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Non sapevo niente  - oppure  a mia insaputa

 

di Antonio Rossetti

 

L'uso, ormai frequente,  di “a mia insaputa”,  per dire non lo sapevo,  sta riempiendo le pagine dei mezzi di informazione per quel pasticcio dei Bonus (o sussidi) decisi da Governo e Parlamento per coloro che hanno  subito danni dal Covid 19.

 

Come sia nata la notizia, se diffusa dall'INPS in modo corretto o no, dovrà, doverosamente, essere accertato, così come  appare necessaria  una verifica per i ritardi e per le responsabilità dell'istituto nella corresponsione dei  trattamenti previsti per fronteggiare la crisi  economica e sociale esplosa  a causa della Pandemia di Covid-19.

 

La polemica  è gonfiata rapidamente con la caccia ai nomi dei Parlamentari e degli altri  livelli di governo regionale e locale, chi sono?  A quale “scuderia” appartengono? 

Si dice che la legge potrebbe avere  favorito  l'accesso, di chi non è stato colpito dagli effetti della Pandemia. 

Un errore, per la fretta, si dice, ma che conferma la necessità di competenze  in materie delle quali pochi sono  veramente esperti, anche nella lettura degli atti che poi approvano.

Questo limite potrebbe aggiungersi all'altro dichiarato, a “mia insaputa”.

 

Qualche “furbetto” ha già ammesso che a sua insaputa la moglie, la compagna, il consulente, o altri hanno provveduto a presentare domanda.  L'Inps ha liquidato  le prestazioni,  ora,  probabilmente. ci sarà una corsa forsennata a dichiarare restituzioni tardive, destinazioni di beneficenza, e chissà quali altre diavolerie per fingersi “all'oscuro”. 

All'insaputa sempre, anche  quando sono assenti dalle riunioni delle assemblee nelle quali sono stati eletti.

 

L'errore grave dell'Inps nel dire genericamente  che  ci sono oltre 2000 amministratori tra i “furbetti” ha generato, scorrettamente, una confusione tra i trattamenti, che sono enormemente diversi tra un deputato e un consigliere comunale, tra un  consigliere regionale è un amministratore di un piccolo comune. In sostanza tra chi ha un trattamento mensile, con tanti altri elementi accessori,  e chi ha un gettone di presenza per la partecipazione ad una seduta consiliare.

Non si capisce bene perché  non si è costruita  una normativa  che considerasse, redditi e condizioni, utili per evitare  errori, che comunque non si possono giustificare quando  si tratta di componenti Il Parlamento che il provvedimento lo hanno approvato  conoscendone gli obiettivi di fondo.

 

Gli errori devono essere  corretti con un provvedimento  che sia chiaro, convincente e tempestivo.  Non sarà facile il  recupero della   credibilità per coloro che li hanno commessi, ma il danno non può ricadere sulla solidità e ruolo degli organi elettivi.

 

Per questo  il dire “a mia insaputa”, o giustificare con la beneficenza tardiva o con altro espediente non serve a nulla. Sarebbe solo una presa in giro non sopportabile.

Il destino politico di queste persone dipenderà da molte cose, in primo luogo, se candidate, dal giudizio degli elettori.

 

Lucca, 12 agosto 2020

 

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