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FRANCESCO: UN PAPA “SOTTO ASSEDIO”

 

Di L.M.L.

 

Il concilio Vaticano II, indetto da papa Giovanni XXIII nel gennaio del 1959, prima ancora dell’inizio dei lavori suscitò perplessità e preoccupazione nella parte più conservatrice di Vescovi e Cardinali della Chiesa cattolica: l’intuizione profetica di un pontefice già anziano, consapevole che non sarebbe stato lui a celebrare la cerimonia di chiusura, avrebbe potuto sconvolgere il tradizionale e plurisecolare equilibrio su cui l’istituzione si era retta fino a quel momento.

Papa Roncalli aveva però coscienza che la Chiesa, nella sostanziale fedeltà al Vangelo, ha il  dovere di aprirsi e confrontarsi con il mondo e con gli uomini in mezzo ai quali vive ed opera e che l’adeguamento ai tempi e alle culture non significa tradire il riferimento doveroso e costante all’essenza più vera e profonda delle Scritture, della Tradizione e del Magistero, ma renderlo appunto più attuale e costruttivo.

Sono trascorsi 60 anni dall’indizione del Concilio, diversi pontefici si sono succeduti alla guida della “barca di Pietro”, il mondo ha vissuto e vive cambiamenti profondi ed esponenziali che la Chiesa, per sua stessa natura, non può esimersi dal comprendere e considerare se vuole continuare ad essere “lievito” di evangelizzazione e promozione umana.

Quanto fino a qui scritto può  aiutare a  capire con maggiore chiarezza  le difficoltà che l’attuale pontefice sta soffrendo e vivendo nel costante e coerente tentativo di promuovere una Chiesa che non si snatura per adattarsi al mondo (come molti temono e credono), ma è disponibile a comprenderlo per contribuire a migliorarlo; ciò che invece si vuole recepire, fuori e dentro la comunità dei credenti, è una parziale e distorta interpretazione delle esortazioni di papa Francesco: applaudito (giustamente) da laici,  laicisti e dai gruppi politici della sinistra, ad esempio, quando esorta all’accoglienza dei migranti  in nome della dignità di ogni essere umano, ferocemente criticato dagli stessi quando invita al rispetto di ogni stadio della vita, dal concepimento alla morte. In sostanza: viene citato a supporto di quanto si adatta alle nostre idee e principi , è un “passatista” quando parla contro l’aborto, l’eutanasia, le manipolazioni genetiche; in questo caso le critiche sono feroci quanto, spesso, scarsamente motivate.

Ciò che invece maggiormente preoccupa i “detrattori” interni alla Chiesa (soprattutto certa parte dell’episcopato), è  l’eccessiva apertura nei confronti di divorziati, omosessuali, di una parziale revisione della morale sessuale: addirittura qualcuno parla di eresia contro l’ortodossia cattolica, senza riflettere sul fatto che  parecchi di questi temi non coinvolgono dogmi di fede né sono riconducibili all’”ipsissima verba” di chi della Chiesa è stato il fondatore, quindi possono essere oggetto di  evoluzione in coerenza con i tempi.

In questa situazione, in cui ciascuno tiene conto ed interpreta le parole del Papa come più gli fa comodo, Francesco ha dichiarato apertamente di sentirsi sotto assedio, che è poi la situazione di chi nella Chiesa, da sempre, ha cercato il cambiamento, come si diceva, non per modificare o tradire il dettato evangelico quanto per renderlo  accessibile ad una umanità che sta vivendo situazioni che 2000 anni fa non erano previste né  prevedibili ; a questo proposito si possono citare, tra gli esempi più vicini all’oggi, i pontificati  innovatori,  perché profondamente radicati nella fedeltà al Vangelo, di Giovanni XXIII e Paolo VI, ai quali Bergoglio, viste le sue posizioni, si ispira costantemente.

Per concludere, l’auspicio è che le parole del Papa non vengano strumentalizzate secondo l’impostazione di chi le ascolta, ma accolte con il rispetto e l’attenzione che meritano: in un mondo in cui i social hanno dato voce alle polemiche e alle asserzioni più becere e superficiali, sarebbe molto grave se il capo spirituale di una Chiesa così significativa e presente nel mondo non dovesse sentirsi ed essere libero di proclamare i principi su cui questa da sempre si fonda.

Si tralascia, infine, di commentare l’iniziativa  di  gruppi di cattolici “integralisti” (degni eredi dei lefevriani) che hanno promosso una raccolta di firme per promuovere una sorta di “impeachment dogmatico” contro Papa Francesco: il Dio a cui si appellano avrà misericordia della loro povertà morale e della scempiaggine che li ispira!

 

Lucca, 1 ottobre 2019

 

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