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Elezioni amministrative a Lucca: la citta' ha bisogno di un nuovo slancio

di Paolo Razzuoli

Lucca si sta avvicinando alle elezioni amministrative immersa in un clima di sostanziale indifferenza.
La campagna elettorale sembra non scaldare ne' cuori ne' cervelli. La citta' sembra non accorgersi di un avvenimento importante, i cui esiti peseranno comunque sul prossimo quinquennio: un periodo non breve, e che cade in un delicatissimo momento della storia del nostro Paese, quindi anche della nostra citta'.
A Lucca si e' presentato qualche leader nazionale, che ha radunato un po' di gente; qualche altra iniziativa ha mobilitato un po' di addetti ai lavori. Il dibattito pero' langue, al di la' dei consueti fendenti piu' o meno demagogici che si scambiano i contendenti, e dei logori riti di una campagna elettorale di basso profilo.

Ma se il dibattito vero non è decollato, i colpi bassi e la demagogia godono ottima salute, e faranno sentire i loro effetti per lo meno sino alla mezzanotte di venerdì 9 giugno, allorché si chiuderà una lunga, estenuante campagna elettorale, caratterizzata da una elefantiaca moltiplicazione di liste e di piccoli distinguo, dal riaffiorare di vecchi rancori politici e personali, da riposizionamenti legati anche alla situazione nazionale che hanno confuso ulteriormente un panorama che già alla vigilia non era proprio lineare.
Ritengo che dopo l'11 giugno si aprirà il secondo atto della campagna elettorale: quello per il ballottaggio. Lì però la partita si giocherà con un diverso mazzo di carte e con un nuovo gioco: avremo modo di parlarne.

Se il tema della crisi della politica italiana non fosse tanto serio da non autorizzare troppa ironia, si potrebbe dire che "La politica è in crisi ma gli aspiranti politici godono di ottima salute".
Un dato non solo lucchese: per accorgersene basta dare un fugace sguardo alle candidature a sindaco e/o consigliere dei comuni chiamati al voto la prossima domenica 11 giugno.
Ma per restare a Lucca, sulla scheda gli elettori troveranno ben 8 candidati alla poltrona di sindaco e potranno scegliere i consiglieri (si possono esprimere sino a 2 preferenze purché di genere diverso), fra ben 19 liste (nei comuni con popolazione superiore a quindicimila abitanti si può anche dare il voto disgiunto, vale a dire ad un candidato sindaco e ad una lista collegata ad altro candidato).
Insomma un esercito di aspiranti consiglieri che in queste settimane si sono sparpagliati nell'intero territorio comunale, cercando di convincere elettrici ed elettori con gli argomenti che sono in grado di esprimere e, tutti quanti, riempendoci tasche e borse di bigliettini (i cosiddetti santini) con foto sorridenti e qualche slogan.

Uno scenario difficile da dipanare per coloro che hanno una certa dimestichezza con la vita politica; figuriamoci come risulterà a chi da tale esperienza si tiene normalmente distante. Uno scenario sicuramente confuso e disorientante, alla cui chiarezza non giova certo questa anomala moltiplicazione di liste e candidature. Anzi, è proprio questa segmentazione ad attestare l'estrema debolezza della politica che, anziché ricercare un processo di sintesi attorno ad obiettivi chiaramente leggibili, si frantuma in una serie di rivoli ancorati non raramente a presupposti di indole meramente personalistici, ancorché ammantati di un civismo modaiolo che nasconde l'esasperazione dei peggiori difetti della politica (personalismi, mancanza di qualsiasi vero processo democratico, classe politica improvvisata e via dicendo).

Insomma, una gran confusione ed uno scenario che fa a pugni con le necessita' di una citta' e di un comprensorio che avrebbe invece bisogno di una forte capacita' di elaborazione politico-culturale per sapersi proiettare nelle moderne dinamiche dello sviluppo, che non possono essere affrontate con gli "arnesi politici" messi in campo anche negli ultimi anni, magari validi per una gestione ordinaria, ma insufficienti in un contesto in cui occorre coraggio, fantasia, capacità di saper gestire anche situazioni di dissenso che sempre accompagnano le scelte coraggiose: in poche parole, saper lanciare il cuore e lo sguardo oltre l'ostacolo.
Cifra questa assai poco presente nella classe politica italiana, più coinvolta nella ricerca del risultato immediato che non slanciata verso risultati di prospettiva, certo paganti nel medio-lungo periodo, ma spesso portatori di difficoltà nell'immediato.
Intendiamoci, mi riferisco ad un dato paradigmatico della politica italiana e non ad una specificità della classe dirigente lucchese che, dato non certo marginale, ha comunque il merito di tenersi ben distante dai disastri di certe amministrazioni, anche importanti, che conquistano gli onori della cronaca per disastri e/o inadeguatezze di varia natura.

Come scegliere

In questa giungla di candidati a sindaco e a consigliere comunale non è certo agevole scegliere, salvo scelte di natura ideologica il cui paradigma è stato tante volte sconfessato nelle politiche locali: una sorta di eterogenesi dei fini, per cui si pensa di votare per un progetto politico-amministrativo, poi nel percorso concreto ci si rende conto che si va totalmente in un'altra direzione. In questo senso non mancano certo gli esempi anche a Lucca, in varie consiliature.
Occorre quindi valutare con grande attenzione l'effettiva qualità delle proposte politico-programmatiche, unitamente al livello di affidabilità, anche sulla base delle esperienze pregresse, del personale politico che gli schieramenti sono in grado di mobilitare.
In questa direzione non ha certo aiutato una campagna elettorale gestita secondo la logica di "chi la spara più grossa", soprattutto sui temi sensibili, sicurezza, lavori pubblici, urbanistica, politiche culturali ecc., così come non possono ottenere alcuna credibilità attacchi provenienti da coloro che hanno in passato avuto ruoli di prim'ordine nella politica cittadina, dimostrando palese inadeguatezza per qualsiasi scelta che esuli dal bla-bla quotidiano.
A volte un brusìo e altre volte una roboante e chiassosa retorica frutto, al contempo, di una buona dose di superficialità, di desiderio di parlare alla pancia del corpo elettorale e, soprattutto in coloro che sono stati gettati nella mischia senza i necessari prerequisiti, di una palese ingenuità.
Inviare certi messaggi semplici, soprattutto sui temi a cui l'elettorato è più sensibile, è esercizio assai facile; ma i cittadini debbono sapere che un siffatto approccio ai problemi è illusorio, anzi ingannatorio.

Ma quali sono i nodi fondamentali da sciogliere per una buona gestione della politica a Lucca?
Senza sottovalutare la molteplicita' delle problematiche riconducibili alle competenze comunali, (urbanistica, lavori pubblici, sociale, scuola, partecipate ecc.) le questioni dello sviluppo economico assumono un rilievo particolare, poiche' il tema della crescita e del lavoro e' il "principe dei problemi" per risollevare la societa' dalla fase complicata in cui si trova e, soprattutto, per dare una prospettiva ai nostri giovani.
Che anche a Lucca ci siano situazioni di disagio se ne saranno sicuramente resi conto in primo luogo i candidati che, battendo il territorio palmo a palmo per la ricerca dei voti, avranno raccolto lo sfogo dei sempre piu' numerosi cittadini che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese.
Il tema dello sviluppo ovviamente non e' riconducibile esclusivamente al governo locale, ma che da questo puo' trarre forti impulsi positivi laddove si sappiano valorizzare e gestire al meglio le potenzialita' connesse con le specificita' del territorio.
Rispetto allo scenario che sta proponendo il mondo globalizzato, Lucca possiede risorse straordinarie che, se messe a sistema, possono garantire il futuro per le prossime generazioni.
L'immenso patrimonio artistico-culturale, (in primo luogo quello musicale), l'ambiente e il patrimonio urbanistico, le testimonianze di una storia ricchissima, l'eccellenza di molti prodotti agricoli (basti pensare all'olio e al vino) e la straordinaria varieta' delle tradizioni gastronomiche sono alcune delle tessere di questo ricco mosaico. A cio' si aggiungono alcune esperienze di eccellenza nel mondo della formazione, soprattutto dell'alta formazione, quali l'Istituto Musicale Boccherini, IMT e campus: realta' che, al di la' del valore formativo per gli studenti, possono offrire opportunita' di crescita di portata piu' complessiva, purche' se ne sappiano rafforzare l'integrazione, il ruolo e le competenze in un quadro sistemico di sviluppo della citta' e del suo comprensorio.
Ecco quindi che il focus si porta ad un tema tanto sventolato quanto sinora eluso: quello di riuscire a fare sistema. Oggi fare sistema e' una capacita' da cui nessuno puo' sottrarsi: lo impongono la globalizzazione, la complessita' e quantita' degli addendi dei problemi, la necessita' di razionalizzare le sempre minori risorse pubbliche, la necessita' di superare la frammentazione dell'offerta per privilegiare le potenzialita' dell'integrazione fra le specifiche di un territorio che, in una superficie relativamente modesta presenta una ricchezza straordinaria di storia, di cultura, di tradizioni (mare, montagna, civilta' contadine, grandi esperienze culturali ecc.). Una dimensione comprensoriale che ovviamente supera l'ambito del Comune di Lucca; la citta' ne e' pero' il cuore pulsante: solo da essa - se ne sara' capace - potra' partire quell'impulso necessario per imprimere una svolta di rinnovamento all'intero comprensorio.

Il nuovo contesto normativo, attribuendo funzioni di coordinamento culturale per l'intera provincia, può offrire strumenti da utilizzare con intelligenza ma con determinazione; strumenti che potranno rivelarsi ancor più incisivi se potranno essere usati in un contesto condiviso anche da altre realtà, a partire dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca il cui ruolo è imprescindibile per la messa in campo di virtuose politiche di sviluppo.

Prendendo ad esempio le iniziative culturali, vengo subito a sfatare la falsa convinzione che a Lucca si faccia poco. Non è assolutamente vero; anzi, forse a questo punto di iniziative se ne fanno sin troppe. Il tema vero non è quello della quantità bensì quello della qualità e della messa a sistema su base territorialmente adeguata. Occorre insomma avere la capacità di saper guardare verso orizzonti più ampi, cogliendo in questo senso le straordinarie opportunità del territorio. Insomma, la logica del selettore deve sostituirsi a quella del moltiplicatore, sapendo guardare in avanti, anche a scapito di qualche possibile perdita di consenso elettorale immediato.
In questa prospettiva, il dibattito pre-elettorale ha consentito l'emersione di sensibilità politiche e culturali più di altre coerenti con questa impostazione; credo che vada nell'interesse della città consentirgli di esprimersi in azione politico-amministrativa. Di contro, mentre le vere ragioni della specificità del comprensorio meritano assoluta tutela, ed in questo la classe politica deve dare ampia dimostrazione di sapersi sottrarre da qualsiasi forma di eterodirezione (vedi certe tentazioni di condizionamenti da parte di governanti regionali), una certa lucchesità un po' folcloristica mi pare sia più un dato di colore che non una prospettiva di governo credibile.

Non è certo agevole districarsi in questa giungla. In queste mie riflessioni non darò certo indicazioni di nomi, ma qualche dritta proverò ad abbozzarla.

Anzitutto non disertiamo le urne

Vorrei partire dal rivolgere un invito a non disertare le urne. Il distacco dalla politica e' forte ma la diserzione delle urne non fa che rafforzare il ruolo dei mestieranti della politica. L'antipolitica e' una tossina ammorbante per il corpo sociale. La politica e' di per se' "cosa nobile". Sono poi i comportamenti delle persone che possono esaltarne o sminuirne il significato. Non ho mai creduto al manicheo contrasto fra una societa' pulita ed una politica sporca: la politica e' specchio della societa'. L'analisi deve quindi impegnare l'intero corpo sociale che dovra' rivedere il suo modo di porsi nei confronti della politica, a partire dalle richieste che ad essa vengono di sovente rivolte.
Se in momenti di espansione puo' diffondersi l'illusione che la societa' possa progredire indipendentemente dalla politica, oggi non e' sicuramente cosi', stante un contesto politico-sociale estremamente complesso, ed una crisi difficile, ormai molto lunga e dalla quale non siamo fuori, che richiede capacita' di sintesi politica e di governo. Oggi insomma la politica e' particolarmente necessaria ed e' chiamata all'assunzione di responsabilita' straordinarie.
Il problema vero e' quindi quello della qualita' della politica: e' questo l'obiettivo a cui gli elettori dovranno puntare con le loro scelte. Un indicatore che riguarda qualsiasi livello di governo, quindi nazionale e locale.

IL mio primo appello è quindi quello di andare a votare: si potrà fare domenica 11 giugno, dalle ore 7 alle ore 23.

I programmi

Scorrendo i programmi di molte delle liste in campo, ci si imbatte in un florilegio di ovvieta'e di "libri dei sogni". tutti ritengono di interpretare i bisogni della gente e di essere i piu' capaci a tradurli in atti concreti. Differenze naturalmente ci sono, soprattutto per cio' che attiene alcune delle questioni che rappresentano il terreno piu' fertile per le demarcazioni ideologiche.
A mio modo di vedere, occorre privilegiare quelle proposte che puntano su una logica di sistema, guardando a proposte che abbiano un senso nel mondo contemporaneo. Le Mura di Lucca sono una straordinaria testimonianza storica ed uno dei più bei monumenti al mondo di questo genere. Il centro storico che racchiudono è uno straordinario museo a cielo aperto. Le Mura, forse però hanno anche costituito una sorta di barriera, anzitutto psicologica, ad aprirsi verso l'esterno. Oggi il mondo è cambiato; è proprio dalla capacità di saper guardare a Lucca come parte di un territorio più articolato e complesso, che potranno arrivare le risposte più idonee alla creazione di condizioni solide di sviluppo.
Credo si tratti di un tema fondamentale, su cui la consapevolezza non è uguale nelle varie piattaforme politico-programmatiche. Nella scelta del sindaco e dei consiglieri comunali è opportuno tenerne ben conto.

Il profilo del consigliere comunale

Con le elezioni, i cittadini sono chiamati ad eleggere, oltre al sindaco, il consiglio comunale. La macchina amministrativa si avvale di altri organi, primo fra questi la giunta municipale, ma e' il sindaco che ha la prerogativa di nominarla. Sulla scelta del sindaco inevitabilmente si pone il focus delle lezioni locali. Non per questo va trascurata la scelta dei consiglieri comunali.
Occupiamoci quindi del consiglio comunale, che e' un organo di grande importanza del governo cittadino. Se e' vero che l'azione amministrativa in senso stretto e' affidata alla giunta municipale, e' pur vero che il consiglio comunale e' deputato a dettare la linea rispetto alle grandi scelte strategiche su cui si articolera' l'azione amministrativa.
L'esercizio adeguato della funzione di consigliere comunale, al di la' dei luoghi comuni, presuppone una serie di qualita' che, nella esperienza concreta, purtroppo e' patrimonio di pochi.
E' importante che il corpo elettorale consideri con attenzione l'indicazione della preferenza personale, (se ne possono esprimere due purché a candidati di sesso diverso), attribuendola a figure che, oltre a possedere un chiaro profilo di onesta', di trasparenza nei comportamenti, di coerenza, di rettitudine morale, siano provviste di qualita' coerenti con l'esercizio del ruolo a cui aspirano.

Senso del bene comune. - Al fondo della sfiducia nella politica, c'e' la constatazione che i politici si muovono piu' per consolidare i privilegi della casta che per la tutela del bene comune. Oggi il bravo politico e' quello che sa muoversi nel complesso dedalo dei partiti o delle loro correnti, per garantirsi piu' o meno importanti scampoli di potere. La coerenza e la rettitudine delle posizioni sono quasi viste come un disvalore.
Occorre una radicale inversione di rotta, affidando il ruolo di consigliere a figure che interpretino il loro ruolo come autentico servizio nella tutela dell'interesse pubblico, in modo coerente con il mandato ricevuto, al di fuori di qualsiasi interesse di posizione personale.

Competenza. - L'esercizio attivo e consapevole del ruolo di consigliere comunale, stante la molteplicita' e complessita' dei temi di cui deve occuparsi, presuppone un bagaglio di conoscenze e competenze acquisibili solo con un serrato lavoro di studio e di ricerca. Un buon consigliere comunale non si improvvisa. Un tempo funzionavano le scuole di partito e prima di sedersi in consiglio era richiesta una lunga gavetta. Oggi tutto questo non esiste piu' e spesso si mandano allo sbaraglio persone che, catapultate in quel ruolo, non possono far altro che ridursi a ingenui esecutori di ordini. Ovviamente esistono altri ambiti nei quali si puo' maturare un patrimonio di conoscenze e capacita' spendibili nel governo della cosa pubblica: il mondo della formazione, del volontariato, dell'associazionismo, delle professioni, possono essere buone fucine per prepararsi al governo della cosa pubblica. Sta all'elettore, con l'attribuzione della preferenza, contribuire a dare alla comunita' lucchese un consiglio comunale coerente con i compiti a cui e' chiamato.

Coerenza politica. - Ormai il trasformismo e' quasi una regola. Ci sono candidati consiglieri con alle spalle qualche mandato, che hanno votato tutto ed il contrario di tutto: non importa, basta rimanere a galla. Ebbene, questi comportamenti non possono essere premiati. E' il caso di valutare il curricolo dei candidati, non importa sforzare troppo la memoria per andare a tempi lontani, per allontanare dal governo della citta' coloro che nulla hanno saputo esprimere, al di fuori di una certa abilita' nel sapersi camaleonticamente riciclare per galleggiare in tutte le acque.

Per concludere

Ho vissuto questa campagna elettorale da spettatore, ma non da spettatore distratto. Pur non avendo partecipato ad alcuna iniziativa elettorale pubblica, ho letto con cura i programmi, le liste dei candidati, il dibattito sui mezzi di informazione. Inoltre conosco bene di persona molti protagonisti della vicenda, ed ho anche accolto richieste di incontro pervenutemi da alcuni candidati.
Conversando con conoscenti ed amici, di sovente mi viene chiesto quale sarà la mia scelta. Come risposta, indico alcuni parametri che adotterò quale direttrice per l'espressione del voto:
- Coloro che frequentano questo sito non avranno certo dimenticato il mio impegno in favore del Sì al referendum per la riforma costituzionale. Mi si obietterà che questa vicenda non ha alcun collegamento con la politica locale: non concordo, giacché le grandi scelte di politica nazionale attestano schemi culturali e politici destinati anche a farsi sentire nelle scelte di politica locale. Ebbene, non voterò alcun schieramento che comprenda forze a suo tempo posizionate sul No al referendum.
- Coerentemente con l'analisi qui sviluppata, il mio consenso andrà a quella proposta che meglio sappia disegnare scelte strategiche e di prospettiva sui grandi temi dello sviluppo del territorio. Un territorio inteso come assieme dei sottosistemi che lo costituiscono e che, se gestito con idonei strumenti, potrà tradursi in una straordinaria opportunità di crescita economica, sociale, culturale e civile per l'intera comunità.
- Per il consiglio Comunale accorderò la preferenza (o le preferenze) a candidati che sappiano coniugare le qualità necessarie per l'esercizio di questa funzione: senso del bene comune, onestà, necessaria esperienza e competenza, coerenza politica.
All'interno delle liste ci sono candidati con questi requisiti: con un po' di attenzione si possono individuare.....

Cliccare qui per l'elenco dei candidati a sindaco e delle liste per il Consiglio Comunale

Lucca, 6 giugno 2017

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