Di Antonio Rossetti
Un mio amico, dopo avere letto la “proposta” di Salvini Matteo, della Lega, di bloccare il Paese per tre giorni in novembre, mi ha chiesto i dati della consistenza della Lega nel Parlamento italiano.
Prima di dire quali sono i numeri, facilmente consultabili da tutti, voglio argomentare su alcune posizioni espresse in questi giorni.
Il Governo in carica è stato criticato perché la crescita del Pil è modesta, rispetto alle previsioni, pur restando dell'opinione che il Pil non è l'unico parametro con il quale misurare il Paese, non si può trascurare il dato considerato.
Tutti i dati sono forniti per essere commentati, questo vale anche per il passato.
Ciò che fa sorridere e che coloro che criticano i risultati modesti, + 0,5% del Pil nel primo semestre 2015 rispetto all'anno precedente, sono tutti responsabili, nei modi diversi, di governi che in precedenza e per molti anni, hanno collezionato risultati economici, appunto i dati PIL, con segno meno.
Si possono raccogliere e metterli al lato del presidente del consiglio del tempo, insieme ai ministri dell'economia e delle finanze.
Se non vi scappa da ridere è perché c'è solo da piangere, considerato che i dati ci informano che occorreranno molti anni per recuperare posizioni acquisite prima di questa lunga crisi, ancora non superata in modo significativo.
Anche il Presidente della Confindustria si lamenta sempre, e chiede ancora, è la sua parte, ma oltre questo non fa molto altro.
Anche per la Confindustria, come per molte altre organizzazioni e partiti, è più difficile governare le proprie realtà organizzative e , per tenere i consensi, chiedere di più è sempre una buona carta da giocare. Questo vale in misura ancora maggiore per i piccoli partiti, scarsamente rappresentati nelle sedi rappresentative, piccole associazioni, e piccoli gruppi.
Anche Salvini Matteo, ha detto in sostanza, che i progressi del Pil in Italia sono scarsi che Renzi se ne deve andare, che la crisi c'è ancora, ovviamente non ha fatto una riflessione sui governi precedenti e sulle loro responsabilità
Per tutta risposta, per migliorare le condizioni dell'economia, penso, propone di fermare il Paese per 3 giorni. L'interesse del Paese, se fosse possibile, dovrebbe essere quello di rimanere aperto 3 giorni in aggiunta non di chiuderlo per tre giorni.
Bene, si possono dire tante altre cose, se Renzi va a casa allora sboccia il sole? E chi lo fa sbocciare chi ha governato il Paese, non da solo, con risultati del meno sul Pil per anni e anni?
Può darsi che la “proposta ” di Salvini resti una “cosa estiva ”, ma la preoccupazione è che il Parlamento entri in crisi per le difficoltà che non riguardano direttamente l'economia ma le riforme. Riforme considerate necessarie e urgenti anche per la crescita economica è presente.
Salvini Matteo sa bene che, nel Parlamento la Lega può contare poco rispetto alla presenza dei propri parlamentari: sono in 12 al Senato su 321 mentre se ne contano 17 alla Camera, su 630.
Agitare un clima da elezioni anticipate potrebbe essere una scelta per tentare di ottenere risultati migliori sia alla Camera e a al Senato, ovviamente in caso di scioglimento anticipato.
La lega ritiene di essere sotto dimensionata, rispetto ad altre forze politiche sia di Governo sia in opposizione allo stesso; altri, minoranza Pd e qualche altro partito, sognano di poter ribaltare Renzi e tornare al comando. Tutto è possibile ed è stato dimostrato in passato.
Il resto, gli interessi dei cittadini e del Paese, che tutti dicono di avere a cuore, non contano niente.
Infatti su nessun argomento, che fa ”incavolare i cittadini”, si va avanti a partire dai costi esagerati della politica, agli sprechi, ai disservizi, all'evasione, alla corruzione dilagante, alla pressione fiscale elevata, solo modesti passi in avanti.
Novità dalle Regioni sulle stesse materie? Non pervenute. Da altre parti poco o nulla.
Eppure il segnale che un un elettore su due non si esprime con il voto potrà significare qualcosa o no?
Il Paese cresce poco, ma cresce, il Governo e il Parlamento dovrebbero essere in grado di fare scelte utili, ma questo non basta. Occorrono atti che confermino la volontà di realizzare, in concreto e in tempi rapidi, ciò che è indispensabile per i cittadini e per il Paese a partire dal lavoro, dalle condizioni per lo sviluppo, dalla trasparenza per restituire credibilità alla politica ed alle amministrazioni pubbliche.
Siamo vicini all'utopia per come stanno le cose in Italia?
Facilmente si, non si è in grado di completare i mandati elettorali per l'intera durata, salvo eccezioni.
Per Governare c'è bisogno di onestà, responsabilità e competenza e questo vale per tutti, non si può sempre distruggere tutto e tutti.
Lucca, 18 agosto 2015