quanto per sottolineare con l’arma dell’ironia ( ammesso che io sia stata capace di utilizzarla in modo accettabile) le responsabilità, gravi e pesanti, che molti, moltissimi di noi hanno o hanno avuto nel peggiorare la situazione che ci è toccato di attraversare e che nemmeno i profeti più accreditati della “scienza” astrologica sanno  quando e come andrà a finire.

E’ stato ipotizzato, da fonti autorevoli, che presto l’umanità sarà coinvolta in un conflitto di immani proporzioni scatenato dall’esaurirsi delle riserve petrolifere, oppure delle risorse idriche: mi permetto di aggiungere un’altra motivazione, ironica ma non comica: l’esaurimento delle riserve ( se mai ce ne sono state) di sano, elementare buon senso! Le prime preoccupanti avvisaglie si sono già appalesate e rese vieppiù evidenti dal dilagare dei contagi da covid: guardiamoci intorno e cerchiamo di combattere con le armi del succitato buon senso le follie sul tema che ci vengono propinate ogni giorno, soprattutto dai  minchionauti più accreditati!

 

 

Tra chiese, palazzi e bei monumenti

Già fieri e robusti ed oggi cadenti

Che gente straniera in vacanza ammirò

Si annida un nemico assai periglioso

Da cui anche un popolo ardente e orgoglioso

Per quanto ci provi salvarsi non può.

 

Alcuni sbarrando finestre ed entrata

Si illudon di averla per ora sfangata:

e per sicurezza non escono più

poi studian, sentendosi quasi scienziati,

contagi, guariti, decessi e intubati

sperando che il covid si fermi a Cantù.

 

Alcuni parlando del  virus letale

Non pensano esista o che possa far male

si accalcan per vicoli e piazze in città

Dichiarano al mondo con tono alterato

Che tutto il fenomeno è stato inventato

Dal gran capitale che servi ci fa.

 

Chi pensa e sostiene con tono saccente

Che come creatura animata e vivente

 il virus corona è anch’esso da amar

 per non portar danno a quell’esserino

rifiutano cure, igiene e vaccino

da veri coglioni si vanno a ammalar

 

Intanto nelle aule deserte e cadenti

Risuona insistente un rumore di denti

Che aumenta di tono ogni giorno di più:

banchettano i topi coi libri lasciati

Da alunni e docenti da marzo eclissati

Da scuole già attive nel tempo che fu

 

Son solo visibili lungo le scale

Cacate di ragni, di mosche e zanzare

Lasciate lì immote da mesi a seccar

Rimangon le scuole deserte e cadenti

ma in piazza imperversano gli adolescenti

intenti soltanto a bere e fumar

 

e mentre va avanti la bella allegria

la parte d’Italia più anziana si avvia

l’eterna sua pace nel cielo a gustar

e intanto indirizza corposi accidenti

ai propri più giovani incauti parenti

che portano avoli e nonni a schiattar

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E dentro le aule deserte e cadenti

Risuona insistente un rumore di denti

Che aumenta di tono ogni giorno di più:

banchettano i topi coi libri lasciati

Da alunni e docenti a marzo scappati

Da scuole operanti nel tempo che fu

 

Intanto si vedono lungo le scale

Cacate di ragni, di mosche e zanzare

 

Lasciate a seccare nei dì di chiusura

In quanto la scuola non era sicura

E alunni e docenti non c’erano più

 

Lucca, 31 agosto 2020

 

 

 

 

 

 

 

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