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Disuguaglianza, gli squilibri globali

(dal Sole 24 ore del 26 aprile 2015)

A cura di Paolo Razzuoli

Il Sole 24 Ore ha pubblicato - il 26 aprile 2015 - un interessante dossier dal titolo "Disuguaglianza, gli squilibri globali".
Il dossier, che riassume una ricerca sviluppata dalla Fondazione David Hume, contiene 8 articoli di estremo interesse. Essi propongono dati e valutazioni concernenti sia l'ambito globale che quello italiano.
Per i lettori di Fucinaidee propongo integralmente il dossier, invitando a leggerlo con attenzione, anche se cio' richiedera' un po' di tempo.
Pur non attardandomi in commenti, voglio solo sottolineare due dati riferiti al nostro Paese: Il primo e' quello dei nove milioni di italiani che rientrano nella "Terza societa'", cosi' viene chiamato il segmento dei disoccupati, dei precari, degli scoraggiati e cosi' via. Quelli che, insomma, sono esclusi da qualsiasi forma di protezione del loro lavoro o che il lavoro non ce l'hanno affatto. Il secondo e' quello che attesta che il sud e' sempre piu' distante, in conseguenza dell'ampliarsi del gap che lo separa dal nord del Paese.
Dati indubbiamente allarmanti, campanelli di allarme dell'aggravarsi di situazioni per altro note. Situazioni che debbono essere messe con assoluta priorita' nell'agenda dell'azione di governo.
Per questo occorrono coraggio e lungimiranza. Alcuni recenti provvedimenti, quale il Jobs Act, vanno nella direzione giusta, ma i loro effetti benefici potrebbero ben presto essere risucchiati nel vortice della riscossa dell'immobilismo e della conservazione. Immobilismo e conservazione che sono oggi incarnati soprattutto dalla CGIL e dalle forze politiche che ne costituiscono la cinghia di trasmissione in sede politica.

Per il bene del Paese, e' da augurarsi che Renzi non abbassi lo slancio riformatore. E' da augurarsi che mantenga dritto il timone sulla consapevolezza che solo un "resettaggio profondo" della nostra societa' potra' garantire la possibilita' di invertire la china. E' da augurarsi che Renzi trovi il coraggio di andare sino in fondo, se sara' necessario presentandosi anche presto al corpo elettorale, chiamato ad assumersi le proprie responsabilita' concedendo o negando le condizioni politiche per la realizzazione del progetto riformatore.
Certo qualche rischio e' prevedibile. Ma spero che Renzi, ottimo conoscitore della tradizione politico-culturale del Cattolicesimo democratico italiano, non dimentichi mai cio' che ebbe a dire alcide De Gasperi: "il politico e' colui che pensa alle prossime elezioni; lo statista e' colui che pensa alle prossime generazioni".

Indice

Lucca, 28 aprile 2015

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