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Il discorso di Croce che fondò la Repubblica

 

Ian Greenless, Radio Bari e quell’amicizia con Croce nata mentre crollava il fascismo. Ritrovata la bozza originale del discorso, con relative correzioni olografe, tenuto al teatro Piccinni di Bari nel 1944. Presto la pubblicazione a cura della Fondazione M. de Montaigne, con l’aggiunta di lettere inedite di Elena Croce.

 

Di Federico Bini

 


Nel 1943, l’ormai spodestato Benito Mussolini andava verso la definitiva sconfitta e gli italiani, con il potente disarcionato, si risvegliavano antifascisti e ammainavano la bandiera con l’aquila per imbracciare quella delle brigate garibaldine.  Ricordava con la solita  ironia Leo Longanesi da Bagnacavallo, uno che di fascismo se ne intendeva essendovi stato dentro e fuori, fuori e dentro: «la nostra bandiera nazionale dovrebbe avere una grande scritta: ho famiglia».

Lo sbarco degli Alleati nel luglio del 1943 vide l’arrivo di moltissimi anglo-americani in territorio italiano, che spesso                  ( soprattutto gli americani) le nostre nonne ricordano come grandi soldatoni scuri di pelle e dai denti bianchissimi, intenti a distribuire piccole porzioni di cioccolato e viveri di prima necessità. Il boom economico  un lontano miraggio in quel delicato momento. 

E ci sono storie a cui forse oggi si dà poco valore e poca importanza, un po’ perché è preferibile un bell’iphone 7 rispetto ad un libretto polveroso di biblioteca e un po’ perché la storia, quella vecchia e consumata maestra di vita, aggrappata al tempo, egregio galantuomo, è materia non più apprezzata. Eppure, essa, la storia, che molte volte diventa historia, dinanzi alla eccezionalità degli eventi, non smette mai di regalarci nuove emozioni ed inaspettati ritrovamenti, anche negli angoli più sconosciuti e impensabili di questa terra. E non è appunto un caso che un giorno come tanti, in quella piccola, ma non troppo, cittadina termale, quale Bagni di Lucca, un tempo vivace e libertino salotto pre e post napoleonico, avvolta e protetta da secolari castagneti, attraversata da torrenti di acque gelate, scolpita di borghi medioevali e chiese romaniche, arroccati in un tutt’uno, sia stata ritrovata inaspettatamente la bozza originale del discorso, con relative correzioni olografe, che Benedetto Croce tenne al Teatro Piccinni di Bari nel  gennaio del 1944. Rinvenuta presso la Biblioteca Comunale, grazie al Presidente della Fondazione Michel de Montaigne, Prof. Marcello Cherubini, tra le migliaia di lettere ( e volumi ) che Ian Gordon Greenlees decise di donare al Comune una volta scomparso e di cui si ricordano preziose corrispondenze con Moravia, Guttuso, Soldati, i fratelli Sitwell, Elena Croce…                                Legatissimo a Bagni di Lucca, Greenlees nel 1969 acquistò Villa Mansi, appartenente alla nobile famiglia lucchese, e dal 1967 al 1975 nel Casinò cittadino organizzò diversi convegni, tra cui si ricorda  quello del 1972, relativo alla sua esperienza a Radio Bari: «le basi della democrazia italiana furono gettate al Congresso di Bari dove furono create le premesse per la formazione del governo dei partiti presieduto da Badoglio in marzo a Salerno e, più tardi, di quello presieduto da Ivanoe Bonomi a Roma nel giugno del 1944».

Quella tra Ian Greenlees e Benedetto Croce è stata, una delle tante casuali amicizie nate sulle ceneri del fascismo, tra turni di guardia, guerriglia paesana e occupazioni di stazioni radio, anche se pare difficile immaginare il filosofo ed ex ministro liberale, più facile l’eclettico inglese, in cima ad un tetto mentre sventola la bandiera tricolore e arringa la folla mimando colpi di fucile .

Ma Benedetto Croce, seppur minuto e non più giovanissimo,  fu sempre animato da una grandiosa forza,  morale ed intellettiva che lo porteranno a redigere capolavori di storia e filosofia e a consacrarlo come uno dei titani che ancora oggi dominano il palcoscenico culturale e costituzionale italiano, nonostante le celebri contestazioni ( esempio la disputa con Einaudi).                         Simpatizzò inizialmente per Benito Mussolini, ma ricredutosi fu tra i fondatori del Manifesto degli intellettuali antifascisti.Un gruppo di giovani liberali a lui vicini prese possesso di Radio Bari, al tempo in cui le radio erano l’unico potente strumento di comunicazione, rapido ed efficace. Poi verranno le televisioni e infine le video chiamate: in Turchia, Erdogan si appellerà ai suoi sostenitori via Facetime mentre il golpe era in corso.

Radio Bari dal 1943 al 1944, fu diretta da Ian Gordon Greenlees, e da qui il 10 settembre del 1943 fu trasmesso il messaggio registrato di Vittorio Emanuele III  riguardante l’armistizio di Cassibile.                                                 Sempre a Bari, il 28 e 29 gennaio del 1944 si tenne il celebre congresso: «Signori, questo nostro è un convegno politico». Esordì così Benedetto Croce, tra i calorosi applausi della platea, composta non solo dai rappresentanti del CLN, ma anche da prestigiosi ospiti internazionali, tra cui non poteva mancare il suo nuovo amico Greenlees, al quale donerà il testo del discorso. 

La bozza è stata ritrovata tra febbraio e marzo 2016. «Una gioia immensa», commenta il Prof. Marcello Cherubini. Sottoposta ad una perizia grafologica operata dalla Dr Maria Laura Ferrari, e quindi presentata al pubblico.                                                   Sono una decina di paginette ingiallite, ma ben conservate, e rilegate in una copertina blu non coeva , un po’ scolorita, dove Benedetto Croce indicherà ( influenzando anche gli interventi successivi, da Sforza a Ruiz) la strada da seguire per costruire quella che a breve sarà le neonata Repubblica italiana, senza però dimenticarsi di mandare qualche stoccata al ‘’ capo del fascismo ‘’, al re ed ai parlamenti dell’Europa: «E facemmo politica quando frememmo tutti di sdegno e di dolore per lo sgozzamento degli Czechi, e intanto il capo del fascismo si era recato a Monaco ad aiutare a tale opera il suo complice tedesco, e ne riceveva persino gli applausi nei liberi parlamenti dell’Europa che assisteva condiscendente o impotente a quel delitto internazionale?».

Chiediamo al Prof. Cherubini:         già nel frontespizio (foto) si possono notare le prime correzioni e cancellature che caratterizzeranno l’intero testo: «La libertà italiana nella libertà del mondo/ Discorso al primo Congresso dei partiti tenuto a Bari il 28 gennaio 1944».

«Sì, tuttavia è molto difficile rintracciare la parola cancellata dopo l’articolo La, mentre è ben visibile la cancellazione del termine riunito, dopo la partiti».

Sfogliando queste delicate paginette quali correzioni possiamo leggere?

«Nella quarta pagina l’espressione gesto fraseggio è corretta in goffo fraseggio, riferito alla dichiarazione di guerra pronunciata da Mussolini alla Francia e Inghilterra il 10 giugno 1940. Goffo fraseggio erano state, a detta di Croce, le parole di Mussolini che alternavanoappunto un fraseggio eroico e guerriero all'impaccio per la consapevole menzogna delle parole pronunciate»

Se non ricordo male mi parlò anche di quando Croce inizialmente scrisse del fascismo come distruttore, salvo poi aggiungere distruttore e corruttore!

«Esatto, volle darvi più forza! Siamo a pagina sette, quando la frase che chiude il primo capoverso nella bozza dice: una delle innumeri distruzioni compiute dal distruttore fascismo. Croce aggiunge poi due parole: una delle innumeri corruzioni e distruzioni compiute dal corruttore e distruttore fascismo».

A pagina nove invece Croce preferisce usare l’avverbio lealmente rispetto a generosamente. Come mai?

«Il periodo Gli alleati dovrebbero volere in Italia questo governo serio e validamente e generosamente appoggiarlo, viene così corretto: Gli alleati dovrebbero volere in Italia questo governo serio e lealmente e validamente appoggiarlo.  La generosità è un aspetto materiale dell’aiuto, la lealtà un impegno e dovere morale. E sappiamo quanto la morale fosse importante nel pensiero crociano».

Infine va fatta una precisazione, riguardo alla data e luogo!

«Sì, il testo è datato Sorrento 20 gennaio 1944 perché Benedetto Croce in quel tempo abitava a Sorrento nella storica Villa Tritone dove rimase fino a tutto il 1945».

Come intende valorizzare questo prezioso ritrovamento?

«Intanto entro primavera  faremo una pubblicazione della bozza integrale del discorso crociano e della relativa perizia grafologica, corredandola di altri documenti inediti come la corrispondenza tra Ian Greenlees ed Elena Croce».

 

Bagni di Lucca, 02 dicembre 2016

 

 

 

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