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Il precario equilibrio dei poteri in Italia

di Paolo Razzuoli

Cosa ha detto il Giudice Costituzionale Piergiorgio Morosini al Foglio, credo ormai che tutti lo sappiano, al pari delle reazioni, prime fra tutte quelle del vice-presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Legnini.

In qualsiasi modo si giudichino, le dichiarazioni di Morosini hanno un sicuro pregio: quello della chiarezza. Al di la' di ogni metafora, il messaggio e' chiaro: fermare Renzi. Puo' darsi che ci sia stato qualche problema nel riportare i testi tra virgolette: ovviamente non lo so ed in buona sostanza non e' poi nemmeno cosi' importante. Cio' che invece e' importante e' il ragionamento del "Morosini pensiero", che non e' stato smentito.
Una chiarezza di cui - credo - gli italiani debbono ringraziare il Giudice Morosini, membro del massimo organo di governo della Magistratura, che ha messo un punto fermo al dibattito. L'interrogativo è questo: il Pd è vittima di un complotto? La risposta è chiara: Macché complotto: solo una normale, un po' stucchevole battaglia politica. Peccato che a farla non sia il potere giusto, come sancito da un altro pensatore che incomincia con Mo, come Morosini, ma che finisce meglio, cioè Montesquieu. Non è certo una buona cosa per il sistema italiano che sia la magistratura ancora una volta a invadere un terreno che non è il suo, usando l’arma impropria della intangibilità, affilata come una ghigliottina. Eufemisticamente si potra' dire uno sconfinamento, per essere carini. Per essere seri e senza nascondersi dietro le solite ipocrisie, forse sarebbe meglio chiaramente dire una indecenza.

Naturalmente questo nulla ha a che vedere con la sacrosanta lotta alla corruzione. Sappiamo bene che il Palazzo è popolato di ladri e corrotti su cui deve abbattersi senza remore la lama della giustizia. Ci mancherebbe.
DUNQUE , da ogni cittadino onesto va un incondizionato grazie ai magistrati e alle forze dell’ordine che combattono nell’esercito dell’onestà. Questo è il loro mestiere. Non lo è, invece, quello di andare in giro alla Morosini a fare propaganda per il no al referendum costituzionale (fermare Renzi). Perché per questo, esiste un altro potere, un altro mestiere, peraltro abbondantemente praticato dagli ex pm in odore di santità giustizialista: la politica.

Certo, in qualche modo la candidatura andava pur conquistata: ma la politica italiana ha dato una grossa mano facendosene di sovente carico.
Inoltre, se è lecito parlare di una politicizzazione di frange della magistratura, altrettanto lecito è parlare della magistraturizzazione della politica. Da tangentopoli in poi il tentativo di ricorrere al potere giudiziario per abbattere l'avversario politico è stato martellante. Lo è stato nella dimensione nazionale, ma lo è stato anche ai livelli locali, che magari hanno fatto meno rumore mediatico, ma per questo non meno dannosi per incrementare le tossine ammorbanti circolanti nelle vene della politica.
La doppia morale ed il doppio pesismo (diciamolo con chiarezza) è stata la regola. Si plaude ad una inchiesta che colpisce l'avversario, si condanna quella che colpisce l'amico. Lo hanno fatto un po' tutti, anche se il giustizialismo piu' irresponsabile appartiene alla sinistra, che ne ha fatto l'arma privilegiata per combattere chi non riusciva a vincere sul piano elettorale: vale a dire Berlusconi.
Atteggiamenti scellerati che hanno privilegiato l'uso strumentale di un problema di rapporti fra fondamentali poteri dello Stato, che invece andava, e ancora va, affrontato con profondo senso di equilibrio, riportando ciascuno di essi all'interno degli ambiti così come disegnati dal nostro ordinamento costituzionale.

L'impressione è che chiunque voglia provare a riportare il baricentro dell'equilibrio dei poteri su un assetto coerente con uno stato di diritto, si trovi ad affrontare la tagliola di un potere - quello giudiziario - che, almeno in certe sue espressioni, non intende discutere gli attuali assetti.

Bloccare la riforma costituzionale che nel prossimo mese di ottobre sarà sottoposta al giudizio degli elettori, è il primo obiettivo delle forze della conservazione. Il disegno mi sembra chiarissimo: bloccare la riforma costituzionale per bloccare qualsiasi capacita' di rinnovamento degli assetti di governo del Paese. Se la riforma sarà affossata, per vari decenni sarà affossata qualsiasi capacita' riformatrice del Paese. Un evento sicuramente drammatico, soprattutto per le nuove generazioni: ma questo a loro sembra non interessare.

Tornando a Morosini, dobbiamo in qualche modo ringraziarlo perchè gli è scappato di dire la verità: ovvero che il problema ora è quello di fermare la riforma costituzionale con l'affermazione del "no" al referendum.
Renzi ovviamente dice che non crede al complotto: nel suo ruolo istituzionale mi pare una posizione assolutamente corretta: sarebbe folle contribuire ad allargare l'incendio.

Ma in Italia non puo' essere eluso il tema vero: quello di ripristinare la legalità. Quella di uno Stato di diritto in cui sotto le toghe deve battere il codice, e non nascondersi delle bombe politico-giudiziarie. A orologeria.

Lucca, 7 maggio 2016

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