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La giornata della Memoria

a cura di Paolo Razzuoli

Allegato un tema svolto da Stefania Annunziata

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell'Olocausto.
È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria.
La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto.
Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Fucinaidee ha ogni anno riservato un particolare rilievo alla Giornata.
In occasione della ricorrenza 2017, ci rivolgiamo al mondo della scuola: un mondo verso il quale l'impegno per non far dimenticare deve essere particolarmente presente.
In realtà molte sono le iniziative organizzate per e dal mondo scolastico. In Toscana, una particolare menzione merita il "Treno della Memoria", organizzato dalla Regione: una iniziativa che non si riduce al viaggio in treno ad Auschwitz (di per sè già estremamente significativo), ma si amplia tramite una serie di attività di approfondimento che, prima e dopo il viaggio, offrono l'occasione di approfondire il drammatico contesto storico in cui si consumò la più grande tragedia operata dall'uomo.

In occasione della Giornata della Memoria 2017, proponiamo ai nostri lettori un tema svolto in occasione di un Esame di Maturità. Ciascun lettore potrà giudicarlo; a me è sembrato un lavoro pregevole, scritto in modo scorrevole, e che attesta una buona consapevolezza degli argomenti trattati.

Giornata della Memoria
Ogni 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria. Facendo riferimento ai documenti proposti e alle tue personali conoscenze, esprimi le tue considerazioni.

       

di Stefania Annunziata

Siamo ormai nel ventunesimo secolo. Ci siamo lasciati alle spalle un periodo caratterizzato da numerose guerre e violenze. E sicuramente l’evento più significativo e più sconcertante avvenuto in questo lasso di tempo è stato il terribile olocausto: durante i terrificanti anni del nazismo, e in modo particolare durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, milioni di Ebrei sono stati mandati a morire inutilmente nei campi di concentramento per ordine dei Tedeschi, che ritenevano che la razza ebrea fosse peggiore di quella ariana e che, quindi, dovesse essere necessariamente eliminata dalla faccia della Terra.
Si pensi che in pochi anni circa cinque milioni di Ebrei persero la vita in nome di una superiorità di razza non provata scientificamente, ma solamente ipotizzata.

Per ricordare questi orrendi avvenimenti, in Italia (in tutto il mondo - ndr.) ogni anno si celebra il 27 gennaio il Giorno della Memoria. Attraverso filmati, film, libri noi appartenenti alle nuove generazioni abbiamo avuto modo di venire a conoscenza della triste condizione cui furono sottoposti gli Ebrei. E, vedendo immagini o leggendo le pagine di un libro, siamo portati a riflettere: perché è avvenuta questa inutile strage? A quale scopo è servita? Sono domande di difficile risposta dal momento che è risultato complicato, se non addirittura impossibile, anche per gli stessi Ebrei capire perché stavano avvenendo quelle terribili ritorsioni contro di loro. Lo si può leggere, ad esempio, nelle pagine di Louis Malle, Arrivederci ragazzi. Infatti il fratello del protagonista non riesce a dare una risposta sensata a chi gli chiede chi siano gli Ebrei e perché essi vengano così duramente puniti.

La triste storia dell’olocausto inizia all’alba degli anni Trenta: già venivano introdotte, in numerosi paesi d’Europa (primo fra tutti in Germania), leggi contro gli Ebrei e già cominciavano a diffondersi insensati pregiudizi contro questo popolo. Gli Ebrei non potevano più far parte della vita sociale. Bassani, in Il giardino dei Finzi-Contini, racconta che il protagonista ebreo, dopo la pubblicazione delle leggi razziali, fu cancellato dal suo partito politico e dalle liste del Circolo dei Commercianti.
Ma non solo: si arrivò addirittura a scrivere nei cartelli appesi alle vetrine dei negozi “Vietato l’ingresso ai cani e agli Ebrei”, oppure su una saracinesca di un negozio ebreo si poteva leggere a lettere cubitali “Negozio ebreo”. La razza ebrea già veniva “marchiata”: la gente di questo popolo era stata segnata improvvisamente da un pedigree (appunto come i cani) con sopra scritto “Ebreo”: ogni Ebreo, infatti, in segno di distinzione, portava cucito sulla giacca una stella gialla. Questo marchio determinò il destino di ogni singolo ebreo.
La situazione peggiorò, poi, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: furono costruiti numerosi campi di concentramento e in essi venivano rinchiusi tutti gli Ebrei strappati violentemente dalle loro case e famiglie. Gli Ebrei persero tutto; anni di sacrificio furono buttati al vento. Non era facile nemmeno fuggire: i soldati tedeschi li avrebbero sicuramente trovati e puniti ancora più duramente. Ed era molto complicato aiutare questa povera gente: spesso bisognava ricorrere a molti artifici per riuscire a salvare uomini, donne e bambini da una morte sicura.
La televisione il 28 e 29 gennaio 2002, in occasione del giorno della memoria,trasmise un film intitolato Perlasca, un eroe italiano. In esso viene narrata la storia di Perlasca che, fingendosi un conte spagnolo, a rischio della propria vita riuscì a mettere in salvo migliaia di Ebrei.

Non meno crudele era il trattamento riservato agli Ebrei nei campi di concentramento. Come racconta Primo Levi nella sua opera Se questo è un uomo, dopo un lungo viaggio in treno, appena arrivati alla triste destinazione, uomini e donne venivano immediatamente divisi. Non c’era nemmeno il tempo per un saluto.
E poi ecco apparire le SS che domandavano loro quanti anni avevano e se erano sani o malati: in base alla risposta ricevuta, venivano mandati in due diverse direzioni: un gruppo andava a lavorare, l’altro era destinato a morire.

Sulla triste condizione degli Ebrei nei campi di concentramento è stato realizzato un altro film, La vita è bella di Roberto Benigni. Il protagonista, Guido Orefice, insieme alla sua famiglia, viene catturato dai Tedeschi. Per non spaventare suo figlio, il piccolo Giosuè, cerca di fargli credere che si tratti di un gioco a punti e che alla fine, se avesse vinto, avrebbe ricevuto come premio un bel carro armato. Nelle scene del film viene mostrata l’inumana condizione degli Ebrei nei campi di concentramento: essi vengono trattati come animali, non è nemmeno consentito loro di riposarsi un momento. Dormono ammassati l’un all’altro in letti molto piccoli, per loro è destinato solamente un misero pranzo. Alla fine del film, Guido riesce a salvare il suo piccolo Giosuè, che, dentro a un carro armato, riesce a ricongiungersi alla mamma. Purtroppo, Guido non ce la fa, viene ucciso qualche attimo prima dell’arrivo degli Alleati.

Insomma, il terribile e, a mio parere, inutile olocausto ha ispirato molti film e libri, ma ha soprattutto segnato profondamente la vita di milioni di Ebrei riusciti a sopravvivere alle torture dei Tedeschi. Tutte le violenze o i terribili trattamenti riservati loro ci sembrano irreali. Non riusciamo a pensare che alcuni uomini avrebbero potuto essere così crudeli e spietati contro esseri appartenenti al loro stesso genere (quello umano). Ma, nella loro mente, gli Ebrei erano una razza impura,inferiore, colpevole di aver messo in croce Gesù Cristo e per questo meritevoli di essere trattati come animali, di essere perseguitati e di morire terribilmente. Tutto questo avrebbe potuto essere evitato, ma la sete di potere e di dominio degli uomini è stata più forte di tutti gli altri sentimenti.

Per ricordare ciò che è accaduto e per non far cadere gli uomini ancora una volta nello stesso terribile errore, è stato stabilito il Giorno della Memoria: per non dimenticare.

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