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Ballottaggio a Lucca: "Dalla storia il giudizio sul fascismo"

di Paolo Buchignani e Gianluca Fulvetti

Nelle elezioni per la scelta del sindaco di Lucca quasi 3000 voti sono andati al candidato di Casa Pound Italia, Fabio Barsanti, il quale, in campagna elettorale, ha proposto un populismo sovranista (“prima gli italiani”), che molti, soprattutto giovani, vedono come una soluzione a ingiustizie, strapotere della finanza, crisi economica, questioni di sicurezza. Una proposta che si nutre delle difficoltà, della paura dell’altro e del diverso, e che in realtà non risolve i problemi ma li aggrava, perché seminando odio, violenza e razzismo si divide la società, rendendola più vulnerabile di fronte ai nostri nemici, i terroristi in particolare, i quali, non a caso, in Francia facevano il tifo per la vittoria della Le Pen.
Il leader lucchese di Casa Pound si sforza di essere rassicurante e perbenista, ma la sostanza xenofoba e violenta del movimento affiora nei simboli, nel linguaggio (gli “schiaffoni educativi” a chi dissente), nei riti collettivi, nei riferimenti culturali e politici al fascismo italiano. Un regime che, coltivando il mito della rivoluzione e del suo duce, fu capace di sedurre non pochi giovani, i quali, certo, non erano tutti dei criminali.

Ma il giudizio storico su quel regime politico è netto e indiscutibile. Fascismo è sinonimo di dittatura (mancavano le libertà fondamentali, i dissidenti stavano in galera, ecc.), di leggi razziali, dell’alleanza con Hitler e dell’appoggio al suo disegno violento di pulizia etnica dell’intera Europa (lo sterminio di ebrei, rom, disabili, gay e poi, alla fine, anche di noi italiani, razza “mediterranea” ritenuta inferiore).
Nella nostra città significò arresto e deportazione di ebrei ad Auschwitz, uccisione di giovani che rifiutarono di arruolarsi, la delazione che portò all’assassinio di don Aldo Mei; tante stragi di civili innocenti (la Certosa di Farneta, S. Maria a Colle, di S. Lorenzo a Vaccoli, ecc).

Questi sono fatti, non interpretazioni. Dunque non si tratta di criminalizzare né chi, in buona fede, aderì al fascismo del Ventennio e poi della Rsi (dove pure i criminali c’erano) né, tanto meno quei ragazzi, coetanei peraltro dei nostri figli, che domenica 11 giugno hanno votato Casa Pound. Questi ragazzi dobbiamo invitarli a studiare la storia, perché senza conoscere il passato non possiamo orientarci nel presente. I problemi ci sono e ci sono sempre stati, ma le risposte sbagliate a problemi reali possono provocare immani tragedie, come è accaduto con i totalitarismi nell’Europa della prima metà del ‘900. La storia insegna che le soluzioni vere non si trovano nelle scorciatoie della violenza e della dittatura, ma nella libertà, nel pluralismo, nella solidarietà, nella condivisione: in quei valori della nostra Costituzione conquistati a costo di enormi sacrifici proprio nella lotta di liberazione dal fascismo.

Cosa pensano di tutto questo i candidati sindaci che si confronteranno al ballottaggio? Abbiamo sentito le parole di Tambellini, che pure deve prendersi l’impegno a lavorare in modo più sistematico e incisivo, sul terreno della politica della memoria, nelle scuole e sul territorio. Ancora nessuna invece da Remo Santini.

Lucca, 20 giugno 2017

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