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Lettera aperta alla Befana

di Paolo Razzuoli

Cara Befana, Chissà come appare il mondo di lassù, dal tuo punto di osservazione. Muovendoti con straordinaria velocità a cavallo della tua scopa, fra un paese e l'altro, forse anche fra un continente e l'altro, hai la possibilità di osservare - senza essere vista - tante cose liete e tristi, di sentire tante persone alcune che vivono agiatamente mentre altre sono alle prese con le difficoltà più crude; forse, grazie ai tuoi poteri magici, anche di indagare i pensieri più reconditi.

Dal nostro punto di osservazione il mondo appare assai rovesciato.
Se sei tu che porti le cose, consentimi la sincerità, nel 2016 non ti sei comportata certo bene, anzi ti sei comportata malissimo.
La politica e la cronaca sono state scosse da una infinita catena di disastri.
Hai sentito il Messaggio Urbi et Orbi di Papa Francesco o il messaggio di fine anno del presidente Mattarella?
Hai sentito quante situazioni di conflitto sconvolgono la vita di innocenti comunità?
Hai sentito quanti atti di terrorismo hanno seminato la morte fra cittadini innocenti ed inermi in ogni parte del mondo (Bruxelles, Nizza, Dacca, Istanbul, Berlino)?
Hai visto il disastro del terremoto nell'Italia centrale che ha provocato 300 morti e tanta devastazione?

Poi la Strage bus Erasmus in Spagna, la morte di Umberto Eco, Il dramma di Regeni, il Disastro aereo Egyptair, la Strage a Orlando negli Usa, lo Scontro tra due treni in Puglia, l'attentato in un centro commerciale a Monaco di Baviera? Certo nel 2016 sono accaduti anche fatti lieti, ma il bilancio è decisamente in rosso.

Le cose non sono andate meglio sul fronte politico.
Nello scenario europeo il fatto più rilevante è stato la cosiddetta Brexit, il voto choc contro l'Europa. La Brexit ha vinto il referendum con il 51,9%. Un risultato che rischia di sconquassare l'Europa, e la stessa Inghilterra. Nel 2017 dovrebbero iniziare i negoziati per l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue: vedremo come andranno le cose...
Poi ci sono state le elezioni Usa, dove ha trionfato Donald Trump dopo una campagna elettorale infuocata, contro le più accreditate previsioni, con i poteri forti schierati dalla parte della democratica Hillary Clinton.

Il 2017 non è certo iniziato sotto buona stella. Mentre eravamo ancora in piedi per festeggiarne l'arrivo, le agenzie hanno battuto la notizia dell'attacco al Reina di Istanbul: peggio di così è difficile immaginare l'ingresso nel nuovo anno.

Venendo all'Italia le cose non sono certo andate meglio.
Pur nella complessità del contesto, una certa speranza poteva essere riposta nel processo riformista che Renzi, il suo Governo e la maggioranza che lo sosteneva, aveva avviato. Il risultato del referendum dello scorso 4 dicembre ha bloccato questa speranza, sostanzialmente mostrando dentro e fuori i confini nazionali che l'Italia è un Paese irriformabile, quindi incapace di uscire dai problemi endemici in cui da decenni si dibatte.
Come si sa, la storia ci insegna che non sempre le maggioranze hanno ragione. Questo è sicuramente uno di questi casi, e nella prospettiva medio-lunga avremo modo di accorgercene. E ciò che più intristisce è che i giovani, che hanno contribuito in modo determinante alla vittoria del no, saranno coloro che pagheranno il conto più salato dell'esito che hanno fortemente determinato. Molto si è detto sulle conseguenze economiche del risultato; a mio avviso - nel medio-lungo respiro - quelle politiche saranno ancor peggiori.

Fra pochi giorni, cara Befana, porterai i tuoi doni. Cosa chiederti quindi?
Ecco alcune richieste, sicuramente impegnative.

Anzitutto ti chiedo di aiutare coloro che con il 2017 entreranno nella funzione di governo, di mostrare saggezza e lungimiranza, smentendo - come nel caso di Trump - le previsioni più pessimistiche. Sarebbe un bel regalo per tutti.
Un cambio è avvenuto anche nel Palazzo di Vetro, sede Onu, dove il portoghese Guterresha preso il posto del sudcoreano Ban Ki-moon. Le questioni aperte che prende in eredità sono enormi: dalla questione siriana a quella israelo-palestinese, dall'Iraq all'Afghanistan, alle situazioni di conflitto in Africa, prima fra tutte quella nigeriana. Si sa che la politica internazionale si gioca altrove rispetto al Palazzo di Vetro, spesso ridotto ad un grande palcoscenico. Sui futuri prossimi scenari internazionali aleggia l'incognita Trump. Vedremo a quale logica risponderanno. So che è una utopia, ma sarebbe interesse dell'intera umanità se l'Onu fosse messo nelle condizioni di esercitare efficacemente la propria funzione.

Nel 2017 l'Europa sarà chiamata ad appuntamenti destinati ad incidere sulla propria storia. Oltre all'avvio della gestione Brexit, ci saranno le elezioni in Olanda, in Francia ed in Germania. Se proseguirà l'ascesa dei movimenti euro-scettici, è sin troppo facile prevedere che dense nubi si addenseranno sugli orizzonti europei. Errori le istituzioni europee ne hanno commessi tanti, ed anche ora non sembrano attrezzate per affrontare le grandi sfide che le attendono, a partire dall'immigrazione e dai nuovi assetti economici globali. La strada non può essere tuttavia quella del disfattismo. Probabilmente soprattutto i giovani, non proprio ferrati nella conoscenza della storia, faticano a comprendere il cammino che il continente ha percorso grazie alle intuizioni di straordinarie figure di statisti quali De Gasperi, Adenhauer e Schumann. Le conquiste sono state grandi, ma potrebbero anche essere perdute, se un vento disfattista ed irrazionale soffiasse tanto forte da spazzarle via. La strada dovrà essere quella dell'adeguamento delle politiche e delle istituzioni europee, non certo quella della loro distruzione. Il prossimo 25 marzo si celebrerà a Roma il 60° anniversario dei patti (firmati a Roma nel 1957) che diedero concretamente avvio ai primi passi della costruzione europea. Ti chiedo, cara Befana, che tu, infondendo tanta saggezza nella classe politica europea, riesca a far sì che la ricorrenza non si limiti ad un mero rituale, ma sappia invece imprimere un nuovo impulso alle ragioni ideali che guidarono i politici di sessant'anni fa.
Paradossalmente, potresti trovare un aiuto proprio da Trump che, se imprimerà veramente una svolta isolazionista alla politica estera statunitense, potrebbe costringere i governanti europei a misurarsi con nuove ed impegnative assunzioni di responsabilità che potrebbero imprimere un'accelerazione a politiche di integrazione europea, ad esempio nel campo della difesa comune.

Ed ora vengo all'Italia: qui, cara Befana, se vorrai dare una mano il tuo lavoro sarà veramente impegnativo.
IL risultato referendario del 4 dicembre scorso non ti aiuta certamente. Il Paese è avviluppato in una sorta di gabbia dalla quale non riesce a sottrarsi. A parole quasi tutti sono riformisti; in pratica quasi tutti sono gattopardisti: cambiare tutto affinché nulla cambi. Tutti sono per le riforme purché si cominci dagli altri. Il benaltrismo (sì ma ci vuole ben altro), è una sorta di sport nazionale.
La riforma costituzionale non poteva - come per incanto - risolvere tutti i problemi del Paese; ne costituiva però una condizione necessaria. Ora la stagione riformista, che qualche speranza aveva alimentato, si è interrotta e se ne ripotrà parlare fra qualche decennio. L'Italia che entra in questa nuova stagione è un Paese che dà l'impressione di essere più ripiegato sul suo passato che proiettato sul suo futuro. Dopo la bocciatura della riforma costituzionale, altri referendum minacciano riforme approvate in questi anni, a partire da quella del lavoro che, se pur con vari difetti, va comunque nella direzione giusta.
Nessuno dei nodi da sciogliere per rendere l'Italia più competitiva è stato sciolto. Ho avuto modo recentemente di rileggere la lettera che gli organismi dell'Ue inviarono, nell'agosto del 2011, al governo italiano allora guidato da Silvio Berlusconi. Ebbene, è disarmante constatare che nessuno dei temi posti sul tavolo è stato risolto. Con Renzi qualcosa si è cercato di fare: ma vuoi per interventi della Corte Costituzionale o di altri organi giurisdizionali, vuoi per difficoltà politiche, vuoi per scelte degli elettori, tutto è rimasto sostanzialmente fermo.

Nel 2017, cara Befana, ci dovrai portare anzitutto una nuova legge elettorale: compito ciclopico, visto che nei palazzi romani ciascuno ne vuole una su misura, come si ordina un abito dal sarto. Non sarà facile, e qualsiasi legge verrà fuori sarà un passo indietro rispetto al tanto criticato Italicum. E - paradossalmente - sarà un passo indietro proprio rispetto ad una delle richieste più diffuse: quella di poter scegliere i politici che ci governano. Infatti l'Italicum, se pur con i capilista bloccati, un certo spazio alle preferenze lo lascia, unitamente all'indicazione della maggioranza di governo. Con la nuova legge elettorale sicuramente si arretrerà su entrambi i fronti. Qualcuno mi accuserà di essere una Cassandra: no, è semplicemente un approccio razionale al problema. SE ne riparlerà se e quando la nuova legge elettorale vedrà la luce. Probabilmente sarà una gravidanza lunga, da cavalli, perché al di là dei problemi veri, in Parlamento qualcuno farà melina.
Ha ragione il presidente Mattarella, quando dice che prima della nuova Legge Elettorale non si puo' andare alle urne. quando la legge ci sarà si andrà alle urne: speriamo che ci donino un Parlamento all'altezza del compito che lo aspetta....

I problemi sono tanti e lasciarli incancrenire sarebbe micidiale. Una democrazia moderna senza crescita a lungo non regge. IL clima di diffuso malcontento è il terreno di coltura privilegiato dei populismi che sono un rimedio peggiore del male. Ma non basta denunciare i loro pericoli, occorre combatterli con una buona politica che sappia sconfiggerli radicalmente, ovvero rimuovendo le cause del loro attecchimento. Per questo ci vuole una politica credibile, sufficientemente forte e progettuale: all'orizzonte non se ne vede traccia....

La coesione sociale anche in Italia è minata da numerosi fattori. Anzitutto la piaga della mancanza di lavoro, che getta intere famiglie nella disperazione; poi la diffusa precarietà di molto lavoro, soprattutto giovanile, che alimenta un senso di incertezza e di sfiducia nel futuro, impedendo qualsiasi progetto di vita; poi la diffusa corruzzione ed illegalità, con cui si aggirano norme anche di per sè giuste, ma che si trasformano in uno strumento di ingiustizia laddove applicate in modo improprio (vedi voucher); poi il tema dell'immigrazione, certo complesso e delicato, ma che non può essere affrontato solo con il criterio della solidarietà, sottovalutandone le implicazioni sociali e culturali.
L'elenco potrebbe allungarsi, ma gli esempi sono più che sufficienti per dipingere un contesto difficile, nel quale le tossine ammorbanti dell'egoismo, dell'individualismo, del qualunquismo e del populismo trovano un fertile terreno di coltura.
Tutto questo in un contesto in cui la società italiana avrebbe invece bisogno di ritrovare forti ragioni di coesione, di solidarismo, di condivisione di uno slancio riformatore che, pur comportando iniziali rinunce e/o sacrifici, crei i presupposti politici e culturali per far uscire il Paese dal crinale del declino in cui sembra essersi incamminato.
La società italiana, fortemente condizionata da spinte corporative, sembra più un assieme di tribù che una nazione. Insomma, dobbiamo sforzarci per essere più nazione e meno assieme di tribù.

Infine un cenno a Lucca, la nostra città. Il 2017 ci porterà la nuova amministrazione comunale. Speriamo che sia all'altezza della situazione. Abbiamo una città ed un territorio meravigliosi, ricchi di potenzialità e per questo capaci di attrarre turismo da ogni parte del mondo. Certo bisogna mettere in campo capacità progettuale coerente con lo scenario globale in cui viviamo. Per questo occorre un personale politico che sappia volare alto, sottraendosi da certi condizionamenti propri del contesto, capace di guardare in avanti indipendentemente dal consenso elettorale immediato. Non è facile, lo so benissimo, ma è ciò che serve.

Cara Befana,
so di averti chiesto tanto, anzi tantissimo. Ma tu sei una creatura generosa e saggia: sicuramente ci proverai.
Spero - alla tua festa del prossimo anno, di poterti ringraziare per le cose buone che ci avrai portato e non, come quest'anno, di dovermi rammaricare per quelle cattive.

Grazie Befanina. Un affettuoso bacio...

Lucca, 3 gennaio 2017

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