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IL RISCHIO DEL CONTAGIO del  DECIDO IO

 

di Antonio Rossetti

 

La Pandemia  si è estesa, rapidamente nel mondo, dopo 70 giorni, in Italia, si tenta di riaprire  quelle attività che sono state completamente ferme, un ritorno che dovrà essere in sicurezza per evitare errori e brusche fermate, in zone o regioni dell'Italia.

Il 18 maggio 2020 può dirsi una data  rilevante per capire se i provvedimenti, la cautela, il rispetto delle regole sono state sufficienti a superare la fase acuta senza dimenticare che  il prezzo pagato dal nostro Paese è stato molto alto.

 

Se il tentativo di riaprire per tornare alla”normalità”, una normalità diversa da prima, non sono da trascurare, al contrario  meritano tutta l'attenzione  necessaria, i limiti e gli errori che questa “vicenda” ha messo in evidenza.

 

Errori e limiti

 

Errori legati alle scelte in materia di Sanità, di assistenza e prevenzione, che nel corso degli anni si sono estese e che hanno prodotto tagli, investimenti errati, in strutture e servizi, con differenze evidenti tra le regioni.

Gli scandali per “affari” e corruzione non sono mancati neppure in questa vicenda.  La gestione dei provvedimenti, la differenza tra ciò che si è promesso e la pratica attuazione ha determinato forti reazioni.  Le truffe e i favori  per il reperimento  delle mascherine, le opere “improvvisate” e costose, oltre che inutilizzate, la carenza  di mezzi per la  protezione e la sicurezza degli operatori e per la salute delle persone in cura, la inadeguatezza e insufficienza di strutture ed attrezzature per l'emergenza, la vicende della case di riposo e altri centri, la vicenda delle carceri.

Si tratta di argomenti che non  si possono liquidare,  senza una seria riconsiderazione delle scelte,  che hanno contribuito negativamente all'alto livello di decessi, oltre 30 mila  ad oggi.

 

L'impreparazione e la sottovalutazione, almeno all'inizio, hanno causato molte vittime anche tra gli operatori in prima linea negli ospedali,  nelle case di riposo, tra i medici di famiglia.

Tutte situazioni che meritano un esame approfondito, l'accertamento delle responsabilità e, laddove siano riscontrate inadempienze, errori, operazioni irregolari, illecite,  vi sia  trasparenza nei fatti e giustizia verso le vittime e familiari.

La  posizione  deve essere chiara su tutte le vicende  che hanno  determinato il tutto a partire  dalle origini della epidemia, fino ad oggi e per il dopo, senza sconti per nessuno.

 

L'errore del solo io

 

Torno a sottolineare l'errore di non avere gestito in modo unitario, con le forze politiche, le regioni, gli altri livelli istituzionali, con le rappresentanze del lavoro  e della imprenditoria, i passaggi  nelle decisioni rilevanti. Qualche timido segnale  è stato sovrastato da forme di “ decido io”, che nel corso del tempo si è diffuso a molti livelli, non solo alla Presidenza del Consiglio.

Anche  la vicenda  delle chiamate, molte centinaia, a supporto delle decisioni, necessitano di  verifica occorre  sia per il costo sia per  le responsabilità e dei ruoli. 

L'appello a stare uniti non può essere considerato un “silenzio” su tutto, sulle decisioni e su provvedimenti che, per essere concreti e utili, necessitano di convinzione  con argomenti  veri,  non con appelli generici e tanto meno con le frasi di circostanza” non lasceremo nessuno indietro, quando, al contrario,  indietro restano in molti, moltissimi.

 

L'Europa e il Mondo

 

Una riflessione necessaria  per oggi e per il futuro dovrà tenere presente   il rapporto ed il confronto con altri Paesi, in Europa  e l'intero mondo, per tentare di ricostruire relazioni vere e non corse al “comando io”.

Ritardi, errori di sottovalutazione, concorrenza nelle cure, gara per il vaccino, sono argomenti importanti per capire quanto  ci sia di coesione contro un ”grave fenomeno mondiale”, e quanto invece vi sia  di competizione per assumere posizioni di monopolio e di prevaricazione, di dominio nel mondo.  

Non può sfuggire  il ruolo della Ue e di alcuni Paesi che pretendono di porre veti quando si tratta dell'Italia, e al tempo stesso comportarsi come concorrenti su  argomenti importanti, che  dovranno trovare soluzioni comune, ad esempio il sistema fiscale, le condizioni sociali, e altro ancora.

 

L'Europa unita può avere senso solo se  è luogo della ricerca  di soluzioni unitarie, altrimenti è qualcosa di poco più di un accordo al ribasso per tentare di raccogliere ciò che è possibile.

 

I dati del contagio nel mondo

 

Le considerazioni critiche verso  il Governo del nostro Paese, non impediscono di leggere, attraverso i dati, il comportamento di altri Paesi, a partire da coloro che hanno, inizialmente, trattato con sufficienza la gestione della Pandemia in Italia.

Dopo la Cina, l'Italia, si è trovata in grave evidenza, basta leggere i dati  di marzo 2020 nel  confronto tra Italia ed altri Paesi.

Questi, Spagna, Russia, Usa, Gran Bretagna, avevano il vantaggio di poter analizzare gli errori e i limiti  del nostro Paese per non ripeterli.

Presunzione e sottovalutazione hanno fatto il resto.

Il confronto dei dati  del 18 marzo e quelli del 18 maggio 2020 consente di   comprendere meglio  queste considerazioni, nel rispetto delle realtà e delle persone di altri paesi che   hanno pagato e pagano il prezzo di errori, almeno in porte evitabili.

Il Presidente degli Usa, Della Gran Bretagna, il presidente del Brasile, avevano maggiori possibilità di evitare sia la diffusione della pandemia che  le conseguenze per la popolazione. paese.

 

 

Dati al 18 marzo  :Cina 82.007; Italia 27.980;  Spagna 11.178; Francia 6.573;  Usa 3.576,; Brasile non presente prime 23 posizioni nel mondo; Inghilterra: 1.954;     Russia:  non era presente nelle prime 23 posizioni nel mondo. 

 

 

Dati del 18 maggio 2020: Usa: 1.432.265; Russia: 290.678; Gran Bretagna 243.699; Brasile 233.142; Spagna 231.660 ; Italia: 225.886; Germania 174.697; Francia 140.036; Cina 84.484.

 

Quale sviluppo in Italia?

Il clima non sembra facile.

La ripresa, per molti versi, è più difficile della fase di chiusura.

I ritardi per le risorse a favore di imprese e lavoratori, per  le fasce di povertà, la disputa tra regioni e governo, le manifestazioni di imprenditori e dei partiti, le stesse discussioni all'interno della maggioranza su scelte strategiche e per l'attuazione delle decisioni, possono determinare  difficoltà di quadro politico sempre in bilico tra rimpasti ed elezioni.

Il momento richiede maggiore condivisione, ma per questo occorre una capacità e disponibilità che non appaiono  chiare e tali da favorire il superamento  delle divergenze.

Le questioni aperte sono molte, a partire dalla scuola, al turismo, alla ripresa di settori  della produzione e dei servizi, alle vicende delle risorse della unione europea.  Troppe e difficili da governare.

Se a questo aggiungiamo il termometro dei sondaggi, sempre più diffusi e sempre meno credibili, è facile immaginare che l'orecchio sia attento  a questi, in sostanza alla convenienza di parte.

 

Gli italiani, nonostante tutto, hanno dimostrato  molta disponibilità, ma sarebbe un errore abusarne.

 

Lucca, 19 maggio 2020

 

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