logo Fucinaidee

Presentato alla Procura un esposto sul nuovo ospedale di Lucca.
Occasione per alcuni pensieri a 360 gradi

di Paolo Razzuoli

Gia' la cronaca dei giornali ha informato sull'esposto alla Procura della Repubblica presentato dalla rete dei Comitati Sanità Lucchese e dal coordinamento toscano per il diritto alla salute, riguardante la costruzione e gestione del nuovo ospedale di Lucca.
Nel merito dell'esposto, illustrato in una conferenza stampa svoltasi all'Hotel Guinigi il 26 febbraio u.s., ovviamente non entro. Se ne occupera' la Procura e, se del caso, il Tribunale. Io non ho certo le competenze giuridiche per esprimermi, ne' sono in possesso dei dati necessari. Diffido dei "tuttologi" che presumono di potersi esprimere su tutto. Invito anche i nostri lettori a diffidarne.

Di ben altro respiro e' la valutazione politica della vicenda che ha portato ad una scelta, quella dell'ospedale a San Filippo, che mi pare stia rivelando per intero la sua natura: quella di essere il frutto di una catena di errori, di contraddizioni, di una notevole superficialita' e mancanza di visione.

Per evitare qualsiasi equivoco, dico subito che il mio pensiero e' deltutto estraneo a certe posizioni di retroguardia che non raramente fanno capolino nel dibattito sulla sanita'. Non vi e' alcun dubbio che le enormi innovazioni tecnico-scientifiche del comparto, richiedano una trasformazione del modello organizzativo, mediante l'individuazione di alcuni poli di eccellenza, nei quali praticare le metodiche piu' innovative e, purtroppo, di sovente costosissime. Non si puo' avere tutto ovunque, cosi' come e' altrettanto chiaro che l'ospedale non puo' supplire, come in passato e' avvenuto, a carenze delle strutture sociali.
Sono temi non nuovi. Gia' se ne discuteva negli anni '80, quando ho avuto qualche ruolo nell'avvio delle procedure che hanno portato alla realizzazione dell'ospedale unico della Versilia. Una vicenda conclusasi bene, ma iniziata con attacchi e polemiche da Far West.

La consapevolezza della necessita' di una riorganizzazione del servizio, insita nell'evoluzione della medicina e delle tecnologie ad essa riconducibili, nulla ha a che fare con la scelta di costruire il nuovo ospedale a San Filippo, di cui si da' una valutazione totalmente negativa. Cio' va detto con estrema chiarezza, per confutare coloro che pretendono di giustificare la scelta come atto di coerenza e necessita' in relazione alle trasformazioni della pratica e delle tecniche della moderna medicina.
Personalmente condivido la posizione di coloro che ritengono che a Lucca non ci fosse alcuna necessita' di costruire un nuovo ospedale, poiche' quello di Campo di Marte, con i dovuti adeguamenti, poteva soddisfare ogni moderna necessita'. Tuttavia, posto anche che la costruzione di un nuovo ospedale fosse necessaria, la scelta della localizzazione e la progettazione si stanno rivelando del tutto inadeguate.
Grazie al cielo, non ho sinora avuto bisogno del San Luca. Chi ne ha avuto bisogno dice cose incredibili, che non riporto non avendone esperienza diretta. Comunque la stampa di tanto in tanto riporta situazioni che evocano altre epoche e altre latitudini.

Non va poi dimenticata la circostanza che vede ancora vari servizi attivi in padiglioni del Campo di Marte. Padiglioni utilizzati certo parzialmente, ma la cui utilizzazione comporta spese di gestione comunque non trascurabili. Viene quindi da chiedersi, ma il risparmio tanto sventolato dov'e'?

Credo poi che il piu' bello della "telenovela" non sia ancora arrivato: sara' quello della destinazione del Campo di Marte. Nessuno sa esattamente cosa farne. Ci si arrampica sugli specchi e si e' sentito tutto ed il contrario di tutto. Al momento mi pare che l'unica proposta un po' concreta sia quella del Presidente della Provincia, Stefano Baccelli, che propone di trasferirvi la Questura e forse qualche altro ufficio. Proposta che si riferisce tuttavia ad una piccola porzione della cubatura. Ammettiamo che un po' serva per servizi socio-sanitari; ma tutto il resto?
Spero di essere smentito ma temo che assisteremo al deperimento degli edifici senza che venga individuata una razionale loro riutilizzazione. Insomma, un altro danno per la collettivita'.

Mentre si riducono i posti letto negli ospedali, non si trova il modo di intervenire su aspetti di effettiva arretratezza del servizio.
In vari paesi esteri (ad esempio in Germania) molte attivita' di analisi laboratoriali ed indagini radiologiche oggi praticate in ospedale, vengono direttamente offerte dalla medicina di base, ovviamente organizzata in modo ben diverso che da noi. Perche' qui non si riesce ad intervenire? Perche' non si riesce ad organizzare strutture di medicina di base predisposte in modo da liberare le strutture diagnostiche ospedaliere da compiti che potrebbero essere ad esse affidati? Interrogativi certo assai complessi ma che suscitano il sospetto che anche in questa materia prevalga la difesa conservatrice degli interessi corporativi della categoria.

Tornando al San Luca, merita qualche riflessione l'iter che ha portato alla sua nascita. Un concepimento di cui oggi sembra non volere la paternita' quasi nessuno, ma che invece appartiene un po' a tutte le forze politiche.
Per quel che mi riguarda, mi sia consentito di rivendicare la coerenza delle posizioni assunte. Dire "lo avevamo detto" e' sicuramente antipatico ed inutile: e' comunque la verita'.
Gia' nel 2005, (era sindaco Pietro Fazzi), Fucinaidee ha pubblicato articoli ed un appello affinche' il Consiglio Comunale non votasse l'accordo sull'ospedale. La posizione era condivisa da una buona parte dell'UDC in cui allora militavo. Facevano poi parte della giunta forze a parole decisamente contrarie all'ospedale a San Filippo, quale Lucca e i suoi paesi. Pur consapevole che in una coalizione non si puo' essere d'accordo su tutto, riterrei che il dissenso sull'ospedale avrebbe dovuto portare a qualche conseguenza politica. Invece niente. Sui giornali ci si pronunciava contro, poi si stava in giunta e si votava in consiglio. L'accordo fu votato, alla presenza di un ospite di eccezione, l'allora Assessore enrico rossi, dal 2010 governatore e ora ricandidato alla carica. Sara' stato sicuramente convincente per i consiglieri recalcitranti. Comunque non sarebbe male che i lucchesi se ne ricordassero, anche aiutati dall'Art.14 della Legge Elettorale Toscana, che consente il voto disgiunto.

Il no all'ospedale a San Filippo fu un punto fondamentale del programma elettorale di Mauro Favilla, che conquisto' il Comune di Lucca nel 2007. Una vicenda che ho vissuto in prima persona, fra l'altro rappresentando Mauro Favilla in una accesa occasione di confronto elettorale pubblico organizzata dai rappresentanti di alcuni fra i comitati firmatari dell'esposto.
Si trattava di una situazione un po' paradossale, posto che nella coalizione di Favilla c'erano gruppi e persone che nel 2005 avevano votato tutt'altro. Ma si sa, in politica di tanto in tanto le conversioni avvengono..., allora come ora.

E' proprio durante l'amministrazione Favilla che la situazione ha imboccato la strada della irreversibilita'. lo scenario era certamente complesso, ma e' fuor di dubbio che nulla di serio ed incisivo e' stato fatto per modificare la scelta e per ostacolare l'avvio della costruzione del nosocomio. Sui motivi si dicono molte cose. Non serve dilungarsi su questo. Sicuramente si e' trattato di un fattore che - assieme ad altri - ha contribuito al progressivo sfaldamento della coalizione di Mauro Favilla e al suo tracollo elettorale del 2012.

L'esposto

Portiamo ora il focus sui firmatari e sulle argomentazioni dell'esposto.

La rete unisce quattro comitati storici (Lucca per una sanità migliore, Lucca Sanità, Associazione per non morire e Associazione Lucca Bene Comune) e, ad essi, va ad aggiungersi anche il comitato Lucca Est.
I firmatari dicono di volerdenunciare la presenza di aspetti poco trasparenti e di azioni illegittime perché ci sono molte cose che non tornano. Dall'aspetto ambientale a quello procedurale, passando per i profili sanitari e finanziari.

L'esposto poggia sinteticamente su tre tipologie di criticita':
- In primo luogo le criticità legate agli aspetti procedurali e ambientali: "La concessione edilizia per la costruzione del San Luca - si legge nel documento - è in contrasto con il decreto legislativo 267/2000, il quale precisa che la variazione dello strumento urbanistico da parte dell'accordo di programma è efficace solo se vi sia l'assenso del Comune interessato". Il Comune di Lucca, però, aveva fatto mettere a verbale il suo dissenso ad una variazione del piano strutturale.
- Quale secondo pilastro dell'esposto, viene indicato il profilo prettamente economico-finanziario: qui, a finire sul banco degli imputati, è l'ormai noto project financing. Il costo iniziale del San Luca era di 84 milioni di euro circa, di cui 20,3 a carico del costruttore appunto in project financing: il costo finale però è lievitato fino a 160 milioni di euro e la corrispondente quota gravante sul costruttore si è innalzata fino a 45 milioni.
- Il terzo capitolo che compone l'esposto, non meno importante, è quello legato agli aspetti sanitari: "Al San Luca mancano posti letto - spiegano i membri dei comitati in coro - ed è inutile continuare a girarci intorno. Il direttore Joseph Polimeni fa passare le poltrone per letti e questo è inammissibile. La normativa europea prevede 4,8 posti letto ogni 1000 abitanti, mentre per la piana di Lucca ne abbiamo 2,8 (ogni mille persone), a fronte poi di una mole complessiva di 171 mila abitanti".

Cliccare qui per leggere il testo integrale dell'esposto (formato pdf)

Lucca, 27 febbraio 2015

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina