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Stima Istat: un brusco richiamo alla realta'

di Paolo Razzuoli

La politica italiana, per coloro che riescono a seguirla anche in questo periodo, manda in scena un intricato spettacolo fatto su uno di quei copioni nei quali si intrecciano varie vicende di cui solo alla fine si capisce il nesso.

La piu' spettacolare di queste vicende e' quella che sta andando in scena al Senato che, forse, domani completera' la prima lettura di una riforma costituzionale il cui percorso e' ancora tanto lungo e tanto imperbio da autorizzare pochi ottimismi.
Si tratta comunque di una riforma pasticciata, su cui esprimo non poche perplessita', a partire dal nodo di fondo, vale a dire la composizione e funzione del nuovo Senato. Avremo modo di approfondire.

L'altra vicenda, strettamente legata alla precedente, e' quella della riforma della Legge Elettorale. Mentre scrivo giunge la notizia del nuovo incontro Renzi-Berlusconi. Anche qui vedremo come andra' a finire. Il percorso e' molto piu' semplice di quello delle riforme costituzionali, ma non e' affatto detto che vada a buon fine. E non perche' sono un "gufo", come amerebbe dire Renzi, bensi' perche' conosco bene le insidie di una classe politica totalmente dedicata alla difesa di se stessa.

L'altra storia e' quella della campagna di autopromozione di Renzi e del suo Governo. E' uno stile certo nuovo, magari anche simpatico, che rompe la compassata, seriosa e paludata tradizione dei governanti, soprattutto di sinistra, ma che al di la' degli annunci - almeno sinora - ha prodotto ben poco, non riuscendo ad avviare alcuna seria azione capace di affrontare i complessi nodi strutturali della crisi italiana. Abbiamo assistito a provvedimenti pasticciati, incerti nei contenuti, che attestano le difficolta' in cui si nuove l'Esecutivo.
Intendiamoci, si tratta di un'impresa ciclopica. Cio' detto, non si puo' onestamente non rilevare il grande gap esistente fra gli annunci e le battute da una parte, e la realta' dall'altra.

Ci sono poi le vittime eccellenti delle battute e dei facili ottimismi: quei signori che debbono far tornare i conti sia a Roma che a Bruxelles. Quei signori che dovrebbero trovare la quadra fra le risorse per la ripresa ed il rispetto dei parametri comunitari . Una quadra impossibile, in un Paese in cui il potere di interdizione delle corporazioni e' enorme, e nel quale tutti parlano di sacrifici purche' a farli siano gli altri.
Fra questi signori, i piu' esposti sono Cottarelli e Padoan: il primo che si deve occupare di una riduzione di spesa, apparentemente impossibile. Il secondo che deve trovare circa 20 miliardi di Euro al di fuori di una manovra aggiuntiva, dagli effetti insostenibili e che Renzi non puo' permettersi.
Ad entrambi vanno i piu' sentiti auguri!

In questa "commedia" c'e' poi il "dramma" di un Paese che non vede via d'uscita ad una crisi che dura ormai da troppi anni. Una crisi che sta mettendo in ginocchio fasce sempre piu' ampie di italiani, che perdono il lavoro o che non riescono a trovarne uno.
Il tema del lavoro e' la vera emergenza nazionale. Lo stillicidio delle aziende chiuse e' enorme. Al di la' delle vertenze di grandi aziende che occupano le prime pagine dei media, (vedi Alitalia, Ilva o Lucchini), ogni giorno si ha notizia di decine di aziende medio-piccole che chiudono i battenti, con la conseguente perdita di lavoro per decine e decine di dipendenti.
E' un vero "bollettino di guerra". SE non si invertira' questa drammatica tendenza, appare difficile che la coesione sociale possa reggere.
Un noto politologo tedesco ha scritto: "il capitalismo democratico ha bisogno della crescita, cosi' come il socialismo reale aveva bisogno della repressione".

A fugare facili ottimismi interviene oggi l'Istat, con la prevista pubblicazione della sua Stima preliminare del Pil. Una stima assai distante da quella del Governo, e che ci invita a guardare la realta' senza voli fantasiosi.
Pur non risultando agevole la lettura del comunicato che riporto integralmente, appare chiara la nostra perdita di Pil, cosi' come appare chiarissima la distanza fra noi ed altri Paesi.
Dati che dovrebbero far aprire gli occhi anche ai nostri piu' ottimisti governanti ai quali non resta poi cosi' tanto tempo per utiilizzare il patrimonio di consenso ottenuto nelle ultime elezioni.
La complessita' della crisi richiede decisioni rapide e radicali. So bene che cio' contrasta con i tradizionali tempi biblici della politica. Oggi pero' la situazione e' cambiata e occorre prenderne atto.
Con ogni probabilita' domani (7 agosto) la Borsa di Milano andra' "in rosso" e lo spread tornera' a salire. L'ottimismo del premier ricevera' probabilmente qualche colpo basso.

Mi auguro che Renzi e la maggioranza che lo sostiene, al di la' delle battute e dei facili ottimismi, abbiano piena consapevolezza di cio' di cui l'Italia ha bisogno e, se si rendono conto di non avere le condizioni politiche necessarie, abbiano il coraggio di appellarsi al corpo elettorale, proponendo una piattaforma chiara su cui gli elettori possano esprimersi.
E se quella dovesse essere la sintesi finale dello spettacolo che sta mettendo in scena la nostra politica, penso sia meglio percorrerla appena possibile perche' il vento del consenso potrebbe cambiare direzione.

Comunicato Istat del 6 agosto 2014

Nel secondo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, č diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2013.

Il calo congiunturale č la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attivitā economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda, il contributo alla variazione congiunturale del PIL della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo, mentre quello della componente estera netta č negativo.

Il secondo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2013.

Nello stesso periodo il Pil č aumentato in termini congiunturali dell'1% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si č registrato un aumento del 2,4% negli Stati Uniti e del 3,1% nel Regno Unito.

Lucca, 6 agosto 2014

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