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Sessant'anni fa iniziò la rivoluzione in Ungheria

di Paolo Razzuoli

Sessant'anni fa, il 23 ottobre 1956, ebbe inizio la rivoluzione ungherese: uno dei passaggi più drammatici della storia europea dopo la seconda guerra mondiale. Un fatto sconvolgente, per la brutalità con cui i carri armati sovietici repressero le istanze di libertà degli ungheresi, uno spartiacque anche nella storia dei partiti comunisti e più in generale della sinistra dell'Europa occidentale, in cui si sviluppò un dibattito che nei decenni ne segnò il suo progressivo allontanamento dalle posizioni di Mosca.

La tempesta si abbattè ovviamente anche sulla sinistra italiana. Mentre il Pci si schierò ufficialmente con Mosca (fa sinceramente rabbrividire leggere ciò che Togliatti ed i compagni dello stato maggiore di via delle Botteghi Oscure scrissero in quei giorni sulla stampa del partito), soprattutto fra gli intellettuali si diffuse un senso di smarrimento e si aprì un dibattito che portò a numerosi abbandoni. Purtroppo, fra i sostenitori dell'intervento sovietico vi furono anche figure che in seguito avrebbero profondamente rivisto le proprie posizioni, dando per altro un grande contributo alla vicenda politica italiana.
I fatti di Ungheria segnarono anche uno spartiacque nei rapporti interni nella sinistra. Ancora nel 1953 il PcI ed il Psi si presentarono compatti alle elezioni politiche. Dopo la repressione dei carri armati sovietici il solco fra i due partiti si allargò e si avviò un nuovo percorso di avvicinamento fra le anime socialiste che si divisero nel 1947, con la scissione di Palazzo Barberini e la nascita del Partito Socialdemocratico.
Si avviò una nuova stagione destinata a modificare in modo sostanziale il quadro politico italiano per vari decenni, sino alla fine della cosiddetta "prima repubblica". Nel 1962 Fanfani diede vita al primo governo di centro-sinistra, con il Psi in maggioranza, anche se non ancora organicamente nel governo. Nel 1963 Moro diede vita al primo governo organico di centrosinistra, con Nenni alla vicepresidenza e con l'attribuzione di dicasteri di peso ad esponenti socialisti.
Da allora, salvo un breve periodo negli anni 1972-1973, il Psi ha sempre fatto parte della maggioranza di governo. Il Pci ha invece guidato per decenni l'opposizione a livello nazionale, salvo il periodo del compromesso storico 1976-1979). Diverso è il discorso sul governo locale, in cui il Pci ha avuto un ruolo di primo piano, soprattutto dopo il 1970, anno di avvio dei governi delle regioni a statuto ordinario.

I fatti della rivoluzione

Vediamo, in breve, i fatti della rivoluzione.
L'Ungheria era un Paese in grandissima difficoltà. Il sistema economico era al collasso, la gente non riusciva a soddisfare nemmeno i bisogni più essenziali, fioriva il mercato nero, la gente era terrorizzata da un regime di polizia eccezionalmente repressivo (c'erano circa 100mila prigionieri politici in una nazione di 10 milioni di abitanti).
La rivolta ebbe inizio il 23 ottobre 1956 da una manifestazione pacifica di alcune migliaia di studenti. In breve molte migliaia di Ungheresi si aggiunsero ai manifestanti e la manifestazione (inizialmente a sostegno degli studenti della città polacca di Poznan, una cui manifestazione era stata violentemente repressa dal governo), si trasformò in una rivolta contro la dittatura di Mátyás Rákosi, una "vecchia guardia" stalinista, e contro la presenza sovietica in Ungheria. Nel giro di pochi giorni, milioni di ungheresi si unirono alla rivolta o la sostennero. A Budapest vi erano stati numerosi movimenti popolari, era stata abbattuta la statua di Stalin e la polizia segreta aveva sparato sulla folla davanti al Parlamento.
Il 24 ottobre 1956 il Partito Socialista Ungherese nominò come primo ministro Imre Nagy che concesse gran parte di quanto richiesto dai manifestanti, finendo per interpretare le loro istanze, identificandosi con la rivoluzione in corso.
Imre Nagy il 1 novembre 1956 proclamò la neutralità della Repubblica popolare ungherese e chiese l'uscita dell'Ungheria dal patto di Varsavia. Queste richieste non vennero ovviamente accettate dall'URSS e Nagy venne sostituito da János Kádár. Nagy venne poi imprigionato, accusato e fucilato nel 1958.
Il 4 novembre 1956, alle ore 4 del mattino, 15 divisioni corazzate sovietiche con 6000 carri armati dilagarono in tutta l'Ungheria e fu la distruzione. Dopo questa rivolta L'Ungheria si riallineò completamente nel quadro del sistema sovietico - socialista, uscendone - assieme agli altri paesi comunisti - nel 1989 con la caduta del muro di Berlino.

Per saperne di più

Il mio ricordo

Nel 1956 avevo 6 anni e qualche ricordo di quei fatti lo conservo. In particolare ricordo le persone attaccate all'apparecchio radio (la televisione non era ancora diffusa), per ascoltare con trepidazione le notizie che giungevano da Budapest. Ricordo i loro commenti preoccupati, che non riuscivo ovviamente a capire, e dei quali chiedevo spiegazione. Ricordo anche qualcuno che leggeva qualche corrispondenza di Montanelli, testimone di quella breve stagione di aspirazione del popolo ungherese alla libertà.
Ricordo infine di aver sentito qualcuno commentare aspramente la posizione ufficiale del Pci di Togliatti, definendolo "servo dei russi" e benedicendo nel contempo il cielo per la piega presa dai fatti politici italiani con la vittoria della Dc nel 1948.

Lucca, 23 ottobre 2016

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