Di Antonio Rossetti
Avendo già attribuito i termini”ping”e “pong” alle notizie di segno opposto ho preso in prestito questo schema in base alla considerazione che questo modo di informare, circa le condizioni del nostro Paese e dei cittadini italiani, proseguirà. L’idea di chiamare “ping “(le cose cattive, le botte) e “pong”(le cose buone, le contro botte), pur non essendo amante di questo sport e non volendo assumerlo come sinonimo di relazioni con un grande Paese com'è la Cina, mi pare facile da comprendere.
I dati ping, diffusi nei giorni appena trascorsi, ci hanno detto della disoccupazione vicina al 13%; di un PIL (misuratore del prodotto interno lordo dei Paesi) vicino allo zero per il 2014; di difficoltà aggiuntive in presenza di fronti di guerra che si allargano e che raggiungono livelli di atrocità impensabili, non nella dimensione numerica e neppure nel coinvolgimento di civili, la storia ha presenti altri casi numericamente immensi, ma nell’uso delle atrocità che vengono enfatizzate è indescrivibile. In sostanza tutto appare tragicamente più difficile.
La nostra economia stenta a riprendersi, i consumi non crescono nel nostro Paese e la valanga di commenti, tutti volti al negativo, hanno come conseguenza un avvitamento verso il basso. Sembra quasi che ognuno debba sentirsi in colpa per errori che altri hanno commesso e che i cittadini sono costretti a pagare.
La stessa vicenda degli 80 euro definiti, da molte parti una mancia elettorale, sono stati e sono criticati per il mancato esito immaginato. Le interviste su come sono stati spesi, quasi vi fosse un modo di tenere i soldi separati e con la spesa ”degli 80 euro “ si potesse cambiare chissà che cosa, sono sostanzialmente banali.
Se sono veri i dati sulle difficoltà delle famiglie a giungere alla quarta o alla terza settimana, per molti, questa somma è stata destinata, insieme ad altro, per pagare i tributi locali in forte aumento e altre spese a partire dai farmaci.
La mia opinione è che non sono sufficienti e non raggiungono tutte le fasce che necessitano di maggiori entrate da lavoro o da pensione. Se il presidente dei Commercianti ne chiede l’estensione alle categorie degli autonomi ci sarà qualche motivo.
Detto questo occorre ribadire che le difficoltà sono molte e gravi.
Non sarà facile raggiungere intese in tempi brevi.
Si parla di oltre 1000 le vertenze aziendali, aperte e da chiudere, con al centro il rischio di posti di lavoro; sono state avviate importanti riforme; si sbloccano i cantieri delle grandi opere; si parla dei tagli ai Ministeri (forse si sono dimenticati gli sprechi delle Regioni ed altri Enti e aziende Pubbliche) tuttavia i punti centrali restano il lavoro, l’occupazione e la competitività delle imprese.
La difficoltà di scegliere in situazioni di urgenza è del tutto evidente, ma senza queste prime scelte che riguardano interventi quali: la semplificazione delle procedure, l’alleggerimento del costo del lavoro, la lotta all’evasione, gli investimenti in ricerca e formazione, gli interventi per grandi opere, le azioni per conquistare nuovi mercati in condizioni di competitività, la ripresa sarà molto lenta.
I dati Pong, quelli buoni, presentati dal Ministero del Lavoro, relativi alla occupazione nel secondo trimestre del 2014 sono un po’ diversi, nel senso che rappresentano una realtà che si muove in modo positivo.
Crescono gli occupati, diminuiscono i lavoratori in mobilità e cassa integrazione, sono in crescita le assunzioni di apprendisti, la stessa distribuzione territoriale sembra diversa dalla ripartizione per aree che vede sempre il Sud anello sempre più debole.
Lo stesso si può dire per alcune vertenze (Alitalia, Lucchini Piombino) e altre delle oltre 1000 di cui si parla.
La realtà resta grave e il crono programma del Presidente del Consiglio presenta tante e tante difficoltà, a partire dalle critiche interne da parte del suo partito. Il rischio che corriamo è quello presente da mesi: tutti sono convinti, o dicono, che occorre puntare alla crescita, alla competitività, alla creazione di lavoro per favorire la ripresa ed in primo luogo per raggiungere una maggiore equità e giustizia sociale, un minuto dopo si trovano impantanati o fanno di tutto per impantanare i provvedimenti di riforma, alla Camera e al Senato, nelle commissioni Parlamentari o in altre sedi.
Riforme importanti: Il nuovo Senato, la riforma elettorale, ma le priorità per gli italiani sono il lavoro e la crescita. Saremo lieti di verificare , di mese in mese, i provvedimenti pong per i cittadini .
Il quadro è chiaro nelle difficoltà, Il Presidente del Consiglio ha ragione nel dire che tutti sanno quel che si deve fare e lo sapevano negli anni passati, ciò che è evidente è che non hanno fatto ciò che era utile e necessario. Oggi vorrebbero insegnare ad altri, cosa?
Lucca, 11 settembre 2014