Di Antonio Rossetti
Elezioni amministrative a Lucca: delusione per l'astensione oltre il 50%. – Candidature: segnale di impegno da parte dei giovani.
Archiviato il risultato del primo turno si passa, senza tante parole, al voto di ballottaggio.
Nemmeno un momento e subito via alla fase conclusiva.
Nonostante la brevità del tempo è, senza dubbio, utile il richiamo ad alcuni argomenti da non trascurare.
Il primo è quello della cosiddetta partecipazione al voto. L'astensione ha raggiunto cifre preoccupanti, almeno per coloro che credono che la partecipazione sia una parte fondamentale della democrazia.
Subito dopo, la distanza dalle forme di partito tradizionale, che oramai di tradizionale non hanno niente se, per tradizionale, si intende un partito strutturato, organizzato, con iscritti, organismi democratici eletti, con il confronto e la discussione sui programmi e gli uomini da sostenere.
Si parla quindi di qualcosa non attuale e molti si impegnano, attraverso le liste civiche, talvolta mascherate per non usare i simboli di partito, per ricercare un consenso con nuovi simboli, programmi, non sempre con nuove persone.
Liste che sono, in molti casi, liste personali che si esauriscono con l'esito del voto, raramente superano la stagione della campagna elettorale e subito dopo si conclude l'esperienza, nel migliore dei casi, con una ripresa in tempi successivi.
Archiviare senza “leggere” i dati delle elezioni, nel caso specifico, del primo turno al comune di Lucca è un errore. Il numero di 566 candidati consiglieri comunali, nelle 19 liste presentate, può essere considerato un segnale di impegno e di disponibilità a metterci la faccia, come si dice, quando in molti definiscono la politica una “roba” da cui stare lontani.
I 9 candidati sindaci a Lucca hanno ricevuto sostegno sia da liste di partito che da liste tradizionali. Tutto questo è evidenziato dai materiali di promozione delle candidature, il tentativo delle liste civiche per essere solido dovrà essere accompagnato da continuità nella presenza, da regole democratiche, da continuità di informazione, e da formazione dei quadri. In sostanza le liste civiche, quelle motivate seriamente, dovrebbero aspirare ad essere migliori dei partiti tradizionali anche in quelle parti di attività trascurate dai partiti stessi.
Se avranno la capacità di diventare un esempio anche i partiti potrebbero, se lo vogliono, migliorare se stessi sia nella scelta degli uomini, nella proposta, nei programmi e soprattutto nella qualità del governo con comportamenti esemplari, ma in senso positivo.
Tornando al voto del primo turno.
I candidati che non hanno avuto il risultato sperato non abbiano fretta di cancellare questa esperienza, ma cerchino di analizzarla.
Quali sono i limiti di rapporto? Cosa ha prodotto presentare l'immagine e postare continuamente il volto e qualche frase? Quanto viene prodotto dal materiale costoso, dai filmatini agli aperitivi e via dicendo? Sono alcuni degli interrogativi a cui dare risposte.
Per la parte relativa alle relazioni con le persone più vicine e quelle che ci hanno confermato il voto, che non è arrivato sulla scheda, è utile riflettere per capire meglio cosa si propone e cosa chiede l'elettore.
In queste elezioni, come in altre, le possibilità di far parte del consiglio comunale sono di 32 consiglieri su 566 candidati, quindi, la delusione è diffusa.
Delusione che non deve portare a rassegnarsi, ovviamente se l'impegno è motivato, per ripartire e costruire da ora in poi relazioni solide con attenzione alle realtà di persone e di cose.
La politica, si sa, non è solo immagine o slogan piacevoli, c'è di tutto, ma la fiducia si costruisce con il tempo e con i comportamenti.
Perché ho scelto di parlare delle persone che non hanno superato “il voto” e non dei 32 che andranno in consiglio?
La ragione è semplice ma importante.
Ho analizzato, come penso molti altri, la composizione delle liste, il totale dei candidati consiglieri nelle 19 liste è rilevante, lo avevo già detto sopra, ma la sottolineatura più interessante sta nella composizione per età .
Sono 134 i giovani nati dal 1982 compreso, il 24% circa delle candidature, mentre le persone con età superiore ai 70 anni, i nati prima del 1947, sono 33, pari allo 5,8%.
Le riflessioni su questo dato sono diverse, ad esempio si potrebbe dire che sono poche le persone impegnate in politica nonostante la presenza notevole di over 70 anni, quella che mi piace presentare riguarda la disponibilità dei giovani a misurarsi, pagando il prezzo delle fasi iniziali.
Se la delusione, momentanea, verrà sostituita con impegno continuativo si potrà immaginare e vedere, in concreto, una politica migliore, con partiti migliori, con movimenti e gruppi che trovano motivazioni nell'impegno per le comunità e per i luoghi di vita, in questo caso, del comune di Lucca.
Per questo è importante cogliere occasioni di partecipazione, a partire dai lavori del consiglio comunale, promuovere e partecipare a incontri su temi e proposte che riguardano la città e le persone, con altre occasioni di formazione e specializzazione sempre utili per conoscere.
Neppure in politica si nasce “imparati”.
Lucca, 16 giugno 2017