logo Fucinaidee

Due chiacchiere politiche attorno al Ferragosto 2020

di Paolo Razzuoli

Per sfuggire i rigori della canicola agostana, il giorno di Ferragosto sono andato a prendere un po' di fresco nella nostra bella alta Garfagnana. Faceva caldo anche lì, ma l'aria era decisamente meno umida, quindi si respirava molto meglio.
Mentre ero seduto ad un tavolo di un localino caratteristico, al tavolo accanto c'erano due persone, un signore ed una signora, che chiacchieravano di politica. Una conversazione che ho trovato interessante, e che ha pertanto attratto la mia attenzione. provo a ricostruirne i passaggi più significativi, chiamando i protagonisti con nomi di fantasia: Ernesto e Fiorella.

Ernesto. - Questo Ferragosto sembra politicamente piatto. La gente si sta godendo le ferie come può, cercando di divertirsi se pur con un senso di inquietudine a causa dei dati non certo confortanti sulla diffusione del Covid-19. Eppure qualcosa di politicamente significativo c'è stato: mi riferisco all'approvazione delle nuove direttive da parte dei grillini. Cosa ne pensi?

Fiorella. - Anzitutto direi che Conte non può essere poi così tranquillo, e non a causa del dossier giudiziario di cui si è parlato in questi giorni: sono tutte vicende destinate all'archiviazione. Ciò invece di cui deve preoccuparsi è il patto M5s-Pd, prova di un indebolimento del ruolo del premier e della necessità, per le forze di maggioranza, di ricompattare il fronte anti-salviniano, in vista delle prossime regionali e dell’ingorgo istituzionale costituito da legge elettorale e referendum sul taglio dei parlamentari. Questa mi pare sia la lettura di ciò che sta accadendo nel M5S. Naturalmente sui tempi non si può avanzare alcuna previsione. Molto dipenderà dall'evoluzione dell'emergenza da Coronavirus: di fronte ad una eventuale recrudescenza dell'epidemia, nessuno troverebbe il coraggio di fare una crisi di governo. Inoltre c'è il problema di chi dovrebbe sostituire Conte: un argomento spinoso, di difficilissima soluzione. Altro argomento destinato a pesare è l'esito delle prossime elezioni regionali. Insomma le varianti sono molteplici, ma il quadro è in movimento direi su tre versanti: uno politico, uno strategico, il terzo internazionale.

Ernesto. - Il tuo pensiero è veramente ben articolato; mi farebbe piacere che tu ne approfondissi i vari aspetti.

Fiorella. - Ebbene, cercherò di accontentarti.
Questo governo è nato circa un anno fa con l’unica motivazione di bloccare Salvini. Non ha mai avuto un progetto in positivo, ma soltanto uno scopo in negativo, come dicevo di bloccare Salvini. Credo che stoppare Salvini sia stata una buona cosa, ma certo non sarebbe stato sufficiente in un contesto ordinario, figuriamoci con le sfide poste dall'emergenza Coronavirus. Su questo presupposto, non può stupire che dopo un anno di vita ha prodotto risultati gravemente inadeguati. In più ha creato un piedistallo a Conte che è riuscito ad imporsi su Di Maio e Zingaretti. Perché dalla mancanza di una visione politica dei partiti di maggioranza ha ricavato un grande spazio di manovra, che la pandemia di Covid-19 ha aumentato.

Ernesto. - Dici risultati gravemente inadeguati: non ti sembra eccessivo?

Fiorella. - L’incapacità del governo in materia economica è davanti a tutti. Il punto è che questi risultati così carenti non interessano né al Pd né ai 5 Stelle. Li infastidisce piuttosto il fatto che Conte sia diventato il dominus della maggioranza. Da qui il patto, che va visto come il tentativo da parte di M5s e Pd di superare la loro debolezza.
Se poi mi chiedi come si evolverà la vicenda, la mia risposta è che è al momento Impossibile dirlo. MI pare di dover sottolineare che pur essendo da un anno insieme al governo, non sono stati in grado di elaborare una visione essenzialmente per un motivo: M5s è nato come forza di contestazione della “Casta”. Ma la casta, intesa come principale forza di governo, è sempre stata il Pd. I Cinquestelle sono arrivati in Parlamento nel 2013, quando c’era il governo Monti e il Pd dava la linea, poi si sono susseguiti vari governi ispirati dal Pd fino al 2018. Tra le due forze, M5s e Pd, l’opposizione era totale.
Poi nel 2019 si mettono insieme senza uno straccio di riflessione. Ora cercano di creare le condizioni per fare un’alleanza, ma ciò implica che M5s cambi pelle.

Ernesto. - E quale pelle dovrà assumere?

Fiorella. - Dovrà prendere quella di una specie di partito di estrema sinistra disposto ad allearsi con il partito della sinistra di governo. Mi viene in mente l’esempio di Podemos in Spagna, che ha una consistenza non molto lontana dai 5 Stelle e governa con i socialisti. Ora l’obiettivo di M5s e Pd è dare una base politica all’alleanza. In questa prospettiva, una prima indicazione verrà dalle prossime elezioni regionali. Certo appare veramente complicato immaginare un orizzonte all'altezza delle necessità, fra forze che hanno avuto - almeno sinora - visioni così distanti.

Ernesto. - Fin qui hai enunciato questioni preminentemente politiche. Qual è invece la dimensione strategica?

Fiorella. - L’Italia attraversa la più grave crisi dal secondo dopoguerra. Sembra che Pd e M5S vogliano farcelo dimenticare, ma non è possibile nascondere a lungo la polvere sotto il tappeto. Avere una strategia vuol dire capire cosa fare davanti a un cumulo di problemi enormi. Il Pil registra una caduta dell’11-12%, ildebito pubblico lieviterà al 180% del Pil. Intorno a noi la situazione internazionale diventa sempre più complessa e difficile, dalla Libia al Libano, dal Mediterraneo orientale ai rapporti con la Cina. Siamo al centro di una grande area di crisi e non abbiamo una linea di difesa degli interessi nazionali. A settembrei nodi verranno al pettine; quando riprenderà la vita politica, faranno tutt’uno con l’emergenza economica. Affrontare questi difficilissimi problemi con una compagine governativa divisa su tutto, mi pare veramente un grosso azzardo.

Ernesto. - Ma dimmi, pensi che sia il Pd che si sta ingrillendo o è il M5S che sta cambiando pelle?

Fiorella. - Ci sono segnali di evoluzione in entrambe le componenti. Comunque, credo che finora i sacrifici principali li ha fatti il Pd, perché per tenere insieme l’alleanza di governo ha dimenticato la propria storia. È nato come partito a vocazione maggioritaria, adesso vuole il proporzionale e non riesce a ottenerlo. Aveva una vocazione produttivista e vi ha rinunciato. Ha sempre difeso la centralità del Parlamento, dai tempi del Pci a quelli di Berlusconi, e adesso vota il taglio dei parlamentari sulla base di motivazioni anti-casta. Insomma il Pd si sta fortemente ingrillendo, anche se ci sono fattori strutturali che per fortuna frenano questa deriva. Il Pd è un partito organizzato ed è il riferimento primario di forti interessi internazionali che giocheranno ovviamente il loro ruolo.

Ernesto. - Puoi ora parlarmi dei risvolti internazionali?

Fiorella. - Con piacere. La cosa più significativa che ha fatto questo governo è stata quella di presentarsi con il cappello in mano in Europa per chiedere più soldi possibili. Li ha ottenuti, peraltro a debito. Ma adesso l’establishment europeo è molto preoccupato, e ne ha valide ragioni. Vede infatti che in Italia c’è un gran pullulare di spese che fanno salire il debito. I bonus non aiutano l’economia e la cassa integrazione non può durare in eterno. Tutti sanno che la ripresa è indissolubilmente legata ad un impegnativo disegno riformatore che richiede una solida democrazia governante ed una forte coesione di visione e di orizzonti, fra le forze di governo. Diciamolo chiaramente: questa maggioranza non possiede nessuno dei requisiti necessari. Se poi mi chiedi quale maggioranza potrebbe averli negli scenari attuali, la mia risposta è di taglio pessimista, perché una siffatta coalizione nell'attuale Parlamento non esiste. E questo è un grave problema per il nostro Paese: o la società nel suo complesso prenderà consapevolezza della necessità di cambiare passo, oppure è difficile immaginarsi ottimisti.
Comunque, tornando con i piedi sulla terra, è evidente che in vista dei passaggi gravi e difficili dell’autunno 2020 e di tutto il 2021, fino all’elezione del presidente della Repubblica, va costruita una guida più salda. Altrimenti l’Italia creerà problemi a tutti. Non ci sarà da attendere molto: le scelte che saranno fatte in merito al MES ed al piano da presentare in Europa per ottenere i soldi del Recovery Fund saranno il primo banco di prova.
Su Conte staremo a vedere. Ricordo una quasi legge fisica: più sono deboli i partiti che lo sostengono, più si rafforza il premier in apparenza non politico. Più i partiti si rafforzano, meno determinante diventa il leader non politico.

Ernesto. - E' stato veramente un grande piacere conoscere il tuo pensiero su temi così complessi. Oggi, purtroppo, siamo immersi in una cultura della semplificazione e della contrapposizione. Tutto viene ridotto a slogan e a pensieri semplici, buoni per i sondaggi, i social ed i Talk-show. Tu ti impegni a porre i temi in un'altra dimensione, quella della riflessione e dell'approfondimento. Un modo di ragionare che va sempre meno di moda e, purtroppo, i risultati si vedono. E' proprio questa semplificazione e approssimazione che sta facendo tanti danni, e che è una delle cause della diffusione della cultura populista nel mondo occidentale. Un virus direi peggiore del Covid-19, per il quale l'unico vaccino sarebbe quello di una nuova cultura della responsabilità e della consapevolezza di ricostruire quel capitale sociale che sembra essersi dissolto. Sono sfide gigantesche.
Ciao Fiorella, e grazie della conversazione.

Lucca, 17 agosto 2020

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina