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Prossimo rinnovo delle amministrazioni locali. Un esercito di candidati alla ricerca del consenso

di Paolo Razzuoli

Il prossimo 11 giugno oltre nove milioni di italiani saranno chiamati a rinnovare i consigli e a scegliere il sindaco in oltre mille Comuni. In provincia di Lucca le elezioni riguarderanno La città capoluogo, Camaiore, Porcari, Bagni di Lucca e Forte dei Marmi.
Fra i municipi capoluogo di Regione in cui si voterà: Genova, Palermo, L’Aquila. Tra le città che superano i 100mila abitanti, oltre a Genova e Palermo, sono interessate anche Padova, Monza, Parma, Piacenza, Taranto e Verona.

Insomma, un appuntamento politico di tutto rilievo, non solo per il numero di elettori coinvolti, ma perché - collocandosi a breve spazio di tempo dalle prossime elezioni politiche - ovviamente rappresenta un indicatore dell'orientamento degli elettori.
Un test che dovrà comunque essere valutato con attenzione, stante le diversità fra le elezioni locali e quelle politiche.
Comunque da questo voto qualche risposta potrebbe arrivare anche sulle scelte future a livello nazionale. Ma con una differenza sostanziale: mentre la legge elettorale per i sindaci garantisce con il ballottaggio di avere un vincitore certo, se l’attuale sistema di voto non verrà riformato difficilmente la sera dello scrutinio per il nuovo Parlamento sapremo quale governo guiderà il Paese. C’è solo da augurarsi che il risultato delle amministrative fornisca indicazioni utili alle forze politiche per accelerare i tempi sulla nuova legge elettorale. I segnali in questa direzione sono tutt'altro che incoraggianti.

Il 13 maggio è scaduto il termine per la presentazione delle candidature e delle liste: qualche valutazione politica possiamo quindi trarla.
Come emerge dai dati che più avanti riporto, c'è una grande confusione nell'orientamento dei partiti nazionali, o quanto meno di ciò che di essi ancora esiste. In alcuni casi sembrano riaggregarsi vecchie alleanze: schieramenti di centrosinistra, quindi sfumando il senso politico della recente scissione a sinistra del Pd, in altri casi schieramenti di centrodestra, soprassiedendo ai contrasti fra la Lega di Salvini e Forza Italia di Berlusconi.
Schieramenti che vedono i partiti tradizionali alle prese con uno schema di alleanze locali in pieno contrasto con quanto accade (o non accade) a livello nazionale.
Certo questi schieramenti sono di sovente costituiti dall'incontro delle liste dei partiti con un firmamento vastissimo di liste civiche: una via di uscita che offre la possibilità di ritrovarsi attorno ad una candidatura per la poltrona di sindaco e al suo progetto politico-programmatico, in qualche modo prescindendo dal quadro politico nazionale.
Insomma, mediante il civismo si cerca di focalizzare la specificità della dimensione locale, costruendo attorno ad essa anche convergenze che appaiono problematiche e lontane nella dimensione nazionale.

Tuttavia, come ben si potrà evincere dai dati sotto riportati, le situazioni sono molto articolate e la confusione è grande.
Anzitutto mi pare di dover sottolineare l'altissimo numero di liste civiche: un fenomeno in crescita, che (penso sia difficile smentirmi) attesta la crisi dei partiti e, più in generale, le incertezze dell'attuale quadro politico.
Che i partiti non abbiano più appeal sugli elettori è cosa di tutta evidenza; che la risposta giusta sia quella della dilatazione del civismo è altro discorso.
Sicuramente in Italia (e non solo) c'è un problema di qualità della politica. Ma la cattiva politica si combatte con la buona politica, non certo accentuando i difetti di quella cattiva.
Ne consegue che la crisi dei partiti, (nel contempo causa ed effetto del decadimento della qualità della politica), si supera mediante uno sforzo per riformarli, non certo per abbatterli. Una democrazia sana non può infatti prescindere dai partiti: certo partiti diversi da quelli immaginati nell'immediato secondo dopoguerra, ma pur sempre indispensabili, quali strumenti di organizzazione della partecipazione alla vita politica dei cittadini e, compito non certo marginale, di formazione e selezione della classe dirigente.
Il ricorso al civismo è una risposta "facile e semplice" che può far breccia nei sentimenti di disaffezione alla politica di ampie fasce di elettori, ma che non può essere la via maestra su cui incamminarsi per migliorare la qualità della politica.
Anzi, diciamolo con franchezza, dietro molte liste civiche (evitiamo ovviamente qualsiasi generalizzazione) si nascondono molti dei peggiori difetti della politica: ambizioni personali, assenza di qualsiasi organizzazione democratica, personale politico improvvisato, assenza di una visione capace di superare la mera contingenza.
Analisi sicuramente valida per i grandi comuni ma che non si può applicare tout court ai piccoli comuni, nei quali momenti di aggregazioni civiche possono affondare le radici in fattori riconducibili a specificità amministrative locali, rispetto alle quali possono risultare preferibili piattaforme amministrativo-programmatiche non necessariamente riconducibili alla dialettica politica di contesto nazionale.
Ciò premesso, il segnale per i partiti è chiaro: o troveranno la forza e gli strumenti per riorganizzarsi su basi nuove, oppure il loro percorso di declino sarà irreversibile.

Circa un mese ci separa dalla apertura delle urne per il primo turno elettorale. Sarà un mese in cui l'esercito dei candidati cercherà di raccattare il maggior consenso possibile, in una gara di lusinghe e di promesse, spesso giocata sulla logica di "chi la spara più grossa".
Un contesto che non favorisce certo gli elettori, nella scelta di un progetto politico-amministrativo per la loro comunità, unitamente a candidati che sappiano offrire adeguate garanzie per la sua realizzazione.
Insomma, l'eccessivo pullulare di liste e di candidati, la presentazione di programmi fumosi e non raramente privi di qualsiasi base concreta, sono una ulteriore cartina di tornasole della complicata fase della nostra vita politica e un elemento di disorientamento degli elettori nell'espressione di un consenso attorno ad un chiaro progetto utile per la comunità in cui vivono.
Ovviamente è chiara la logica a cui si ispira la moltiplicazione delle liste: più candidati ci sono in giro a cercar voti meglio è; una logica di semplice calcolo elettorale, non certo utile allo scopo di aiutare l'orientamento del corpo elettorale a cui non serve - senza alcun dubbio - l'eccessivo ampliamento del menù delle liste.

Veniamo ora alle situazioni di alcune città, grazie ai dati pubblicati dal sito del Sole 24 Ore.

Amministrative, presentate liste e candidati sindaci

Sono scaduti alle 12 di sabato 13 maggio i termini per la presentazione negli uffici comunali delle liste, con annesso simbolo, di candidati consiglieri comunali collegate agli aspiranti sindaci, in vista delle amministrative dell'11 giugno che coinvolgeranno 1.014 comuni , di cui 25 capoluogo e 161 sopra i 15mila abitanti). Eventuale ballottaggio il successivo 25.
Ecco cosa troveranno gli elettori di alcune città sulla scheda che gli verrà consegnata al primo turno.

A Genova 9 candidati, la Cassimatis corre sola

Sono nove i candidati sindaco a Genova, quindici le liste per il consiglio comunale e cinque quelle per i municipi. Per il centrosinistra si presenta l'assessore comunale uscente alla protezione civile Gianni Crivello. Per il centrodestra il manager Marco Bucci. Il Movimento cinque stelle schiera l'orchestrale Luca Pirondini. In lizza anche altri due esponenti della diaspora pentastellata: la docente Marika Cassimatis alla guida della lista omonima e Paolo Putti, consigliere comunale fuoriuscito dal Movimento, che guiderà la lista Chiamami Genova. Gli altri candidati sono Arcangelo Merella (Ge9si Siamogenova), Marco Mori (Riscossa Italia), Stefano Arrighi del Popolo della Famiglia e Cinzia Ronzitti per il Partito comunista dei lavoratori.

A Palermo Orlando ci riprova, corsa a sette

In corsa ci sono l'uscente Leoluca Orlando, l'ex Idv e Pd Fabrizio Ferrandelli sostenuto dal movimento 'I coraggiosi' e anche da Fi e Cp-Pid, Ugo Forello per i 5stelle, il vice presidente del consiglio comunale Nadia Spallitta appoggiata dai Verdi, Ismaele La Vardera con al suo fianco anche 'Noi con Salvini' e 'Fratelli d'Italia' e l'avvocato Francesco Messina con il “Centro riformista”. L'architetto indipendente Ciro Lomonte, sostenuto dal movimento 'Siciliani liberi', è in questo momento l’unico candidato ufficiale a sindaco di Palermo. La lista è stata depositata ieri, primo giorno utile per la presentazione delle candidature. Ma ad aspirare alla poltrona più alta del comune di Palermo ci sono altri sei pretendenti, in campagna elettorale da alcuni mesi e pronti a depositare le liste entro mercoledì prossimo, termine ultime consentito dalla legge in Sicilia.

A Verona 10 candidati e 25 liste

Sono 25 le liste a sostegno di 10 candidati sindaco depositate per le elezioni comunali di Verona dell'11 giugno, con eventuale ballottaggio il 25. I candidati sindaci sono: Patrizia Bisinella sostenuta da 7 liste (Lista Tosi, Ama Verona, Fare con Flavio Tosi, La Voce della gente Radio libertà, Csu-Unione Veneta, Verona si muove, Pensionati Veneti); Federico Sboarina con 7 liste (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia-An, Battiti per Verona domani, Partito pensionati, Verona + sicura, L'Indipendenza noi Veneto), Michele Bertucco (sostenuto dalle civiche di sinistra Verona in Comune e Sinistra in Comune), Orietta Salemi (che ha vinto le primarie del Pd ed avrà il sostegno di 3 liste: Pd, Eppur si muove, Civica Salemi), Alessandro Gennari per il Movimento 5Stelle, Michele Croce (Lista Verona Pulita Michele Croce), Filippo Grigolini (Il Popolo della Famiglia), Marco Giorlo (Tutto cambia), Roberto Bussinello (Casapound), William Dapiran (Msi-Destra Nazionale). La ventiseiesima lista “Civica attiva” è stata presentata solo in una Circoscrizione.

Sfida a otto a Piacenza

Sfida a otto quella per le comunali di Piacenza dell'11 giugno. Otto sono i candidati sindaco, 15 le liste. Il centrosinistra difende la poltrona che Paolo Dosi ha lasciato libera dopo un solo mandato candidando l'indipendente Paolo Rizzi (Partito Democratico, Piacenza al futuro Rizzi sindaco, Piacenza più Rizzi sindaco), la sua sfidante principale sarà Patrizia Barbieri (Barbieri sindaco Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega Nord, Prima Piacenza Barbieri Sindaco, Partito Pensionati), mentre il Movimento 5 Stelle, dopo qualche polemica in fase di definizione delle candidature, schiera Andrea Pugni. L'ex presidente della Provincia Massimo Trespidi, area Ncd, corre da solo sostenuto da due liste. Completano il quadro Sandra Ponzini (Passione civica), Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune), Emanuele Solari (Forza Nuova) e Stefano Torre (Torre sindaco).

Parma

A Parma sono 10 i candidati sindaco: tutti contro Federico Pizzarotti che, dopo aver lasciato M5S, si presenta con la sua lista civica Effetto Parma. Gli sfidanti più accreditati sono Paolo Scarpa (centrosinistra), Laura Cavandoli (centrodestra).

 

All’Aquila sfida a 7 per il post Cialente

Saranno 24 le liste a sostegno dei 7 candidati sindaco dell'Aquila, città capoluogo di Regione chiamata al rinnovo del Consiglio comunale dopo la chiusura del decennio guidato da Massimo Cialente, caratterizzato dal terremoto del 2009 che ancora governa i temi della campagna elettorale e dell'amministrazione. Il Pd al posto di Cialente candida Americo Di Benedetto, ex democristiano. Il centrodestra fa quadrato con l'ex Casapound Pierluigi Biondi. M5S schiera Fabrizio Righetti, poi due liste civiche a sinistra con l'ex pm Nicola Trifuoggi e Carla Cimoroni.

Corsa a sette a Lecce

È una sfida a sette la corsa dei candidati sindaci per la conquista di Palazzo Carafa a Lecce. Il candidato del centrodestra sceso in campo questa volta senza divisioni, è Mauro Giliberti, giornalista dato in prestito alla politica. Sfiderà il centrosinistra di Carlo Salvemini, figlio dell'ex sindaco Stefano Salvemini. Tra gli outsider c'è Alessandro Delli Noci, ex assessore dimissionario della giunta uscente Perrone, candidato di una coalizione che vede insieme Udc e movimenti civici. In corsa anche Fabio Valente candidato per M5S. Ci sono poi Matteo Umberto Centonze per Casa Pound, Luca Ruberti per il Movimento Lecce Bene comune e Walter Ronzini, Movimento sociale-Destra nazionale). In tutto sono 24 le liste presentate alla scadenza delle 12 nella sede del Comune.

Otto candidati ad Alessandria

Sono otto i candidati sindaco, sostenuti da 21 liste, ad Alessandria, dove il prossimo 11 giugno sono chiamati al voto 75.094 elettori. Corre per il secondo mandato la sindaca uscente del Pd, Maria Rita Rossa, sostenuta anche da Moderati, Lista Rossa e Sinistra per Alessandria. Gianfranco Cuttica di Revigliasco, con quattro liste, è lo sfidante del centrodestra, mentre il Movimento 5 Stelle schiera Michelangelo Serra. Gli altri candidati sono Domenico Campana, sostenuto dalla lista Ripresa d'Italia; Gianni Ivaldi, sostenuto dalle liste Led Laboratorio di Energie per il Domani e Riaccendiamo Alessandria; Emanuele Locci, sostenuto dalle liste Locci Sindaco, Direzione Italia per Locci e Alessandria Migliore; Cesare Miraglia con sindaco Cesare Miraglia Lista Civica; Verdi; Giovani Civici; Oria Trifoglio con Quarto Polo Oria Trifoglio; Partecipazione Democratica Oria Trifoglio; Patto per Alessandria Oria Trifoglio.

Otto candidati a Lucca

Sono otto gli aspiranti sindaco di Lucca alla prossima tornata elettorale. Contro il sindaco uscente, Alessandro Tambellini, sostenuto da Pd, Sinistra e liste civiche, in area centrodestra c'è Remo Santini, giornalista ed ex caposervizio della Nazione di Lucca, per Fi, Ln, Fdi e liste civiche. Il M5s candida, dopo le primarie online, il sindacalista ex Cgil, ora Uil, Massimiliano Bindocci. Il presidente del consiglio comunale uscente Matteo Garzella corre col sostegno delle liste Lucca Avanti Tutta, Liberamente Lucca, e con il movimento Governare Lucca. Il più giovane fra i candidati è Fabio Barsanti per CasaPound. Donatella Buonriposi si presenta col sostegno delle liste Libera Lucca e Buonriposi-Rinascimento. Marina Manfrotto, espressione della sinistra, avrà il sostegno di Lucca Citta' in comune. Infine Ilaria Quilici è candidata a sindaco per la Lega Toscana.

Nove sfidanti a Pistoia

A Pistoia sono 9 i candidati a sindaco alle prossime elezioni comunali alle quali il centrodestra si presenta unito, la sinistra frammentata. Il primo cittadino uscente, Samuele Bertinelli, Pd, tenta il bis. A sfidarlo Roberto Bartoli, docente di diritto penale, che ha lasciato il Pd da poche settimane e che 5 anni fa perse la sfida alle primarie contro Bertinelli; Alessandro Tomasi, attuale consigliere comunale, sostenuto da Fi, Fdi-Alleanza nazionale e Ln; Francesca Barontini, avvocato, con Sì Toscana a sinistra; Alessandro Sabella, imprenditore, consigliere di opposizione nel gruppo di Forza Italia che si presenta con la lista civica Amo Pistoia; Nicola Maglione, commercialista, per il M5s; Ginevra Lombardi, ricercatrice universitaria, ex assessore della giunta Bertinelli, sostenuta da Pistoia cambia; Lorenzo Berti, project manager nel settore informatico, sostenuto da CasaPound; Alessio Cioni, che lavora in una start up di Milano e che insieme al suo staff, composto da ex studenti del liceo scientifico di Pistoia, ha raccolto le firme per presentare la lista Giovani cittadini.

Dieci candidati a La Spezia

Sono dieci i candidati a sindaco per il Comune della Spezia. Il centrosinistra schiera Paolo Manfredini (Psi) sostenuto da sei liste (Pd, Idv, Campo Progressista, Socialisti e due liste civiche). L'ex presidente dell'autorità portuale Lorenzo Forcieri esce dal Pd e si propone come candidato sostenuto da due liste civiche. Il vicesindaco della giunta Federici, Cristiano Ruggia, scende in campo con il Pci con due liste, la prima politica e la seconda civica. Massimo Lombardi, ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista, è sostenuto da una lista civica. Guido Melley, commerciante ed ex assessore al bilancio, si propone con tre liste civiche che guardano a sinistra, sostenute anche da Si, Possibile, ex grillini. Giulio Guerri, consigliere di minoranza, prova a diventare sindaco con il sostegno di due liste civiche tra cui quella di sgarbi “Rinascimento”. Unica la lista per la candidata del Movimento 5 Stelle Donatella del Turco. Pierluigi Peracchini è il candidato del centrodestra, sostenuto da cinque liste (Lega Nord, Lista Toti, La Spezia Popolare, Spezia vince con Peracchini sindaco, lista Bianchi) In corsa anche l'avvocato Cesare Bruzzi Alieti per la lista di Casa Pound e Maria di Filippo per la lista di Forza Nuova.

Nove in corsa a Gorizia

Sono nove i candidati che si contenderanno la carica di sindaco di Gorizia in occasione delle elezioni comunali dell'11 giugno, con eventuale ballottaggio fissato per il 25. I candidati, secondo l'ordine di apparizione sulle schede estratto nei giorni scorsi, sono Roberto Criscitiello (Sinistra Unita), Ilaria Cecot (Articolo 3), Giancarlo Maraz (Movimento 5 stelle), Franco Bertin (Movimento popolare italiani), Federico Portelli (Borghi Portelli sindaco, Gorizie Portelli sindaco), Andrea Picco (Forum per Gorizia), Rodolfo Ziberna (Aiutiamo Gorizia, Udc con Ziberna, Lega nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Popolo di Gorizia, Partito pensionati, Autonomia responsabile), Silvano Gaggioli (Gorizia c'è), Roberto Collini (Partito democratico, Percorsi goriziani, Gorizia è tua, Gorizia 100 sogni).

A Lodi 7 candidati alla poltrona di sindaco

Voto anticipato di un anno rispetto alla scadenza naturale a Lodi. Un anno fa il sindaco Simone Uggetti era stato arrestato per turbativa d'asta e si era dimesso. Sono sette i candidati a sindaco in lista per le elezioni amministrative a Lodi del prossimo 11 giugno, sostenuti da 19 schieramenti. Si tratta di due donne e cinque uomini. Sara Casanova, già vicesegretario provinciale della Lega Nord, si è candidata a sindaco per il centrodestra. È sostenuta da Carroccio, Forza Italia, Pensionati, Fratelli d'Italia e una lista civica. Per il centrosinistra si è candidato Carlo Gendarini, ex presidente della camera di commercio locale, sostenuto da Pd e diverse liste civiche. Massimo Casiraghi, fotografo, è candidato per il Movimento 5 Stelle. Stefano Caserini, ambientalista, è candidato in lista civica. Luca Scotti, ingegnere, è candidato in lista civica. C'è poi Giuliana Cominetti, politica di lungo corso nell'opposizione nella precedente amministrazione Uggetti, sostenuta da due liste civiche.

A Monza in lizza 7 candidati

Sono sette i candidati per la carica di sindaco a Monza. Si ripresenta il primo cittadino in carica, Scanagatti, presidente Anci Lombardia, per il centrosinistra, con Pd e due liste civiche, “Lab Monza” e “Monza x Scanagatti”. Primo presidente eletto nella provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi corre sostenuto da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia e le due liste civiche “Noi con Allevi” e “Monza futura”. Pier Franco Maffè, già due volte assessore a Monza, dopo l'abbandono di Forza Italia è passato nel gruppo misto, e corre sostenuto da due liste civiche “Monza con Maffè” e “Io Cambio”. Paolo Piffer, educatore arrivato alle scorse elezioni in consiglio comunale sostenuto dalle due liste civiche, poi abbandonate, si ricandida con la sua lista “CivicaMente”. Il Movimento 5 Stelle, dopo il ritiro della candidatura di un avvocato monzese, corre con l'imprenditore Danilo Sindoni, alla sua prima esperienza politica. Con il “Popolo della famiglia”, movimento fondato da Mario Adinolfi, si candida la psicologa monzese Manuela Ponti, anche lei al suo battesimo del voto. Il settimo candidato è Michele Quitadamo.

A Padova 7 candidati e 21 liste

Sono sette i candidati che si contenderanno la carica di sindaco a Padova in occasione delle elezioni comunali dell'11 giugno prossimo, con eventuale ballottaggio il 25 giugno. Complessivamente sono state presentate 21 liste, con un totale di 629 candidati al consiglio comunale. I sette candidati sindaco sono Massimo Bitonci, primo cittadino uscente sostenuto da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia; Sergio Giordani, che si presenta come civico ma appoggiato dal Partito Democrarico; Arturo Lorenzoni (Coalizione Civica), Luigi Sposato (lista civica Osa); Simone Borile (Movimento Cinque Stelle), Rocco Bordin (civica La Padova Libera) e Maurizio Meridi (Casa Pound).

A Rieti 5 candidati e 18 liste

A Rieti saranno 5 i candidati sindaci alle amministrative dell'11 giugno sostenuti da 18 liste. Il sindaco uscente, Simone Petrangeli, ex Sel, eletto nel 2012 al ballottaggio con il 67,17% dei voti, sarà sostenuto da una coalizione composta da 6 liste (Pd, Psi, Alleanza per Rieti, Avanti tutta! Progressisti, Coalizione Civica, Rieti Cambia). Sarà candidato anche Giosuè Calabrese, già presidente della Provincia di Rieti per due legislature tra il 1995 e il 2004, sostenuto da una sola lista (Rietimerita). Il centro-destra si presenterà con Antonio Cicchetti, già sindaco di Rieti per due legislature tra il 1994 e il 2002, consigliere regionale per due consiliature tra il 2005 e il 2010 e assessore alla cultura della Regione Lazio durante la presidenza Polverini, che sarà sostenuto da 9 liste (Forza Italia, Direzione Italia, Unione di Centro, Agire - Fratelli d'Italia, Alternativa per Rieti, Amo Rieti, #IociSto, Patto per Rieti, Uniti per Rieti). In corsa anche Massimo D'Angeli, coordinatore regionale di Forza Nuova, con una sola lista (Forza Nuova). Per la prima volta nel capoluogo sabino ci sarà anche una candidata sindaco del M5S, si tratta dell’imprenditrice Lodovica Rando, sostenuta dalla sola lista del Movimento 5 Stelle. Nella provincia di Rieti andranno al voto altri 7 comuni più piccoli: Antrodoco, Casaprota, Cittaducale, Montenero Sabino, Nespolo, Pescorocchiano, Salisano.

A Frosinone il sindaco si ricandida

Il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, ci riprova e si ricandida col centrodestra alla guida del capoluogo alle prossime comunali in programma l'11 giugno. Ottaviani ha da poco depositato la propria candidatura negli uffici della segreteria generale del Comune. Con lo stesso atto sono state presentate anche le due liste civiche, “Ottaviani Sindaco” e “Frosinone Capoluogo”.

Taranto, 12 candidati sindaco, due sub judice

Sono ben 12 le candidature a sindaco e 39 le liste di consiglieri comunali consegnate in Municipio, a Taranto, per le elezioni amministrative dell'11 giugno prossimo. Sono sub judice, per la verifica sulle firme, la candidatura a sindaco di Giuseppe Quaranta, del movimento Indipendentisti Duosiciliani, e di Alfonso Alfano (Movimento disoccupati). Otto liste sono collegate a Stefania Baldassari, direttrice del carcere di Taranto attualmente in aspettativa (tra queste Forza Italia è diventata Forza Taranto e Direzione Italia compare con il nome Direzione Taranto). Con il candidato sindaco del centrosinistra, l'imprenditore Rinaldo Melucci, presidente dello Ionian Shippin Consortium, ci sono sette liste a supporto (tra cui Pd, Psi, Centristi-Area popolare). Sette liste anche a sostegno di Piero Bitetti, ex Pd, presidente del Consiglio comunale uscente. Cinque le liste per l'ex procuratore della Repubblica, Franco Sebastio (candidati consiglieri anche esponenti di Sinistra italiana). Poi l'ambientalista Vincenzo Fornaro (con le civiche Taranto respira, Partecipazione è cambiamento, Dema); l'ex dirigente della Provincia, Luigi Romandini (tre civiche); l'ex giudice di sorveglianza Massimo Brandimarte (Sds e Lista Brandimarte), il consigliere comunale Mario Cito, figlio dell'ex sindaco e leader di AT6 Giancarlo; l'avvocato Francesco Nevoli per il Movimento Cinque Stelle; e l'ex direttore Aci Pino Lessa.

Lucca, 14 maggio 2017

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