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FIAT, ORA CI SONO LE ASSUNZIONI

 

Di Antonio Rossetti

 

Quando vi fu l'accordo del 23 dicembre 2010 dicevamo che : “ora si doveva passare alla gestione”, lo riportiamo in allegato  per ribadire  che  chi è impegnato nel sindacalismo confederale ha sempre di fronte a se una grande responsabilità.

Con i rancori e le personalizzazioni è difficile  giungere a soluzioni di grande lungimiranza.

Ogni giorno e ogni fase, più o meno positivi, devono essere affrontati con grande responsabilità.

L'errore è immaginare che l'imprenditore licenzi per fare dispetto o assuma per fare un piacere a qualcuno. L'imprenditore fa i suoi calcoli, li ha sempre fatti, e quando il lavoro non c'è e i prodotti sono fuori mercato  riduce il personale .  Negli ultimi 45 anni di storia sindacale, nelle aziende con oltre 15 dipendenti, anche a Lucca,  con l'articolo 18 della legge 300 del 1970 presente, sono state  molte le aziende che,   facendo ricorso a cassa integrazione, mobilità, licenziamenti o chiusura hanno ridotto gli occupati, mentre quando le condizioni lo hanno consentito vi sono state nuove assunzioni. 

Ci sono altre  scelte e motivazioni che, talvolta, hanno determinato delocalizzazioni, frammentazione di aziende, lavoro in appalto e sub-appalto, allo scopo di recuperare competitività e flessibilità, ma al momento non è dato sapere quanto incideranno, in modo positivo, i provvedimenti. approvati dal Governo, in materia di lavoro, di riduzione dei costi e degli ostacoli burocratici .

L'obiettivo, in dimensione europea, è la comparazione delle condizioni a quelle degli altri Paesi dell'Unione per ridurre o eliminare le differenze che penalizzano le  imprese e i lavoratori in Italia.

I segnali dei primi mesi del 2015 possono determinare maggiore fiducia e si può sperare che vi siano  condizioni per la ripresa a partire dal lavoro per i giovani  e i disoccupati.

Abbiamo ripreso un articolo sulla vicenda Fiat del febbraio 2015, che consideriamo in continuità con le valutazioni espresse  in altro periodo e che richiamiamo in allegato. 

 

Fiat, c’è l’intesa per mille assunzioni
Aumento da 15 a 20 turni, lunedì la firma definitiva

 

Ancora una volta la Fiom resta fuori.

Previsti miglioramenti economici fino a 1400 euro

di VALERIO PANETTIERI

GIORNATE intense alla Sata di Melfi, giornate di consultazioni ed assemblee “rumorose” e partecipate. Tutta colpa dell’accordo preliminare stipulato due sere fa dai sindacati. Tutti, Fiom esclusa. E proprio la Fiom tre giorni fa, annunciando questa convocazione, aveva ribadito che in caso di esclusione dalla consultazione avrebbe messo a punto iniziative di protesta.
Stiamo parlando comunque di un accordo preliminare, che in teoria dovrebbe essere firmato lunedì mentre fino a quel giorno c’è spazio soltanto per le assemblee di fabbrica che dovranno, giustamente votare l’accordo. Sta di fatto che è stato sancito il passaggio dai 15 turni attualmente in vigore a 20, più la stabilizzazione dei mille nuovi operai con contratto a tempo indeterminato. Settecento sono già state effettuate, ma la questione dell’ indeterminato è spinosa perché ci sono sei mesi di tempo per la trasformazione degli attuali contratti interinali.
Altri 300 lavoratori da lunedì dovranno entrare in fabbrica per la prima volta, a scaglioni settimanali, rimpinguando la necessità di nuove unità sui settori. Ad annunciare la cosa è stato Gianluca Ficco, coordinatore nazionale del settore automotive Uilm e Marco Lomio, segretario della Uilm Basilicata.
AUMENTO DELLA PRODUZIONE – I 20 turni settimanali, divisi su quattro squadre alzeranno drasticamente la possibilità di produzione giornaliera delle 500x e delle Jeep Renegade. Si dovrebbe quindi passare ad un picco di produzione di 1.100 auto al giorno, con conseguente aumento in busta paga per gli operai di circa 1.400 euro annui. Praticamente buona parte di quanto raccolto dalla Fiom nelle assemblee delle settimane scorse. In questo modo secondo il segretario nazionale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, si «costruiscono i presupposti per far diventare Melfi lo stabilimento Fca con il più alto numero di occupati in Europa. Sanciamo per la prima volta nel gruppo Fiat che dopo solo sei mesi oltre mille lavoratori con contratto a termine vengono trasformati a tempo indeterminato».
NUOVA TURNAZIONE – Eliminati gli straordinari grazie a questi nuovi turni sarà sperimentale fino al 2 agosto 2015, dopo quella data si procederà ad una verifica del sistema. «Fiat ha recepito la richiesta sindacale - hanno evidenziato Ficco e Lomio - di riconoscere un elemento premiale, aggiuntivo rispetto alle consuete maggiorazioni». In pratica chi lavorerà sabato notte e domenica pomeriggio e sera guadagnerà 20, 25 e 40 euro in più.
RESTA LA GRANDE PUNTO – nessun trasferimento a Mirafiori per la Grande Punto. un problema per Mirafiori, già in pesante difficoltà.
RENZI SI PRENDE I MERITI – «Spread sotto quota 100, mille ex precari assunti a Melfi col Jobs Act, via segreto bancario non solo in Svizzera, dai che è #lavoltabuona». Tweet istantaneo del presidente del Consiglio che a quanto pare sembra aver dimenticato quanto detto dalla Fca a dicembre.
In quel comunicato si specificava che «l’andamento decisamente positivo dei nuovi modelli Jeep Renegade e Fiat 500X permetterà nei prossimi tre mesi l’inserimento di oltre mille nuovi lavoratori.
Una volta stabilizzati i volumi produttivi in ragione dell’andamento della domanda e dei risultati negli oltre 100 mercati dove le vetture saranno vendute, alle persone inizialmente inserite con contratto interinale potrà essere proposto il nuovo contratto a tutele crescenti». In pratica, se non ci fosse stato il Jobs Act quelle assunzioni sarebbero state fatte lo stesso, perché tutto dipende dalla produzione e dal numero di auto vendute, non tanto dalle nuove disposizioni contrattuali. Ma per Renzi anche questo è un successo personale, anche se non è vero.

v.panettieri@luedi.it

sabato 28 febbraio 2015 08:52


 

 

All. 1)

 

Mirafiori. Il risultato del referendum e' acquisito: si avvia ora il percorso della sua gestione

 

Il risultato del referendum è acquisito, il 54, 1% ha votato per il si’ all’accordo.

Un accordo segnato da spaccature tra le organizzazioni sindacali, e da assunzione di posizioni pro o contro per ragioni diverse da quelle presenti nell’accordo del 23 dicembre 2010.

In presenza di una forte attenzione mediatica e politica i lavoratori della Fiat

hanno votato, ovviamente per il loro futuro, ed al tempo stesso per una realtà più vasta proprio per la storia e la dimensione di questo gruppo presente nel mondo.

Un risultato che non era scontato e che in caso di esito negativo avrebbe aperto la strada ad ipotesi, minacciate, di altre scelte di delocalizzazione.

Ora l’accordo c’è e deve trovare piena attuazione. Se riprendiamo per sintesi i punti dell’accordo è perché in questi giorni si è parlato molto di altro e per questa ragione che il primo passo è quello di depurare la vicenda Fiat da ciò che non riguarda i contenuti dell’accordo.

I dieci punti, sono riportati per sintesi e quindi non rendono completa l’informazione, ma sono indicativi del percorso che si svilupperà in futuro.

       1) Investimento in accordo Fiat e Chrysler per oltre 1 miliardo di Euro;

       2) Produzione a regime di 280 mila vetture all’anno di SUV Chrysler e Alfa Romeo;

       3) Pieno utilizzo degli impianti su sei giorni lavorativi;

       4) Lavoro a turni avvicendati che mantiene l’orario individuale di 40 ore settimanali;

       5) Crescita del reddito individuale di circa 3.700 euro per la maggiore incidenza per le lavorazioni per turno;

       6) Possibilità di lavorare il 18° turno solo con il pagamento dello straordinario;

       7) Mantenimento della pausa mensa nel turno fino al che la joint venture ( intervento congiunto Fiat –Chrysler) non sarà a regime;

       8) Salvaguardia dei malati reali e un intervento per colpire gli assenteisti, al fine di tutelare coloro che hanno assiduità e puntualità nella prestazione;

       9) Compensazione di oltre 32 euro mensili per l’assorbimento della pausa dei 10 minuti, resa possibile dal minore affaticamento del lavoro con l’introduzione della nuova ergonomia ( scienza che studia il comportamento dell’uomo durante lì attività lavorativa dal punto di vista fisiologico, psicologico e sociologico);

       10) Mantenimento di tutti i diritti individuali oggi esistenti e il loro miglioramento attraverso la prossima stesura del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici ( scatti, anzianità, paga base, premio di risultato).

Non è necessaria una lunga esperienza sindacale per comprendere che gli accordi sono sempre da valutare nel momento in cui si raggiungono, gli accordi di 20 e trenta anni fa avevano ovviamente contenuti diversi e cosi’ saranno diversi quelli del futuro.

Questo accordo nella lettura dei punti è un accordo di scambio che vede negli aspetti più rilevanti il forte investimento, che è la condizione per il lavoro e l’occupazione, il maggiore utilizzo degli impianti, quindi minori costi e aumento di produzione e produttività, il recupero di lavoro con la premiazione dei lavoratori presenti e lotta all’assenteismo, nel rispetto dei malati reali.

Non sono tutti facilmente comprensibili dall’esterno e saranno certamente difficili nell’attuazione all’interno dell’azienda.

Tralasciando per questa volta il quadro esterno nazionale e globale, mi vorrei soffermare su questa parte che è cominciata un minuto dopo l’esito del referendum.

I possibili errori da parte dell’azienda e dei sindacati sono a mio avviso questi: che l’azienda pensi di avere risolto una volta per sempre il rapporto con quel 45% uscito sconfitto dal voto referendario e da parte della Fiom di continuare ad operare come se nulla fosse accaduto.

La gestione di accordi complessi, e questo lo è, richiede tempi lunghi e continue trattative per una completa attuazione dei punti sottoscritti.

La responsabilità di coloro che hanno sostenuto l’accordo è già stata dimostrata e con ciò è definito il percorso che deve essere sostenuto.

La capacità di ricerca del consenso di quei lavoratori che oggi si sono schierati per il no, ma che non hanno certo inteso votare per la chiusura dello stabilimento e il suo trasferimento altrove, sarà la vera sfida.

Indipendentemente dalla firma di Fiom o Cgil, tecnica o no, il governo dell’accordo richiede una grande attenzione anche alle ragioni degli sconfitti di oggi, proprio per rendere maggiormente condiviso l’accordo quando renderà espliciti i risultati che necessitano di ulteriori fasi negoziali .

(data del testo: Lucca, 15 gennaio 2011)

Antonio Rossetti

 

Lucca, 4 marzo 2015

 

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