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IL LUBEC a Lucca

Una occasione per confronti e aggiornamenti

 

di Antonio Rossetti.

 

Ho partecipato, come ogni anno, al Lubec, nei locali del Real Collegio di Lucca  e, con piacere, voglio esprimere apprezzamento per gli argomenti affrontati e per l'importante occasione di aggiornamento. 

Non essendo possibile partecipare a tutti gli incontri in quanto vi erano concomitanze di orari, ho scelto quelli che mi suscitavano maggiore interesse e curiosità.

Per molti, politici e amministratori lucchesi, salvo rare eccezioni, il contenuto suscitava poco interesse.

Infatti in materia di progettazione e realizzazione di obiettivi utili per la città e per tutto il territorio provinciale, la conoscenza delle disponibilità messe a disposizione dai fondi dell'Unione Europea è cosa ben nota. Tutti i bilanci contengono questo capitolo. A parte l'ironia, che non tocca più chi non sente neppure il bisogno di aggiornarsi e informarsi, l'occasione era interessante per confrontare, in modo diretto,  quanto è stato già realizzato in altre parti del nostro Paese e prenderne spunto per valutare la possibilità di intraprendere adeguate iniziative anche nel nostro territorio.

Venendo al punto:

In materia di promozione del turismo e della cultura vi sono esperienze da prendere in seria considerazione non solo per gli scarsi risultati di presenze nei nostri musei, pochissime migliaia di presenze ogni anno (un numero così basso da tenere nascosto)  ma per la riflessione di fondo che riguarda la vita dei musei,

Il museo deve promuovere, periodicamente iniziative, manifestazioni, giornate di studio ed altro che sia utile a valorizzare il museo e le sue opere, anche attraverso l'impiego intelligente di nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione.

Qualche esempio c'è anche nella nostra provincia, Barga, Castelnuovo, Massarosa, possono rappresentare  esperienze interessanti, di altre realtà  potranno parlare coloro che conoscono meglio di me la programmazione e le realizzazioni.

La utilizzazione del termine museo, come è stato affrontato  nell'incontro al Lubec, mi ha fatto cancellare il termine un po desueto di “museo” nel senso di vecchio, accantonato, inutile.

Museo vivo interessante, occasione per la crescita culturale e luoghi di innovazione per riscoprire la storia, le tradizioni, la memoria anche  con l'ausilio  della innovazione che non è tutta da liquidare con sufficienza, ma da valutare nei contesti specifici. 

Il materiale che Lubec diffonde ogni anno è consigliato per coloro che non avessero avuto l'opportunità di partecipare di persona alla manifestazione dell'ottobre 2015.

 

Partendo da questa idea di museo vivo e partecipato mi torna in mente la proposta, ovviamente in ipotesi, del Museo della carta a Lucca.

Museo  con spazi formativi, con luoghi di incontro e di formazione, di esposizione di conoscenza della evoluzione del settore e di quanto necessario per valorizzare una parte della storia dell'industria del nostro territorio.

Il progetto non è di mia competenza non essendo interessato in nessun modo al settore, ma l'idea

mi piace, sul mio blog molti hanno letto questa pagina.   Se chi ne ha la possibilità non la considera  tale da suscitare interesse pazienza.

Ad esempio di musei che sono stati realizzati per valorizzare il territorio di appartenenza ve ne sono molti, di piccola dimensione e più impegnativi.

 

In allegato l'esempio di Parma ed i commenti

 

Certo può far sorridere il museo della carta rapportato al salame o al Parmigiano  ma questo è.

 

 

Allegato 1)


Prosciutto, salame e parmigiano reggiano: scopri i golosi Musei del cibo del Parmense

 

Luca Bonora 24/09/2015

 


Nell’immaginario collettivo, cibo e museo sono concetti ben distinti. Il cibo è immediato, deperibile, coinvolge il gusto e l’olfatto. Il museo è spesso statico, duraturo, ha come senso privilegiato la vista.

Ma un museo è anzitutto un luogo dove si conserva e si illustra la cultura, presente e passata, di un territorio. E allora nulla di strano se in quel di Parma adulti e bambini possono visitare sei musei del cibo. Ricchi di suggestioni, storia, laboratori, profumi e sapori.

Il circuito Parma i musei del cibo comprende sei spazi espositivi nella provincia emiliana. Si tratta del Museo del parmigiano reggiano a Soragna, il Museo del salame al castello di Felino, il Museo del prosciutto a Langhirano, storica patria della spalla cotta; il museo della pasta e del pomodoro, a Corte di Giarola-Collecchio; il Museo del vino alla Rocca di sala Baganza e il Museo d’arte olearia di San Secondo Parmense.

In tutti possibilità di degustazioni guidate, laboratori per i più giovani e in alcuni casi, come a Collecchio e a Felino, anche un ristorante annesso per… approfondire alcuni concetti. Per saperne di più, www.museidelcibo.it

 

Lucca, 15 ottobre 2015

 

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