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Il rapporto Istat 2014.
Famiglie sempre piu' povere, nascite al minimo storico e giovani che emigrano.

a cura di Paolo Razzuoli

Oggi 28 maggio, nella Sala della Regina di Montecitorio, e' stato presentato il rapporto Istat 2014: il documento che il nostro Istituto di Statistica propone ogni anno, con cui fotografa lo stato della societa' italiana.

Cosa emerge in sintesi dal rapporto?

Emerge un'Italia dove i giovani non riescono a inserirsi nel mercato del lavoro e scelgono Regno Unito, Germania e Svizzera per crearsi un futuro. Un Paese che prevede per quest'anno un aumento del Pil dello 0,6% in termini reali, in cui le famiglie tagliano la spesa per i consumi. Un'Italia che stenta ad attrarre investimenti esteri, che destina a Ricerca e sviluppo una quota del prodotto interno lordo distante dall'obiettivo fissato da Europa 2020.

Emerge un Paese che soffre, ancora piantato nelle sabbie mobili, che non riesce a guardare al futuro perché chi del futuro dovrebbe essere protagonista se ne va. Ci sono infatti gli oltre 26 mila italiani di 15-34 anni che nel 2012 hanno lasciato l'Italia, 10 mila in più rispetto al 2008, meno di quanti ne sono rientrati (in 5 anni sono andati via quasi 100 mila giovani).
Ci sono anche quei figli che, dopo essere usciti di casa, ci hanno fatto ritorno.

dal rapporto emerge quella spesa delle famiglie di lavoratori autonomi e di operai, specie di quelle monoreddito e con un elevato numero di componenti, che nel 2011 e nel 2012 si è ridotta in misura marcata. La crisi persiste e pesa sulla salute, con un italiano su dieci che rinuncia alle cure (l'indicatore di povertà assoluta, stabile fino al 2011, sale di ben 2,3 punti percentuali nel 2012, attestandosi all'8% della popolazione).

Emerge poi il (nuovo) minimo storico per le nascite da quasi vent'anni: nel 2013 si stima che saranno iscritti all'anagrafe poco meno di 515mila bambini, 12mila in meno «rispetto al minimo storico registrato nel 1995».

Dal documento emerge ancora una volta la drammatica emergenza dell'assenza di lavoro. Nel 2013 l'occupazione è diminuita di 478mila unità (-2,1% rispetto al 2012): è il calo più elevato dall'inizio della crisi. Contemporaneamente, il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere, dal 10,7% del 2012 al 12,2%). Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato nei primi tre mesi dell'anno attorno a quota 12,7% (ultimo dato destagionalizzato relativo a marzo). Le prospettive occupazionali sono in miglioramento per la manifattura, e in linea con la media di lungo periodo, mentre permangono sotto questa soglia nelle costruzioni e, in misura più significativa, nel settore dei servizi.

Insomma, emerge dal documento la fotografia di un Paese ripiegato su se stesso, avvitato in una profonda crisi economica e di fiducia, una condizione che consiglia ad un numero sempre crescente di giovani di cercare altrove l'opportunita' di crearsi un futuro.

Un Paese che sembra aver smarrito quello slancio e quell'orgoglio che pur ancora possiede nelle sue migliori componenti, e che in tempi non molto lontani ha saputo disegnare una straordinaria stagione di sviluppo economico e civile e che ancora, come indica anche il rapporto, possiede potenzialita' su cui puntare.

Uno scenario di grande complessita', che mettera' ad una dura prova chi, ammesso che vi sia, vorra' seriamente ed al di la' di slogan e di retorica, intraprendere la strada di una seria azione riformatrice, condizione necessaria per sperare di invertire la rotta.

Azione resa ancor piu' difficile dalla circostanza che e' una mentalita' che dobbiamo cambiare, e' una visione delle cose che dobbiamo superare, e' uno sforzo che dobbiamo fare per andare oltre orizzonti individualistici o di corporazione, in favore di una nuova identita' di nazione attorno a cui dobbiamo ritrovarci.
Impegno di grandi dimensioni e che chiama in causa tutti: si sa che le crisi culturali e di identita' sono le piu' difficili da superare.

Per chi volesse approfondire il rapporto, riporto i link per scaricarlo direttamente dal sito dell'Istat. I files sono in formato pdf.

Lucca, 28 maggio 2014

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