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Perché il no al Mes sarebbe insensato. Buttare soldi dalla finestra?

di Pietro Saccò

Per capire se l’Italia fa bene a rifiutare il prestito del Mes bisognerebbe consultare uno dei tanti italiani che da settimane aspettano i soldi della cassa integrazione, impantanati nella burocrazia tra Regioni e Inps. Ci sarebbe da chiedergli se, secondo la sua esperienza, è una buona idea prendere una banconota da 100 euro e buttarla nel cestino.

La stessa domanda andrebbe poi proposta a chi, anche nel governo e in Parlamento, si ostina a dubitare che all’Italia possano servire i 36 miliardi di euro di prestiti anti-pandemia del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Quel prestito, per com’è stato approvato ieri dall’Eurogruppo, arriverebbe a condizioni molto vantaggiose: un tasso dello 0,1% per 10 anni. Per ottenere un prestito a 10 anni con l’emissione di Btp, l’Italia oggi deve pagare l’1,8%. Bastano due conti. Il prestito del Mes, commissioni comprese, ci costerebbe circa 400 milioni di euro di interessi in 10 anni. Raccogliere la stessa cifra emettendo Btp ci costerebbe, sempre in un decennio, 6,4 miliardi. C’è una differenza di 6 miliardi, cioè 100 euro per ognuno dei 60 milioni di cittadini italiani. Che senso ha buttarli via?

Se rischiamo di buttare quei 100 euro nel cestino è perché quello che da settimane ha trovato spazio nel dibattito politico italiano non è la linea di credito anti-pandemia del Mes, ma un fantoccio del fondo salva-Stati. Mentre a Bruxelles si trattava su un preciso strumento di aiuto che prevede come unica condizione l’uso dei fondi per finanziare le spese dirette e indirette collegate alla pandemia, a Roma c’era chi straparlava del rischio dell’arrivo della troika e di commissariamento del Paese. Minacce irreali, perché - sembra che serva ripeterlo all’infinito - la linea di credito anti-pandemia non ha niente a che fare con i programmi di salvataggio dei Paesi in crisi che il Fondo ha contribuito a finanziare e portare avanti negli anni passati con esiti discutibili. In comune tra quelle operazioni di salvataggio e questa linea di credito c’è solo il "timbro" del Mes, perché è da lì che arrivano i soldi, raccolti attraverso obbligazioni garantite dagli 80 miliardi di euro già versati dagli Stati della moneta unica. Cioè da una forma particolare di Eurobond.

Quest’anno il ministero del Tesoro deve trovare più di 450 miliardi di euro per finanziare un deficit che supererà il 10% del Pil e rimborsare i titoli di Stato che vanno in scadenza. I 36 miliardi di euro a prezzi da saldo che possono arrivare dal Mes non risolvono i nostri problemi, sono un debito da ripagare, ma ci fanno risparmiare 6 miliardi. Rinunciarvi perché qualcuno non ha capito o fa finta di non capire di che cosa si sta veramente parlando sarebbe un oltraggio "ideologico" ai sacrifici affrontati dai cittadini italiani.

(da Avvenire - 9 maggio 2020)

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