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I sistemi elettorali: spesso chi ne parla lo fa per calcolo  o convenienza

 

di Antonio Rossetti

 

 

In America

Trump vince Clinton perde

 

Premesso che  considero un sistema proporzionale  rappresentativo di tutte le presenze la vera rappresentanza dell'espressione  di volontà  del popolo di un Paese, prendo spunto dalle elezioni in Usa per una riflessione  sui sistemi di elezione e di rappresentanza con un riferimento particolare al caso in questione. 

Nel corso degli anni, in Italia, sono stati inseriti correttivi e sistemi diversi allo scopo di migliorare il rapporto cittadino elettore- rappresentanza politica, anche  in  considerazione delle  frammentazioni frutto di personalismi e non di proposte politiche organizzate o strutturate (movimenti o partiti). Si è parlato di leaderismo, di cartelli, liste civetta e di altro.

Lo sbarramento da superare per acquisire rappresentanti  rientra in questa linea.

 

Non mi pare che il risultato sia stato esemplare: liste e listine, personalismi e interessi  non sono stati sconfitti e si ripresentano  di continuo.  

1. Il proporzionale con le soglie di ingresso aveva come  scopo  quello di evitare la frammentazione delle liste  e ridurre, ad un  numero ristretto, le scelte favorendo l'accorpamento (liste cartello)  se non la coesione. Nel tempo, coloro che non raggiungevano il quorum necessario all'ingresso nelle assemblee rappresentative,  potevano aspirare a crescere e superare l'ostacolo.  Per alcuni  partiti e movimenti è stato possibile, in pochi anni, anche  nelle elezioni in Italia.

 

2. I sistemi elettorali esistenti  o  sperimentati, in Italia e nel mondo, tendono, con diverse accentuazioni, a rendere più stabile la governabilità in alcuni casi  con premi di “maggioranza”, si dice per governare meglio i Paesi nei quali si esprime il voto.  In altri casi si finge di votare e si finge di  accettare l'espressione del voto dei cittadini elettori, fino a considerare superfluo il voto con sistemi di tipo  totalitario.

 

Nei giorni scorsi, a proposito del sistema elettorale in Italia, molti  si sono espressi, non so se con convinzione  o per posizione strumentale,  a sostegno di un sistema   proporzionale, così  facendo potrebbero rientrare  in gioco anche coloro che  al momento sono in posizione  di opposizione al Governo in carica.

Naturale che ognuno porti argomenti a favore della propria tesi anche se negli anni si cambia tesi e quindi posizione.

 

 

In USA 8 novembre 2016

 

Nel caso delle elezioni per la Presidenza degli stati Uniti, elezioni vinte dal repubblicano Donald Trump, non ho riscontrato una discussione sul rapporto tra voto  popolare  e rappresentanza   degli elettori dei 48 Stati, può darsi sia stato un mio limite. 

Nei fatti i voti  ricevuti dalla candidata del partito Democratico sono superiori a quelli del candidato Repubblicano  di circa 200.000.

Il sistema  per la elezione dei “grandi elettori” consente, a  chi vince seppure  con pochissimo scarto, di prendere tutti i grandi elettori di quello Stato.

In  teoria  raggiungendo in  tutti gli Stati un punto percentuale, o la sua frazione, in meno della lista vincente  i cittadini,  che hanno espresso un voto diverso, non avrebbero nessun rappresentante in quanto chi vince prende tutto. 

E' un caso limite.  La legge è questa e se  va bene agli americani sarà problema loro.

Quello degli Usa   è un sistema elettorale sul quale  si può discutere, come tutti gli altri, che contiene elementi di riflessione per il nostro Paese.

L'assurdo, anche in questo caso, è proprio il coro di voci dei  i proporzionalisti “puri”  che esaltano il risultato prodotto da questo  sistema, non considerando che, Stato per Stato,  l'esito determina un risultato esclusivo a favore di chi vince,  senza nessuna rappresentanza della minoranza, seppure molto consistente .

Nei 48 Stati erano in palio   538 grandi elettori, di questi 306  sono andati a favore di Trump e 232 a favore di Clinton.

Quale è stato il voto popolare, degli elettori di tutti gli Stati chiamati al voto?

 

Il voto popolare:

elettori 231.556.622

votanti 128.843.000

percentuale 55,62%

59.798.978 a favore di Clinton  pari al 47,7%

59.594.262 a favore di Trump pari al 47,5%

(scrutinio del 99%) (dato da Repubblica del 10.11.2016)

 

E' ovvio che questo valeva per il presidente Obama e altri in precedenza.  L'argomento  può apparire   fuori luogo, visto che la legislazione americana è questa, ma serve per discutere  con attenzione e con il sostegno di dati concreti anche del sistema elettorale del nostro Paese.  

 

Infine il dato della partecipazione al voto del 55,6%, non è un alto livello di partecipazione, qualche problema esiste  anche in questo grande Paese.

 

Lucca, 10 novembre 2016

 

 

 

 

 

 

 

 

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