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Abolizione dei voucher. Ancora una volta hanno vinto i nipotini della democrazia progressiva.
ora disciplinare il lavoro occasionale, altrimenti è boom di lavoro nero.

di Paolo Razzuoli

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legge che abolisce i voucher. Dal prossimo anno non potranno più essere utilizzati da nessuno, famiglie, imprese e Pa; e in alcun settore produttivo (dall’agricoltura, al turismo, al commercio, e piu' in generale, nei servizi industriali e non). E' prevista una fase di transizione, che si concluderà il prossimo 31 dicembre, nella quale questi strumenti potranno essere utilizzati: un periodo previsto per consentire di smaltire i voucher già acquistati. E' quindi agevolmente prevedibile che sarà corsa al loro acquisto.

Il Governo ha insomma recepito tout-court la posizione della Cgil che - per l'abolizione dei voucher - ha promosso il referendum abrogativo.
Sicuramente in questi anni sono stati frequenti i casi di abuso di questi strumenti, che furono introdotti per agevolare i rapporti di lavoro occasionali e di breve durata, pensando a quei comparti in cui il lavoro presenta picchi di intensità in periodi temporali ristretti. Si pensi all'agricoltura, a certe attività turistiche, a brevi lavori domestici.
Anziché cercare di rendere più efficienti gli strumenti di contrasto agli abusi, si è scelta la strada più radicale ed ideologica: si è abolito uno strumento che, se correttamente usato, risulta utile sia per i datori di lavoro, sia per i lavoratori.
Una scelta perfettamente in linea con il clima controriformista che si respira in Italia, fecondo per la riscossa delle posizioni più massimaliste.
Capisco bene il condizionamento della spada di Damocle del referendum; sarebbe però stato più onorevole perdere il referendum che cedere al ricatto di una parte minoritaria (e la più conservatrice) del Paese.

Il decreto legge

Con un tratto di penna, e senza dialogo con le parti sociali, il governo cancella tre articoli del Dlgs attuativo del Jobs act abrogando, così, completamente la disciplina del lavoro accessorio.
In questo modo si è recepito interamente il quesito referendario promosso dalla Cgil che, appunto, chiede la soppressione tout court dei voucher.

Gli effetti

Il Decreto legge abolisce i voucher che - come detto sopra - furono introdotti per retribuire i lavoretti saltuari e occasionali. da quando scatterà lo stop si creerà un vuoto regolatorio e tanta confusione tra gli operatori. Una famiglia per utilizzare qualche ora una colf, per esempio, dovrà rivolgersi a un consulente del lavoro e regolarizzare la prestazione domestica con un contratto a termine o con uno a chiamata, se si rispettano gli attuali limiti d'età previsti dalla legge vigente. Anche in agricoltura regnerà il caos (si pensi come sarà più complesso regolarizzare prestazioni per raccolte nei campi, o vendemmie).

Le conseguenze sono agevolmente prevedibili: in questo modo si spalancheranno le porte al lavoro nero. Per non aver avuto, o peggio voluto, contrastare la posizione della Cgil, si è adottato il solito atteggiamento per il quale il rimedio è peggiore del male.
Per rimediare al guasto, da subito, bisognerà mettersi al lavoro per offrire a famiglie e imprese strumenti normativi adatti a disciplinare, nel rispetto delle regole, piccoli lavori e lavoretti.
Diversamente sarà boom del lavoro nero: che non si riuscirà a contrastare così come non si è riusciti a contrastare gli abusi dei voucher.

Lucca, 17 marzo 2017

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