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IL VOTO DELL'EMILIA ROMAGNA VISTO DALLA LOMBARDIA

 

di Antonio Rossetti

 

L'analisi del voto, in ogni competizione elettorale, è sempre stata occasione di giudizio di parte, con motivazioni e scuse, tanto che  si dice che  non perde mai nessuno.

Chi raffronta l'esito con le elezioni precedenti, o con le politiche nazionali, con le europee, lo fa con l'attenzione a non dire mai, o quasi mai, non abbiamo ricevuto il consenso che aspettavamo, oppure siamo andati male, con o senza analisi sulle motivazioni.

In Emilia Romagna, le elezioni Regionali, erano state caricate di significati impropri, attribuendo al voto un rilievo nazionale.

Non era  normale, il voto regionale è per la scelta del Governo della Regione, cosi come quello dei sindaci per il comune e via di seguito.

Chi ne aveva fatto un test nazionale, e non ha vinto, oggi torna a valutare la presenza in consiglio regionale, mentre chi non riteneva fosse un test nazionale, il Governo va avanti lo stesso indipendentemente dal voto in Emilia Romagna, oggi chiede più spazio perché i cinque stelle hanno ricevuto pochi voti.

 

Il Parlamento non ha subito cambiamenti, salvo gli spostamenti recenti di parlamentari che hanno lasciato  il partito o movimento che li ha eletti per  scegliere altro raggruppamento, ma la sostanza, ad oggi, dei numeri non cambia per  effetto delle elezioni regionali, può cambiare per altri motivi.

 

L'elettore “sceglie” sempre, così è accaduto in Emilia Romagna per le elezioni Europee,  per le amministrative, così è avvenuto per le elezioni Regionali.

Si potrebbe discutere a fondo di sondaggi strumentali, di nuove e vecchie forme di propaganda e di informazione, ma i dati sono questi.

Chi ha vinto  e chi dice di non aver perso, faccia  le proprie analisi e le proprie scelte, la politica e il governo delle istituzioni viene percepito e anche valutato dai cittadini elettori.

 

Quindi Bonaccini, presidente uscente ha ricevuto maggiori consensi  degli altri candidati ed è andato oltre la  somma dei voti e la percentuale delle liste che lo hanno dichiaratamente sostenuto.

 

Un certo stupore, ma forse non è il termine giusto, lo suscita la dichiarazione, sempre se questa corrisponde al vero, del Presidente della Lombardia.

In Emilia Romagna, l'esito del voto sarebbe stato  determinato dai centenari (diciamo da 90 a 100 anni e più), e dai disabili, che sarebbero stati accompagnati a votare Pd.

 

Se vera, è una dichiarazione, che mette in evidenza una posizione molto chiara.

In sostanza  i cittadini non dovrebbero essere tutti uguali, il diritto di voto non  dovrebbe riguardare una parte della popolazione, ed al tempo stesso si potrebbe  prendere in considerazione l'ipotesi che  nessun disabile e nessuno della fascia da 90 anni in su  abbia votato per  i partiti e candidati del centro destra.

 

Credo che il presidente della regione Lombardia non pensi cose  gravissime come l'esclusione dal voto di persone che ne hanno diritto.  Infatti le leggi prevedono  utili sostegni per coloro che  per condizione incontrino qualche difficoltà, quindi  sostegni ad includere, non esclusioni.

 

Se invece corrispondesse al vero che una parte di popolazione riscontri una “capacità di governo regionale” attenta alle persone in condizione di bisogno, quindi politiche sociali  volte  all'inclusione, e nel voto esprime consenso per tali scelte si potrebbe sperare in una migliore qualità della vita in tutto il nostro Paese, e non solo. Questo potrebbe interessare il presidente della Lombardia e non solo, ma tutte le istituzioni.

 

So bene che  le questioni sono molte di più e non sarebbe male che la discussione, anche durante la campagna elettorale, segnasse il contenuto di argomenti legati alla condizione di vita e di lavoro, e meno  carica di effetti emozionali di brevi momenti.

In questa materia ognuno fa ciò che pensa sia più conveniente per il suo successo.

 

Tornando al voto in Emilia Romagna e alla questione dei centenari, sulla  disabilità  non  mi soffermo in quanto mi pare complicato stabilire chi è disabile  al voto, avendone tutto il diritto, mentre dal voto sono escluse alcune persone per motivazioni  che la legge definisce, ma non per la disabilità.

 

I dati sulla popolazione per fasce di età presenti sul sito Tuttitalia, per la Regione Emilia Romagna,

sono: 4.459.477 abitanti in totale, di cui 54.012 nella fascia di età da 90 a 94 anni; 14.808 nella fascia di età da 95 a 99, anni; mentre sono 1.268 nella fascia da 100 anni e oltre. Il Totale della popolazione sopra 1 90 anni  è 70.088.

Nell'ipotesi che avessero votato al 100% e solo  Bonaccini,  i voti sarebbero stati questi, anche se sarebbe difficile immaginare che  nella media del 67.7% dei votanti in quella fascia di età si sia raggiunto il 100%.

 

Comunque per  coloro che amano i raffronti:

Il presidente Bonaccini ha ricevuto 1.195.742 voti;

Bergonzoni 1.014.672;

Benini 80.823;

Battaglia 10.979;

Bergamini 10.269;

Collot 7.029;

Lugli 5.983.

 

 

Infine da ricordare che la popolazione  non è molto diversa  da quella che ha partecipato alle elezioni europee del 2019 e ad  alcune elezioni amministrative recenti. Con importante  percentuale di votanti e con risultati non omogenei. Non sarebbe male, prima di esprimere valutazioni, leggere i dati e valutarli correttamente.

 

Lucca, 29 gennaio 2020

 

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