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Lucca e il G7: saper guardare oltre il presente

di Paolo Razzuoli

Ora che è calato il sipario sul G7 dei Ministri degli Esteri, svoltosi nella nostra città lunedì e martedì scorsi, e' tempo per alcune valutazioni che mi sembrano utili, focalizando sull'impatto che l'evento ha avuto, e soprattutto potrà avere, sulla nostra città ed il suo territorio, intesi come intreccio e correlazione fra le molteplici attività che ad essi si riferiscono.
Pensieri quindi che non riguarderanno la dimensione politica del vertice, su cui la stampa di tutto il mondo ha dato ampio resoconto.

Una breve premessa voglio invece dedicare al solito corteo degli antagonisti, che anche in questa circostanza ha avuto il suo momento di tensione, allorché il solito gruppetto di teppisti scalmanati ha cercato di forzare il divieto (più che opportuno), di entrare nel centro storico della città. Premesso il più sentito ringraziamento alle forze dell'ordine per lo sforzo profuso e per l'ottimo lavoro svolto per la tutela della sicurezza, mi sia consentito osservare che in un momento così delicato della lotta al terrorismo, che anche in questi giorni ha sparso sangue innocente in varie parti del mondo, sarebbe stato atto di buon senso, da parte degli organizzatori della protesta, soprassedere, consentendo così di non impegnare per loro uomini e mezzi delle forze dell'ordine, che meglio potevano essere impiegate per la sicurezza di tutti noi. Ma, mi rendo ben conto, questa richiesta è troppo, per coloro il cui orizzonte politico è rinchiuso in una serie di slogan farneticanti e, per alcuni, nella ricerca di occasioni per sfogare un insano bisogno di violenza.
Ovviamente la protesta pacifica in democrazia è legittima, così come è di estrema attualità il dibattito sul nostro modello di sviluppo e sulla sua evoluzione. E' un tema di estrema serietà, che certamente è illusorio pensare di poter ridurre ai soliti slogan scanditi nei cortei dei centri sociali, tanto fuorvianti quanto banali e semplicistici.

Venendo, senza ulteriori indugi, al focus del mio ragionamento, parto dicendo che durante il vertice la città aveva un aspetto quasi surreale: gran parte del centro storico bloccato, molti negozi con le saracinesche abbassate, traffico veicolare quasi assente. Un sistema di sicurezza attorno alle sedi del vertice molto rigido che, in altri tempi meno tormentati dall'incubo terroristico, sicuramente non sarebbe stato eretto. Ma i tempi sono questi, e le preoccupazioni vanno capite.
Un complesso di misure che, inevitabilmente, ha creato qualche disagio ai residenti, e a chiunque si è trovato nella necessità di raggiungere sedi nelle zone "off limits", anche se si è cercato di alleviare i disagi dando ampio risalto alle modalità per l'ottenimento dei necessari permessi. Qualcuno sostiene che si sarebbero dovute trovare modalità meglio concordate; può darsi, tutto è perfettibile...
Camminando per il centro, ho avuto modo di raccogliere varie proteste - in qualche caso affidate anche a cartelli affissi nelle vetrine - che, sinceramente, mi sono sembrate eccessive. Un aspetto che è stato molto sottolineato, è quello delle attività commerciali, che sicuramente non si sono potute svolgere nel modo ordinario. Probabilmente qualche perdita di guadagni ci sarà stata, anche se va detto che uno dei due giorni del vertice è stato il lunedì, giorno in cui varie attività sono chiuse, quantomeno nella mattina.
Se guardato con il mero punto di osservazione del presente, il vertice qualche disagio lo ha sicuramente arrecato.

Pur comprendendo questo disagio, penso che i problemi vadano visti in un'ottica diversa, quella cioè della prospettiva, avendo quindi la capacità di gettare lo sguardo oltre gli orizzonti dell'immediato. Unica visione questa, certamente impegnativa, ma virtuosa e coerente con le sfide poste dalla contemporaneità.
Sino a qualche anno fa, sarebbe stato impensabile che Lucca potesse essere presa in considerazione per un vertice di questo livello. La scelta di Lucca è un segnale che nella percezione di certi ambienti la città sta crescendo. Poiché queste scelte non si fanno senza un impegno della politica, un plauso meritano coloro che in questa direzione si sono spesi. Plauso che va anche a coloro che concretamente si sono impegnati per la riuscita dell'evento, primi fra tutti la Provincia, il Comune, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Ho letto una presa di posizione in cui si sottolineano errori nell'individuazione della sede e/o carenze ed insufficienze organizzative. Al di là della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni, da cui questa mia riflessione è completamente estranea, in linea di principio tutto è come al solito perfettibile, quindi alcune scelte potevano essere anche diverse. Comunque, entrando nel merito della medesima presa di posizione, credo sarebbe stato un incomprensibile errore portare il vertice al di fuori del centro cittadino; inoltre, parlare di un'occasione persa mi pare sinceramente fuori luogo. Insomma, si è trattato di uno scivolone.

Grazie al vertice, Lucca ha avuto la possibilità di comparire sui mezzi di comunicazione (carta stampata, radio-tv, web) di buona parte del mondo. Una cartolina di Lucca vista in molti angoli del pianeta; con le tecnologie di oggi, chi ha voluto ha potuto accertarsene. Simboli della nostra città, San Martino, San Michele, piazza Napoleone, le mura, San Francesco e tanti altri, sono stati mostrati in tutti i continenti ed in ogni paese di qualche rilievo.
A Lucca, a parte i ministri degli esteri ed i loro seguiti, sono venuti giornalisti da moltissimi paesi di ogni continente, peraltro accolti nella meravigliosa cornice della Chiesa di San Francesco, monumento che sicuramente rimarrà nella loro memoria. Il vertice è stato preceduto da un lavoro preparatorio che ha coinvolto figure dei vari apparati dei paesi partecipanti, da tempo in città.
Non è retorica dire che se la città si fosse dovuta pagare la pubblicità indotta dal vertice, il conto sarebbe stato certamente molto salato.
Coloro che sono stati a Lucca in occasione del vertice, tornati nei loro paesi, potranno essere ottimi ambasciatori della nostra splendida città e di un contesto ambientale, culturale e artistico di prim'ordine.
E gli operatori sono i primi ad insegnarci che la testimonianza personale è forse il più efficace veicolo pubblicitario.

Sotto il profilo organizzativo, tutto è andato per il meglio.
Il nostro Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in conferenza stampa ha detto: non so se il vertice sia stato uno spot per Lucca, sicuramente Lucca è stata uno spot per l'Italia.
Un buon apprezzamento, mi pare....

Ovviamente, il diverso punto di osservazione ci conduce verso conclusioni diverse.
Nell'immediato il vertice ha creato alcuni disagi; nella prospettiva, o in altre parole nella lunga gittata, potrà tradursi in una opportunità di sviluppo da cui il tessuto cittadino potrà (purché ne sia capace) trarre vantaggi.
La riflessione ci porta ancora una volta ad un tema centrale del nostro tempo: quello della necessità di visione e progettualità.
Sicuramente la politica ha un deficit di capacità progettuale. Le grandi scelte non possono creare consensi elettorali immediati; appare difficile immaginare che la nostra classe politica possa imboccare questa strada, ossessionata com'e' dalle esigenze elettorali immediate.
Ma in un sistema democratico e complesso la società civile, particolarmente tramite le forme di rappresentanza delle sue forze più vive, ha il compito di stimolare in questa direzione la politica, anzitutto dandole l'esempio di possedere quelle capacità di cui si lamenta l'assenza.
Un esempio che anche nell'occasione del G7 a Lucca potrà essere dato: smorzando le polemiche per il disagio immediato, e cercando invece di capire quali opportunità esso potrà dare per il futuro.

Girando in città ho sentito anche i soliti ritornelli: "ci vuole ben altro per stimolare il turismo"; oppure: "I comics ed il Summer Festival servono, questi vertici no". Sono le solite prese di posizione, un po' benaltriste e un po' semplicistiche, che non portano da nessuna parte.
Ovviamente sarebbe ridicolo caricare il vertice di retorici e miracolistici significati. Ciò però che va affermato è che qualsiasi ragionamento non può appiattirsi semplicisticamente sui due giorni dell'evento, ma deve abbracciare la prospettiva di come esso potrà agevolare positivi effetti futuri.
Il vertice è stato un'opportunità ed una vetrina per la città. Se e quali potranno essere i benefici, dipenderà prevalentemente dalla capacità di saperne cogliere gli eventuali frutti. Sfida che interpella una molteplicità di attori: certo in primo luogo la politica ma, non marginalmente, anche il complesso dei soggetti attivi nello sviluppo del territorio.
Insomma, ognuno è chiamato a fare la propria parte.

Lucca, 12 aprile 2017

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