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Italia Unica: attenzione non inerte

di Paolo Razzuoli

Corado Passera:
"Partiamo da due domande fondamentali. Si può davvero rimettere in moto l’economia e l’occupazione? E si può davvero far funzionare la democrazia in Italia"?

Ieri, 14 giugno, ero fra i circa mille intervenuti agli Studios di via Tiburtina a Roma, per "Una giornata Unica", convention di Italia Unica, fondata da Corrado Passera.

Mosso primariamente dall'interesse per tutto cio' che si muove nell'area riconducibile al Ppe, ho voluto verificare di prima mano i tratti di un progetto stimolato da una figura di indubbia esperienza, sicuramente consapevole della forte necessita' di rinnovamento della societa' italiana e, di conseguenza, dell'offerta politica e della capacita' di governo.

L'incontro di ieri ha voluto rappresentare un primo momento di sintesi e di elaborazione politico-programmatica, a conclusione di un "viaggio", articolato in una trentina di tappe sull'intero territorio nazionale, nel quale e' stato sviluppato un confronto politico-programmatico attorno ai fondamentali temi dell'attualita' politico-sociale del Paese. Un viaggio iniziato proprio a Lucca, nello scorso febbraio.

Ieri e' stato chiaramente detto che il progetto approdera' alla costituzione di un partito: percorso che dovrebbe concludersi in autunno. Obiettivo in verita' assai coraggioso, posto che un movimento ed un partito sono strumenti profondamente diversi.

Le cose sono quindi molto complicate, e ci vorrebbe la sfera di cristallo per prevedere l'esito del progetto.
Difficolta' ben presenti al promotore che, nel suo intervento, ha lucidamente tracciato un'accurata analisi dell'attuale contesto, individuando nel contempo le istanze da intercettare su cui costruire il necessario consenso elettorale.

Una possibilita' che oggi appare quasi fantasiosa, posto lo straordinario consenso di Renzi, ma che potrebbe risultare meno irrealistica, ove si esaminino seriamente gli atteggiamenti del corpo elettorale, e si provi a sottoporre a valutazione oggettiva l'azione sin qui svolta concretamente dal Governo Renzi, certamente senza alcuna prevenzione, ma nemmeno senza lasciarsi imbambolare dalla straordinaria capacita' di autopromozione sapientemente orchestrata.
Per quanto mi riguarda, come ho scritto anche tante volte, ben venga Renzi se realmente riesce a realizzare cio' di cui il Paese ha bisogno. Giacche' pero' "pensare" non va identificato con "gufare", (Ormai basta avanzare qualche dubbio per essere annoverati fra i gufatori), mentre vanno a Renzi ed al suo Governo i migliori auguri di successo non posso certo sottacere dubbi e perplessita' su molti provvedimenti, a partire dai famosi 80 Euro, sicuramente utili elettoralmente, forse anche utili per dare un po' di fiato a qualcuno anche se i piu' poveri non li hanno avuti, ma non certo in linea con la strategia riformatrice di cui l'Italia ha bisogno.

Il tax-day di domani 16 giugno, mi pare la dica lunga sul fatto che al di la' delle parole qualcosa non funziona; e sempre a proposito di tasse, nell'ultimo consiglio dei Ministri, di cui si e' tanto sbandierata la riforma della Pa, si tace che e' stato previsto l'aumento del bollo auto sino al 12%.

Portando nuovamente il focus sull'ambito piu' propriamente politico, occorre ritornare su un'anomalia italiana che, prima o ppoi, speriamo possa essere sanata. Mi riferisco ad un sistema con credibili alternative di governo, che si fronteggino su temi veri e non con insulti e reciproche delegittimazioni.
Come ha detto anche Passera, una vera democrazia europea moderna funziona se le sue due gambe (quella socialdemocratica e quella liberal-popolare) funzionano.
Il Pd di Renzi si e' ormai posizionato sul Pse, in tal modo sciogliendo per quel partito un equivoco lasciato sinora irrisolto.
L'area liberal-popolare vive in Italia un momento di eccezionale confusione, posto il fallimento ed ormai irreversibile declino del berlusconismo, e l'ormai acclarata o inadeguatezza o consunzione per "gerontocrazia politica" degli altri cespugli sopravvissuti in quell'area.

Sono convinto che quell'area potra' rifiorire solo se sara' interpretata da un personale politico completamente nuovo, provvisto di un bagaglio culturale moderno, non confuso con questi decenni di corruzione, intrighi e trasformismi che hanno pericolosamente allontanato i cittadini dalla politica e dalle istituzioni.

In questo senso un segnale chiarissimo e' venuto dall'ultima tornata elettorale, anche nella dimensione amministrativa, a cui hanno partecipato circa un italiano su due.
Un dato che deve far riflettere e che e' riconducibile, sicuramente in parte alla diffusa sfiducia nella politica, ma anche alla particolare condizione dell'offerta politica.
Il Pd, con il 40,8% ha preso un milione di voti in meno di quanti ne abbia preso nel 2008 con la candidatura Veltroni. Credo non sia peccato rilevare che Renzi a giocato come si dice "a porta vuota", per la mancanza di alternative credibili: i competitori, infatti, o erano proposte ormai giunte al crepuscolo come gia' ricordato, vedi Forza Italia, o esprimevano isteriche e rabbiose istanze prive di sbocchi politici, vedi movimento cinque stelle, o un pericoloso e populistico antieuropeismo (quello leghista), che trascinerebbe l'Italia in un abisso senza fondo.

E' interesse della democrazia italiana che unarea, quella liberal-popolare, riesca a riorganizzarsi per giocare la sua partita, al pari di grandi Paesi dell'Unione Europea.
E credo che debba farlo mediante una ampia mobilitazione di energie, capaci di costituire la linfa vitale di qualcosa di profondamente alternativo a cio' che abbiamo visto nell'ultimo ventennio. Infatti, se si pensasse ad un altro partito-persona, il progetto andrebbe incontro ad un sicuro fallimento.
Consapevolezza questa ben presente a Corrado Passera, che nel suo intervento ha riservato una attenta sottolineatura del problema.

Penso pertanto che il progetto meriti di essere seguito, non con la italica attitudine ad attendere per vedere "come vanno le cose", ma con la volonta' di seguirlo attivamente, cercando per quanto possibile di contribuire a plasmarlo, pronti ad accoglierlo in presenza delle necessarie condizioni, cosi' come ad abbandonarlo se verranno meno i necessari presupposti.

Capire quindi anzitutto. Per questo Propongo ai lettori di Fucinaidee i documenti che sono stati presentati nell'incontro di i ieri, e che costituiscono punti di partenza del "cantiere" avviato per costruire l'edificio del nuovo soggetto politico.
Aggiungo anche il contributo che ho ritenuto di proporre all'avvio di questo cantiere.

Per approfondire

Lucca, 15 giugno 2014

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