Per il Comune di Roma, indipendentemente dalle discussioni più o meno piegate ad interesse di parte, mi pare si debba considerare un aspetto sostanziale.
Di Antonio Rossetti
Premetto che il problema della elezione a carica di sindaco di Roma di Virginia Raggi, è e sarà problema dei romani che le hanno dato il voto, ma ritengo sia corretto valutare un aspetto che è sostanziale e che non ha nulla di strumentale verso la persona e il suo movimento.
Infatti quanto riportato in allegato ha data molto precedente e non è stato scritto in base alle polemiche recenti.
La riflessione è questa: tutti coloro che si propongono di affrontare una elezione per una carica così rilevante, Roma ancora di più per ragioni di tutta evidenza, lo fanno o lo dovrebbero fare con la consapevolezza delle difficoltà e delle tempistiche previste, oltre che per la mole di attività e responsabilità che sono richieste da tale incarico di governo di una amministrazione cittadina.
Quindi la domanda è : Possibile che non si sia pensato, durante la fase pre – elettorale, che per la composizione della giunta, proprio per le difficoltà in cui Roma si trovava, per questo il voto anticipato dopo un periodo di commissariamento, era necessario avere predisposto per tempo il quadro delle collaborazioni in modo da essere pronti e non avere tempi morti?
Si legge che le candidature per un incarico di assessore al bilancio ci sono 14 proposte, speriamo che siano competenti ed abbiano conoscenza delle situazioni che dovranno affrontare altrimenti il rischio è duplice: che si rendano conto dopo mesi e anni di cosa occorre fare o che si affidino a persone che sono già da tempo impegnate e che potrebbero avere interessi diversi o contrari.
In tutte le professioni si cerca di sottolineare la professionalità, ma anche per amministrare o governare bene, oltre alle doti fondamentali, a partire dall'onestà, sono necessarie competenze e conoscenze che non si improvvisano e che non si trovano al mercato del “bravo politico” con confezione su misura.
In sostanza, gli elettori romani hanno scelto, la legge attribuisce al sindaco responsabilità e compiti decisionali rilevantissimi, tra questi la scelta degli assessori che può nominare e revocare quando lo decide, di conseguenza non possono essere attribuite ad altri ritardi e inadempienze. Se è vero che non è stabilito quanto della giunta deve essere nominato per considerarla completa resta il problema delle tante cose urgenti da fare.
Le collaborazioni dei componenti della giunta sono importanti e la lunga attesa non aiuta a risolvere i grandi guai a Roma dei quali, ovviamente, le responsabilità hanno date e persone diverse dalla maggioranza attuale, ma che erano conosciute da tutti e per questo gli elettori hanno cambiato e sperano di averlo fatto in meglio.
All.1
Redazione
Internazionale 21 Giu 2016 16.33
Al secondo turno delle elezioni amministrative del 19 giugno in Italia si è votato in 126 comuni e sono stati eletti i sindaci di cinque grandi città italiane: Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino.
A Roma e a Torino sono state elette due sindache del Movimento 5 stelle: Virginia Raggi e Chiara Appendino. A Milano e a Bologna hanno vinto i candidati sostenuti dal Pd: Giuseppe Sala e Virginio Merola. A Napoli ha vinto Luigi de Magistris, candidato indipendente sostenuto da alcune liste civiche.
L’insediamento del primo cittadino in questi centri, che hanno più di 15mila abitanti, dura circa due mesi. I sindaci avranno venti giorni a partire dalla loro proclamazione per nominare la giunta. L’iter comincerà presto: la proclamazione di Virginia Raggi per esempio avverrà il 22 giugno, mentre Giuseppe Sala ha promesso la nuova giunta entro sette giorni.
Il tutto si può riassumere in dieci passi, come ha fatto sul suo sito l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci).
1. Insediamento
L’ufficio elettorale centrale proclama il nuovo sindaco, che così riceve
ufficialmente l’incarico. Nei comuni sotto i 15mila abitanti la proclamazione
spetta invece alla prima sezione elettorale.
2. Pubblicazione dei dati
elettorali
Il primo compito del neoletto sindaco è pubblicare i risultati elettorali e
fare la notifica dei risultati agli eletti. Questo procedimento va fatto entro
tre giorni dalla proclamazione degli eletti.
3. Nomina della giunta e del
vicesindaco
Il sindaco deve nominare i componenti della
giunta prima della seduta inaugurale del consiglio comunale e scegliere anche
il vicesindaco.
4. Convocazione del consiglio
comunale
Entro dieci giorni dalla proclamazione degli eletti, il sindaco deve convocare
il consiglio comunale, la cui prima seduta dovrà a sua volta svolgersi entro
dieci giorni dalla convocazione del consiglio.
5. Seduta di insediamento e
giuramento
Il sindaco giura sulla costituzione e comunica la composizione della giunta. La
prima seduta, quindi, si tiene a venti giorni dalla proclamazione.
6.
Presentazione delle linee programmatiche
Entro 45 giorni dalle elezioni, il sindaco deve presentare le linee
programmatiche per il suo mandato, che vanno approvate dalla giunta.
7. Verifica straordinaria di cassa
Il nuovo sindaco procede alle operazioni di verifica straordinaria di cassa, il
controllo sugli incassi e i pagamenti del comune. Va fatto alla presenza
dell’amministrazione uscente, del segretario, del responsabile del servizio
finanziario e dei membri dell’organo di revisione dell’ente.
8. Nomina dei rappresentanti del
comune
Il sindaco, entro 45 giorni dal suo insediamento, nomina i rappresentanti del
comune presso enti, aziende e istituzioni.
9. Nomina del segretario comunale
Non prima dei 60 giorni iniziali del mandato ed entro 120 giorni dal suo
insediamento, il sindaco può nominare il segretario comunale, una figura che
sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e ne coordina
l’attività, ma che potrebbe essere presto abolita dalla riforma Madia sulla
pubblica amministrazione.
10. Nomine nella struttura
Il sindaco nomina i responsabili degli uffici e dei servizi, distribuisce gli
incarichi dirigenziali e quelli di collaborazione esterna.
Lucca, 16 settembre 2016