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Le migrazioni, gli aiuti a casa loro, quali?

 

Di Antonio Rossetti

 

L'argomento non è certamente  di facile  analisi e ancora  più difficili sono le soluzioni.

 

Negli ultimi mesi la discussione  è rigidamente  bloccata. Molti paesi  dell'Unione Europea sono  fermi sulla posizione che si può tradurre in  sintesi: “diamo un po' di euro in più all'Italia, ma gli sbarchi sono solo in Italia”.

Una sintesi sbrigativa ma nella sostanza è così.

L'altro punto è quello delle  navi di Paesi europei che arrivano nei porti italiani  con le persone salvate dai naufraghi; anche in questo caso potrebbero risolverla, gli altri, ritirandosi, magari piano piano, fino a scomparire, quindi cancellando il problema.  Se non ci sono altre navi resteranno solo quelle italiane e  gli sbarchi dove? Solo in Italia.

In sostanza i Paesi dell'Europa nell'Unione e la Gran Bretagna non ne vogliono sapere dei profughi”economici”, per gli altri, che  scappano dalle guerre, si vedrà cosa fare.

 

Il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha detto che non è possibile aiutarli tutti in Italia, considerato che nessuno degli altri Paesi europei ha rispettato il riparto delle quote attribuite.

La proposta di aiutarli nel loro Paese non è nuova, anzi è molto vecchia.

 

Non sarebbe inutile sapere quali Paesi dell'Unione europea, che oggi si tirano fuori dalle responsabilità dell'accoglienza nei rispettivi Paesi, abbiano scelto, negli anni precedenti, di aiutare i popoli che oggi scappano per miseria, fame e guerra.

Il segretario Renzi farebbe  un buon servizio se aggiungesse l'elenco dei Paesi che ancora oggi aiutano le popolazioni “che fuggono economicamente”, per capire che tipo di aiuti  stanno portando.

 

Quali condizioni di sfruttamento, di accordi e vincoli, quali altri condizionamenti economici e militari derivano “dal colonialismo” mai superato.

Sarebbe un servizio alla chiarezza ed alle responsabilità. E' molto probabile che la fuga per ragioni economiche sia la conseguenza della prepotenza di quei Paesi che oggi si tirano indietro dalle responsabilità .

Basta visionare la mappa delle colonie nell'Africa, storicamente ed ancora oggi, in forme diverse, ma nella sostanza uguali.

 

L'Italia, di fatto, si trova  al centro del fenomeno migratorio e si sta facendo carico di pesi enormi; sarà in grado di conquistare prestigio per l'umanità nei salvataggi senza essere accusata di incapacità ad accogliere?

 

Non è certo facile, ma è bene che siano chiare tutte le motivazioni e le responsabilità.    Le dichiarazioni di comprensione per l'Italia, lasciandola sola ad affrontare  una emergenza ormai incontrollabile, sono  “una sostanziale”  e inaccettabile  offesa alle istituzioni e ai cittadini Italiani.

 

Cosa fare?

Chi ha argomenti per  chiarire fino in fondo quanto necessario per capire  il tutto lo faccia. Credo che la reazione in Italia sia oltre il livello di sostenibilità, inoltre sarebbe  indispensabile stabilire una strategia che  consenta di definire il fenomeno “temporaneo” puntando al ritorno del Paese di provenienza, ovviamente in  condizioni mutate per il Paese e per le persone.

Per questo occorre una politica che eviti “l'ozio” forzato per una formazione, professionale e generale”, che prepari al ritorno, nel proprio paese, con un livello professionale superiore  a quello di arrivo, nella prospettiva di un reinserimento nel proprio Paese  in condizioni mutate.

Certo è la strada più difficile, più faticosa e che richiede relazioni credibili a livello internazionale per l'Italia; è tuttavia l’unica capace di consentire, senza colonizzare, di avviare e consolidare rapporti economici che valorizzino invece di “sfruttare” popoli e Paesi.

Una analisi seria delle provenienze,  delle competenze e conoscenze di coloro che “sono fuggiti”

per necessità richiede un lavoro serio di accoglienza, non in baracche o tende  dove le persone sono ospitate, ma di ricerca  a partire dalle aspettative e dalla condivisione di progetti di ritorno.

 

Non è facile, anzi è più difficile, ma il rischio che corre l'Italia è di pagare due volte il costo di questo fenomeno, di vaste dimensioni, ovvero di farsi carico di accogliere con gravi tensioni nel Paese e di essere giudicata negativamente per la qualità dell'accoglienza.

Se l'Unione europea non si fa carico, per quote di oneri e responsabilità  e il problema ricade solo sull'Italia, dove si basano le ragioni per essere “Unione”?

 

a) Allegate le cartine dell'Africa “spartita”.

 

 

La spartizione del continente

L'Africa alla vigilia della grande spartizione

L'Africa alla vigilia della Prima Guerra Mondiale;
(notare l'espansione britannica in senso verticale, e l'espansione francese in senso orizzontale)

L'Africa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale

Colonie, territori e protettorati britannici:

       Egitto, occupato nel 1882 ma formalmente ottomano fino al 1914, indipendente dal 1936 ma sotto controllo britannico fino al 1956

       Sudan Britannico

        

       Africa Orientale Britannica:

       Kenya

       Uganda

       Tanganica, l'attuale Tanzania dal 1918 a seguito della sconfitta tedesca nella I guerra mondiale assegnata come mandato della Società delle Nazioni

       Somalia Britannica

       Africa Centrale Britannica:

       Rhodesia del Nord, l'attuale Zambia

       Rhodesia del Sud, l'attuale Zimbabwe

       Nyassaland, l'attuale Malawi

       Africa Meridionale Britannica:

       Bechuanaland, l'attuale Botswana

       Sudafrica, ottenne l'autonomia interna come dominion già nel 1910 come Unione Sudafricana battendo le repubbliche dei due boeri (contadini che si erano stanziati nell'Africa del Sud) in guerra

       Swaziland

       Basutoland, l'attuale Lesotho

       Africa del sud - ovest, l'attuale Namibia dal 1918 a seguito della sconfitta tedesca nella I guerra mondiale viene assegnata all'Unione Sudafricana in mandato della Società delle Nazioni

       Africa Occidentale Britannica:

       Gambia

       Sierra Leone

       Nigeria

       Camerun occidentale 1/5 del Camerun tedesco, l'attuale Camerun, dal 1918 a seguito della sconfitta tedesca nella I guerra mondiale assegnato come mandato della Società delle Nazioni

       Costa d'Oro attuale Ghana

Colonie, territori e protettorati francesi:

       Algeria

       Marocco (tranne la parte nord del Marocco Spagnolo e l'enclave di Sidi-Ifni sempre spagnolo)

       Tunisia

       Africa Occidentale Francese

       Mauritania

       Senegal

       Sudan francese, l'attuale Mali

       Guinea

       Costa d'Avorio

       Niger

       Alto Volta, l'attuale Burkina Faso

       Togo dal 1918 a seguito della sconfitta tedesca nella I guerra mondiale, assegnato come mandato della Società delle Nazioni

       Dahomey, l'attuale Benin

       Africa Equatoriale Francese

       Gabon

       Congo francese, l'attuale Repubblica del Congo

       Oubangi-Chari, l'attuale Repubblica Centroafricana

       Ciad

       Camerun orientale i 4/5 del Camerun tedesco, l'attuale Camerun, dal 1918 a seguito della sconfitta tedesca nella I guerra mondiale, assegnato come mandato della Società delle Nazioni

       Somalia francese, l'attuale Gibuti

       Madagascar

Colonie, territori e protettorati tedesche: (dopo la prima guerra mondiale ceduti come mandati a Francia, Regno Unito e Belgio)

       Camerun dal 1918 diviso 1/5 al Regno Unito e 4/5 alla Francia

       Africa Orientale Tedesca attuali Tanzania, Ruanda e Burundi dal 1918 al Regno Unito (Tanzania) e Belgio (Ruanda e Burundi)

       Africa Sud-Occidentale Tedesca, o Africa Tedesca del Sud-Ovest, l'attuale Namibia, dal 1918 al Regno Unito

       Togo dal 1918 alla Francia

Colonie, territori e protettorati portoghesi:

       Africa Occidentale Portoghese, l'attuale Angola

       Africa Orientale Portoghese, l'attuale Mozambico

       Cabinda

       Guinea Portoghese, l'attuale Guinea Bissau

       Isole di São Tomé e Príncipe

       Isole di Capo Verde

Colonie, territori e protettorati italiani:

       Libia

       Eritrea

       Somalia Italiana

       Etiopia dal 1936 al 1941 occupazione italiana

       Africa Orientale Italiana, dal 9 maggio 1936, (unione di Eritrea, Abissinia e Somalia Italiana)

Colonie, territori e protettorati del Belgio:

       Congo Belga, l'attuale Repubblica Democratica del Congo, fino al 1908 Stato Libero del Congo, colonia personale del re Leopoldo II del Belgio

       Ruanda dal 1918 a seguito della sconfitta tedesca nella I guerra mondiale

       Burundi dal 1918 a seguito della sconfitta tedesca nella I guerra mondiale

Colonie, territori e protettorati spagnoli:

       Marocco (regione del Rif a nord)

       Sahara Spagnolo

       Sahara Occidentale

       Rio de Oro

       Rio Muni e Fernando Poo, regioni dell'attuale Guinea Equatoriale

Nazioni indipendenti:

       Liberia

       Abissinia, l'attuale Etiopia, fino al 5 maggio 1936

 

 

 

 

Sintesi dei possedimenti europei

Situazione nel 1939:

       Totale Territori Francesi: 11.074.644 km²

       Totale Territori Britannici: 10.684.888 km²

       Totale Territori Italiani: 3.622.049 km²

       Totale Territori Belgi: 2.395.266 km²

       Totale Territori Portoghesi: 2.089.449 km²

       Totale Territori Spagnoli: 313.150 km²

Totale Territori Europei: 30.179.386 km² nel 1939

Situazione nel 1951:

       Totale Territori Francesi: 11.074.644 km²

       Totale Territori Britannici: 10.684.888 km²

       Totale Territori Belgi: 2.395.266 km²

       Totale Territori Portoghesi: 2.089.449 km²

       Totale Territori Italiani: 500.047 km²

       Totale Territori Spagnoli: 313.150 km²

Totale Territori Europei: 27.050.960 km² nel 1951

Situazione nel 1961:

       Totale Territori Francesi: 2.407.176 km²

       Totale Territori Britannici: 5.872.270 km²

       Totale Territori Belgi: 49.797 km²

       Totale Territori Portoghesi: 2.089.449 km²

       Totale Territori Spagnoli: 293.494 km²

Totale Territori Europei: 10.712.186 km² nel 1961

Situazione nel 1971:

       Totale Territori Francesi: 25.435 km²

       Totale Territori Britannici: 393.248 km²

       Totale Territori Portoghesi: 2.089.449 km²

       Totale Territori Spagnoli: 293.494 km²

Totale Territori Europei: 2.801.626 km² nel 1971

(fonte Wikipedia)

Lucca,15 luglio 2017

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