Di Antonio Rossetti
So bene che non è facile spiegare il perché, in presenza di un comportamento “totalitario”, o quasi, i meccanismi di reazione siano, quasi sempre, determinati da atteggiamenti e comportamenti del tipo” chi crede di essere è appena arrivato” insieme ad azioni che hanno lo scopo di dimostrare che l’esperienza è importante, che solo con il tempo si conquistano consensi.
La posizione di primo della classe suscita , spesso, antipatie, è invidiata e forte la tentazione di dimostrare che quella posizione non è meritata, non conquistata, ma ricevuta per altri motivi non sempre nobili, anche se il riscontro dei voti ricevuti direttamente o indirettamente è evidente.
Per queste ed altre ragioni e ambizioni molti si organizzano per tentare trabocchetti e sgambetti, talvolta veri e propri complotti, per poter dimostrare che” quello li” non è capace e che si può sostituire .
Si dirà che queste erano cose da “vecchi tempi”, ma a leggere bene alcuni avvenimenti in Italia e in Europa è possibile avere molti motivi per sostenere che ciò è molto presente ancora oggi.
E’ bene precisare subito che ci sono moltissime cose che non vanno, tra queste gli sprechi, il malaffare, la corruzione, l’ eccesso di burocrazia, e molte altre. Di fronte a queste “emergenze” i tempi per dare un segnale di vero cambiamento non possono ritardare oltre . Detto questo, chi vuole davvero cambiare,in meglio, deve dimostrare di essere convincente e capace evitando, per quanto possibile, di aiutare chi si oppone offrendogli argomenti che contribuiscono a rendere contraddittori obiettivi e risultati .
Per sostenere questo argomento mi soffermo su pochi esempi che possono dimostrare che se essere “furbi” è utile, esagerare è dannoso.
Dopo la bocciatura del porcellum, da parte della Corte Costituzionale, è stata avanzata la proposta di una nuova legge, (d’accordo Renzi e Berlusconi) che trascura totalmente le ragioni della bocciatura della legge precedente.
Da ricordare che i punti principali della bocciatura da parte della Corte erano: eccessivo premio di maggioranza alla coalizione o partito che riceve più voti e l’assenza di un quorum da raggiungere per acquisire tale premio; l’altro punto bocciato l’assenza della possibilità di esprimere il voto di preferenza.
Ora la proposta avanzata, al momento, mantiene come la precedente questi punti contestati . E’ molto probabile che vi siano ancora i presupposti della incostituzionalità.
E’ un errore oppure è una scelta? Con quali obiettivi?
La furbata di “sottoporre alla Corte costituzionale” il testo per verificarne la costituzionalità, prima dell’approvazione definitiva, appare un tentativo per mascherare alcuni errori attribuendo agli altri , nel caso specifico la Corte Costituzionale, le responsabilità di quelle modifiche che non si è stati in grado di raggiungere per accordo tra Pd e Forza Italia e altri partiti in modo tale da rendere più spedito il lavoro del Parlamento .
Che vi siano resistenze e tentativi di modificare il testo della legge elettorale con posizioni che produrranno lacerazioni nella maggioranza di governo è molto probabile. Resta l’incognita del testo finale.
La stessa cosa accade, con reazioni trasversali, sulla riforma del titolo V e in particolare sulla riforma del Senato della Repubblica Italiana.
Anche in questo caso sostenere l’elezione indiretta valorizzando le regioni, i suoi uomini e donne, proprio nella fase di maggiore discredito, delle regioni stesse, per fatti di corruzione, di spreco e di abuso, discredito dal quale sono pochissimi i casi da salvare è, di fatto, un aiuto a chi si contrappone alla proposta. La questione viene vissuta come una lite all’interno dei partiti che hanno sottoscritto il patto, patto che sembra sempre più indebolito e che difficilmente raggiungerà l’obiettivo della riforma con i consensi necessari per evitare il ricorso al referendum.
Anche in questo caso, oltre alle argomentazioni delle parti, c’è una sorta di rivincita nei confronti dei “capi” , che si sono contornati di persone “ appena arrivate” che hanno provocato reazioni, più o meno motivate, ma che sono del tipo ma chi è quello li. E noi che siamo qui da anni……., leggi Fitto, Brunetta, e altri per l’arrivo di Toti o della fidanzata di Berlusconi, mentre nel Pd l’avanzata di giovani donne e uomini incontra la resistenza di chi ritiene di avere basi politiche ed esperienza amministrativa e di governo e di tutti quei meccanismi di gestione dei rami del Parlamento, che i nuovi non hanno.
Gli oltre 7 mila emendamenti per la discussione sulle riforme presentati al senato stanno a dimostrare quanto sia difficile governare, nonostante maggioranze consistenti sia alla camera sia al Senato.
L’ altro esempio riguarda l’Europa, anche in questo caso le forzature del “ci penso io” incontrano ostacoli, vedi caso Mogherini. Le reazioni nei confronti di chi pensa di “incantare tutti, producono contrarietà anche in Europa. . Sarà difficile il cammino e non basta un “uomo solo al comando” per coprire i limiti di altri se i limiti ci sono.
Un problema serio per le riforme, per la crescita e lo sviluppo, per tutti i provvedimenti che sono a mezza strada e che non vengono resi operativi. L’ingorgo c’è già e colpisce quei provvedimenti da tutti dichiarati, a parole, come indispensabili per la ripresa, in primo luogo quelli per il lavoro.
I tempi brevi per vedere risultati sui temi del lavoro, della competitività delle imprese italiane nel mondo, per ridurre il numero di coloro che sono senza lavoro e per coloro che sono in condizione di povertà grave, non si intravedono ed è un grave danno per tutti.
Il presidente del Consiglio ha suscitato molte attese che, nell’interesse degli italiani e del Paese, è auspicabile siano soddisfatte. Ciò che invece appare sempre più evidente a tutti è la complessità di governare una fase molto difficile. Chi pensa o pensava di essere l’unico in grado di risolvere le questioni del Paese, sconfiggendo tutti coloro che hanno interessi particolari e che traggono vantaggi da una situazione come l’attuale, rischia di essere “azzoppato” in Italia e in Europa.
Ridurre tutto al dispetto personale sarebbe da ingenui, ma che si utilizzino tutti i mezzi perché anche il tentativo del giovane “Presidente” sia ridimensionato o sconfitto è di tutta evidenza.
Il punto è che cosa accadrà in Italia nei prossimi 6 mesi considerato che il semestre europeo e un tempo troppo breve per determinare alcune grandi scelte .
Il rischio è che avanzi l’idea di altre elezioni politiche per rinviare ancora tutto. Avrebbe vinto ancora una volta Il reparto frenatori, o sabotatori, con l’aiuto del capo treno che ha sottovalutato la complessità del percorso. In pochi anni il capotreno è stato cambiato con ritmi elevatissimi e con l’accumulo di gravissimi ritardi, tutto questo contribuisce a dare dell’Italia una percezione da Paese inaffidabile. Sarebbe oltremodo dannosa un’altra mazzata.
Se dovessi sbagliare analisi e conclusioni sarei profondamente contento e spero si debbano leggere e vivere i risultati sperati, “ma pensare male , con tutto quel che segue”.
Lucca, 18 luglio 2014