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Regione Toscana: mascherine, evviva la chiarezza...

di Paolo Razzuoli

Credo ci sia un filo rosso che tiene unite le vicende della gestione del coronavirus in Italia ad ogni livello: è il filo della confusione, dell'improvvisazione, del disorientamento.
Questo è quanto è stato percepito dagli italiani, dal diluvio di vanesie presenze televisive di politici (a partire dal presidente del Consiglio) e di presunti esperti, di confuse e contraddittorie disposizioni governative e regionali, di decine di "task force", di centinaia di pagine di decreti molto generosi nella carta necessaria per contenerli.
Questa percezione è ampiamente diffusa, e per rendersene conto basta stare fra la gente, anche fra quella più tranquilla, priva di atteggiamenti polemici, sostanzialmente incline alla fiducia nei confronti dei governanti.

Ma sembra proprio che per incrinare la fiducia ci si voglia metter tutta.
Un esempio viene dalla Regione Toscana, non certo una delle peggiori amministrazioni regionali, anche se sulla gestione sanitaria ci sono problemi importanti, prescindendo dall'emergenza coronavirus. Problemi che, a mio avviso, dovranno essere tenuti nel debito conto al rinnovo del governo regionale, pare rinviato al mese di settembre a seguito dell'emergenza Covid-19.

Dato atto che la Regione ha distribuito con apprezzabile tempestività e gratuità le mascherine, nella busta che contiene quelle attualmente in distribuzione alle edicole c'è un biglietto su cui è scritto:
“Le presenti mascherine non sono da considerarsi né Dispositivi Medici né Dispositivi di Protezione Individuale”.

Ho avuto modo di ascoltare la risposta data in Tv ad un quesito sollevato nel merito di questa dicitura.
Posso capirne il senso in burocratese (su cui qui non serve indugiare), Ma ci si rende conto dell'impatto disorientante sull'opinione pubblica di una simile dicitura?

Sembra proprio che si voglia raccogliere ogni occasione per alimentare il già scarso clima di fiducia fra cittadini ed istituzioni di governo.
Sinceramente mi dispiace, perché sono convinto che la fiducia nelle istituzioni rappresenti il fondamento di qualsiasi sana democrazia governante. In Italia sembra purtroppo che anche le cose più banali, (come un bigliettino in una confezione di mascherine), vengano gestite più per allentare anziché per riannodare il filo che deve tenere uniti i cittadini alle loro istituzioni di governo.

Lucca, 8 giugno 2020

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