di Antonio Polito
Il pendolo fa oscillazioni lente, ma prima
o poi torna al punto di partenza. In
principio fu la sinistra antirazzista che
abbracciava i cinesi e #bergamononsiferma.
Poi la sinistra di governo cominciò a
chiudere perché la salute prima di tutto e
allora la destra reclamò «aprire aprire
aprire» perché la libertà prima di tutto. Le
tristi circostanze della storia costrinsero la
destra a diventare rigidamente
«chiusurista» in Lombardia e Veneto. Al
punto che quando la sinistra, in omaggio
alla cultura, aprì le librerie, Fontana mise
metaforicamente mano alla pistola e le
chiuse.
Fu allora che le procure, che a
differenza delle imprese sono rimaste
aperte, decisero di indagare sull’eccesso di
decessi nelle case di cura lombarde, proprio
mentre la London School of Economics
calcolava che ovunque in Europa la metà
delle morti sono avvenute nelle case di cura.
La mafia, per una volta innocente dello stato
del Sud, decisamente migliore di quello del
Nord, viene invocata come concausa del
«disastro lombardo», ma non si capisce che
ruolo abbia svolto al Centro.
Gli ambientalisti chiedono a gran voce guanti,
mascherine e visori in plexiglass incuranti
della plastica di cui sono fatti.
Lo scrittore di sinistra dice che i lombardi se la sono un po’
cercata, con la loro ossessione per il lavoro e
l’inquinamento. Poi muore lo scrittore di
sinistra Sepúlveda, che non viveva sotto il
cielo lombardo, e speriamo che ora nessuno
scrittore di destra dia la colpa alla
gabbianella e il gatto.
(dal Corriere della Sera - 17 aprile 2020)