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RIFORMA ELETTORALE

Il  “sistema” elettorale  non farà miracoli, ma deve cambiare

 

Di Antonio Rossetti

 

Quando ci siamo incontrati il 10 aprile del 2013 per discutere sul sistema elettorale per la Camera dei Deputati,  in relazione al materiale di lavoro  che abbiamo presentato (Razzuoli-Rossetti), eravamo pienamente consapevoli  del fatto che un sistema elettorale non fa i miracoli.

La documentazione presentata e i richiami all’esperienza in Italia dal 1860 ad oggi erano  esplicitamente chiari su questo punto.

Un sistema elettorale, per  La Camera dei deputati, per le Regioni, per le province, per i comuni, non è in grado di migliorare le qualità degli eletti  che si trovano nelle liste di candidatura, questo indipendentemente dal sistema di voto.

La classe dirigente italiana a tutti i livelli, così come in tutto il mondo,  non diventa competente, onesta e incorruttibile, per effetto del voto di preferenza.  Se nelle liste di candidati vi fossero  solo “condannati” e indagati, comunque persone inadeguate per motivi diversi, o che considerano il mandato un dopolavoro (con assenze  quasi perenni)  o luogo per altre faccende, è molto improbabile che la qualità degli eletti possa per incanto migliorare per effetto di un  meccanismo  di voto.

Si dirà che chi si assume il rischio di candidare persone impresentabili lo fa in modo calcolato, ma è pur vero che i cittadini sono per un verso sfiduciati e rassegnati e per altro verso molto più attenti nell’uso del voto. In questo l’informazione  con accesso facile consente, nel bene  e nel male, di avere più informazioni anche sulle persone che si candidano alla guida del Paese o di regioni e comuni.

Quindi il primo problema riguarda le candidature, la selezione delle stesse che,  in assenza di partiti democraticamente organizzati, vengo proposte da leaders interni o esterni, oppure  attraverso  “primarie” che non risolvono  la sostanza “della scelta”  in quanto, molte volte,  il   campo  è ristretto e spesso i  partecipanti  sono calibrati  in modo da  non creare ostacolo  al prescelto. Nella maggior parte dei casi,   si tratta  di una investitura già decisa  che, formalmente, viene  ratificata, pur registrando  qualche  rilevante eccezione. 

In sostanza ci sono surrogati in assenza di partiti che abbiano  un’ articolazione  che va dagli iscritti al vertice e che  si confrontano davvero su programmi, uomini e donne da candidare.

 

Le preferenze

Il punto è stato oggetto di sentenza da parte della Corte costituzionale,  la notizia del 4 dicembre 2013 è stata commentata in data 5 dicembre nel 2013 sulla Fucina e si trova nell’archivio dell’anno 2013, per chi intenda rileggerla.

E’ stato uno dei due punti su cui la Corte si è pronunciata bocciando la Legge del 2005 detta “porcellum, l’altro punto riguarda il premio di maggioranza.

Oggi, la discussione su questo tema presenta il rischio di cadere  in “ argomenti molto poveri ”.

Chi non le vuole  considera le preferenze la causa di tutti i mali  in particolare dei fatti di corruzione.  Non è facile capire che cosa c’entri con lo scandalo del Mose, o dell’Expo di Milano, o con tutto ciò che  è successo nelle regioni, quasi tutte  interessate da vicende giudiziarie , il meccanismo delle preferenze   considerato che a tali livelli non si applica.

Attribuire  al voto di preferenza tutto il male dell’Italia “corrotta”, significa non avere  letto e capito nulla della storia d’Italia dal 1860 ad oggi e, al tempo stesso , negare  il sistema di legge  per le elezioni dei sindaci e dei consigli comunali che, a giorni alterni,  viene presentato come modello da estendere a tutti i livelli.

Per quanto già detto il sistema che consente di esprimere il voto di preferenza, da solo, non consente di evitare  che  la scelta ricada su persone impresentabili se nella lista  che  il cittadino  ha scelto di votare ci sono solo  persone  impresentabili. La scelta è sempre limitata alle candidature, salvo sistemi diversi, ovviamente è possibile votare un altro partito o altro  schieramento .

E’ comunque importante che vi sia la possibilità di scegliere se non il migliore almeno colui o colei che il cittadino elettore intende preferire.

Un processo di tempi lunghi che ha come presupposto l’onesta come virtù e non il suo contrario.

 

Il premio di maggioranza

Anche su questo argomento la Corte Costituzionale stata  chiara.  Chi invece pensa ad un premio su misura può riflettere, non sempre il vestito si adatta a chi lo cuce.

E’ sufficiente  rileggere le esperienze di questi ultimi anni  per  capire che non bastano i numeri per governare e non  sempre governa chi vince.

Se  dovessimo  valutare solo i numeri,  non invece la coesione e la condivisione degli obiettivi, le percentuali di voti assegnate con il sistema del 2005 avrebbero dovuto garantire solide maggioranze numeriche, oltre le quali  era difficile immaginare di poter giungere.

Maggioranze che   sulla carta dovrebbero consentire, anche oggi,  di governare senza ricorrere ai voti di fiducia a ripetizione.

Anche in questo caso il premio da solo non è sufficiente, con molta probabilità occorre  riflettere e correggere i regolamenti parlamentari che, spesso, sono piegati alla volontà di impedire o rinviare più che alla disponibilità a costruire.

Anche in questo caso la lettura è diversa se diversa è la collocazione.

Considerato però  che è possibile una alternanza di governo, anche per effetto di minore fedeltà ai partiti attuali,  il problema delle regole riguarda tutti, almeno in teoria, prima o poi.

In sostanza si possono verificare situazioni diverse anche dall’esito del voto, basta vedere la tabella di Camera e Senato, in coda all’articolo, per constatare i passaggi avvenuti in poco più di un anno dal febbraio 2013.

Anche per questo aspetto occorrono regole da definire non per impedire passaggi frutto di convinzione, ma per evitare  quelli frutto solo di  calcoli di convenienza. Infatti,  i gruppi  non presenti  alle elezioni nascono in funzione del numero necessario per ricevere i finanziamenti (di norma  almeno 10 al Senato della Repubblica  almeno 20 alla Camera dei deputati) e poi c’ sempre quel rifugio del gruppo misto  che è il quarto per numero di componenti alla Camera e il quinto gruppo al Senato.

Come si può concludere che non c’è niente da fare? Evidentemente no.

Intanto  dovranno essere compiuti passi in avanti nel rispetto della Costituzione e delle decisioni della Corte Costituzionale, cosa che non si ritrova nella proposta attuale dell’Italicum, (per preferenze, premio di governabilità)  attenzione alla soglia di attribuzione dei seggi, condizioni di “incandidabilità e incompatibilità chiare, regole di surroga nei casi di assenze ripetute o per motivi legati a reati accertati e condanne;

Attribuire al sistema elettorale la sua funzione, evitando di considerarlo abito su misura per chi pensa di avvantaggiarsi, nel quadro generale di cambiamento del quale il Paese ha bisogno, si potrebbe dire da capo ai piedi, con pochissime cose da salvare e molte da cambiare, ovviamente con riferimento al bene  dei cittadini e del Paese.

Sono indispensabili  provvedimenti che abbiano chiaro il segno di moralità ed  eticità che, a parole, viene  dichiarata pensando ad altri ed assolvendosi per proprio conto.

Avere ben chiaro che le riforme  da sole non fanno i miracoli, ma contribuiscono a migliorare il Paese. La condizione è che gli esempi  di chi maggiori responsabilità siano coerenti  con i propositi dichiarati.

 

Lucca, 1 agosto 2014

 


 

TABELLA evolutiva della composizione della Camera e del Senato in Italia

Denominazione partito o movimento

Risultato voto

 Febbraio  2013

Italia  più estero

Camera Deputati

 7  luglio 2014

Risultato voto Senato della Repubblica

Febbraio 2013

Senato della

Repubblica

7 luglio 2014

Popolo della Libertà (poi FI)

97+1

69

98 +1 estero

59

Nuovo centro destra NCD

=

28

=

33

Lega Nord e

Autonomie

18

20

17

15

Grande sud

=

=

1

 

Crocetta

=

=

1

 

SVP

5

=

6

 

Usei 1 altri 2

3

 

2

 

Centro democratico 

6

=

=

=

PD partito

Democratico

292+4

296

105+ 4 estero

109

Scelta civica

37+2

27

18 + 1 estero

7

Per l’Italia

=

18

=

10

DC

8

 

 

 

Fratelli d’Italia

9

9

=

=

Misto *

=

34

=

*24

Sel

37

25

7

=

5 Stelle

108+1

104

54

40

Gal autonomie

=

=

                  =

11

Per autonomie Maie-  PSI

                    2

=

                  =                            

12

 

                                 630

630

   ***      315

320

                                        

*Composizione gruppo Misto   Alla Camera dei deputati inesistente alle elezioni di febbraio 2013

Led(ex sel  Sel) 10; Centro democratico 4;Maie 4 ; Psi 4

Non iscritti 7 ; Minoranze linguistiche 5-

** Composizione gruppo misto al Senato della Repubblica, non presente  nelle liste alle elezioni del 2013

Sel 7

Italia lavori in corso 7

Movimento X ( ex 5 stelle)  4

Senza iscrizione 5   - Liguria civica 1

***Da considerare nel totale di 320 senatori  5 senatori a Vita : Piano, Catteo, Rubbia Ciampi, Monti .

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