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Non lasciamoci ingannare dalle false verita' sull'europa.
All'auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, presentato il nuovo libro di Lorenzo Bini Smaghi

di Paolo Razzuoli

Nella splendida cornice dell'auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca e' stato presentato, nell'odierno pomeriggio (22 aprile), l'ultimo lavoro del celebre economista Lorenzo Bini Smaghi, dal titolo "33 FALSE VERITA' SULL'EUROPA" (IL MULINO, PP. 188, EURO 14,00).

Alla presenza di un folto e qualificato pubblico, gli onori di casa sono stati fatti dall'Avvocato Alberto Del Carlo, presidente della fondazione Banca del Monte di Lucca.
Erano presenti gli inviati di molti organi di informazione, unitamente a rappresentanti delle istituzioni, fra cui il sindaco del Comune di Lucca, Alessandro Tambellini, ed il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli.

Nel suo intervento di saluto e di introduzione, l'Avvocato Del Carlo ha tracciato una sintesi del cammino fatto dall'Europa dal secondo dopoguerra ad oggi, sottolineando come le nuove politiche sviluppatesi da allora abbiano consentito, per lo meno per i Paesi che ad esse hanno aderito, un periodo di prosperita' e di pace mai vissuto sino ad ora.

Il Prof. Bini Smaghi, con un linguaggio avulso da tecnicismi e con uno stile fluido e piacevole, ha illustrato il contenuto della sua ultima fatica, che vuole essere un contributo a sfatare le bugie che vengono diffuse, non solo dalla politica, sull'europa, sulle sue scelte e sulle sue istituzioni, e che stanno facendo presa su sempre piu' ampi strati dell'opinione pubblica.
False verita', come le chiama, che prevalentemente nascono dalla volonta' di sviare l'opinione pubblica da una verita' tanto scomoda quanto complessa e per noi drammatica: si vuole subdolamente scaricare sull'Europa la responsabilita' di una situazione derivante dalla nostra incapacita' di compiere le scelte che altri Paesi hanno gia' fatto, e che ora si trovano in condizioni generali ben migliori delle nostre.

In particolare, Bini Smaghi ha sottolineato il tema del lavoro e della crescita: se non si affrontera' con serieta' il tema del costo del lavoro e della competitivita' del "sistema paese", ha in sintesi detto, l'Italia non potra' uscire dalla spirale di declino in cui si e' avvitata.

Nell'intervento, la dimensione economica e' stata coniugata con un respiro di ampio spessore politico, da cui e' emerso il chiaro messaggio che il futuro del nostro continente molto dipendera' dalla capacita' dei suoi paesi di saper costruire politiche sempre piu' coese.
Un salto di qualita' che solo si potra' fare se l'Europa sara' sempre piu' "comunitaria" e sempre meno "intergovernativa".

Concluso l'intervento del Prof. Bini smaghi, si e' sviluppato un dibattito che ha consentito di approfondire vari aspetti della tematica del volume, contribuendo a vivacizzare un evento felicemente offerto alla citta' dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca.

Vengo ora al volume, riprendendo una sintesi dal sito dell'Ansa.

"Le "false verità sull'Europa" che stanno facendo presa su vasti strati di opinione pubblica, incrinando anche le più tenaci convinzioni europeiste, sono molte di più, ma Lorenzo Bini Smaghi - dal 2005 al 2011 membro del direttorio della Bce - ha scelto di smontarne 33, ribaltando tesi che vengono date per assodate, "ma che in realtà si basano su ipotesi parziali o presupposti falsi".
A un mese dalle elezioni europee, il libro contrasta la strategia di colpevolizzazione dell'Europa, che fa di Bruxelles il "capro espiatorio ideale" per sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dalle responsabilità dei governi nazionali.
In 188 pagine, divise in 33 capitoli, uno per ogni "falsa verità", Lorenzo Bini Smaghi offre argomenti e risposte per sostenere e difendere il processo di integrazione europea, senza necessariamente assolvere l'Europa da limiti e colpevoli ritardi, ma senza nemmeno tacere quelli degli stati che ne fanno parte.
Bini Smaghi smaschera le false verità che si sono diffuse in questi ultimi anni soprattutto nel campo economico prendendo di mira in particolare l'euro, le politiche di austerità e i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles.

Ma è proprio vero che la moneta unica ha tolto sovranità agli Stati e che uscendo dall'euro il paese può crescere di più?
Snocciolando cifre, statistiche e fatti, Bini Smaghi dimostra che i problemi che hanno accompagnato in Italia il passaggio dalla lira all'euro non sono stati determinati dalla moneta unica in sè, ma dai comportamenti degli operatori economici italiani, sia pubblici che privati, che non si sono adeguati alle esigenze di un'area monetaria integrata. "..la partecipazione all'euro è un problema per chi ha la tendenza a vivere al di sopra dei propri mezzi e non riesce a rivedere le proprie aspettative o a incrementare il potenziale di crescita attraverso riforme strutturali", motiva Bini Smaghi. Imputare all'euro gli squilibri che si sono accumulati per effetto dell'integrazione monetaria "sarebbe come dire che le autostrade sono responsabili degli incidenti perché consentono di guidare più velocemente".

Bini Smaghi contesta anche l'immagine di un'Europa che impone solo austerità. E lo fa con rigore analitico e argomenti convincenti, pur rilevando che "puntare il dito contro l'Europa per le colpe dell'austerità comunque funziona". L'austerità - argomenta - non è imposta dall'Europa, "ma decisa dai governi che aspettano fino al momento in cui stanno per perdere la fiducia dei mercati per adottare le misure di risanamento delle finanze pubbliche". E' quindi figlia del paradosso dei sistemi democratici che, sotto pressione, "preferiscono tirare la cinghia invece di rimettere in discussione il funzionamento del proprio sistema economico e sociale".

Bini Smaghi contesta anche chi si scaglia contro il fiscal compact perché imponendo una riduzione annua del debito pubblico, strozzerebbe l'economia dei paesi più fortemente indebitati come l'Italia. In quattro paginette fitte di cifre e percentuali, l'economista dimostra che il fiscal compact "non è uno strumento rigido che imbriglia le politiche economiche". Al contrario: contiene clausole di salvaguardia dei paesi più indebitati e quindi più vulnerabili e può essere propedeutico ad una maggiore mutualizzazione delle finanze pubbliche dei paesi europei (eurobond). "L'Europa che abbiamo di fronte oggi è ben lontana dalle aspirazioni dei cittadini. E' però un'illusione pensare che le sfide della globalizzazione possano essere affrontate meglio dai singoli paesi europei, ciascuno per conto proprio", è la conclusione di Bini Smaghi. "Il destino dell'Europa si gioca nei prossimi anni in gran parte a Roma", sottolinea, ricordandoci che l'Italia e' troppo grande per fallire da sola ma anche troppo grande per essere salvata dal resto del sistema".

Un volume che si legge bene, e che sembra aver centrato l'obiettivo dichiarato dallo stesso autore: quello di rendere accessibile a tutti una materia particolarmente complessa.
Obiettivo certo lodevole, di fronte ad una scadenza elettorale, quella del prossimo 25 maggio, destinata a pesare profondamente sul prossimo destino delle istituzioni europee che, dopo la tornata elettorale, potrebbero vivere una fase particolarmente complessa.

L'Italia ha responsabilita' di primaria grandezza, sia per la funzione che ha nel contesto europeo, come sopra accennato, sia perche' ad essa spetta la responsabilita' di inaugurare come presidente di turno la nuova legislatura.

La storia del cammino delle istituzioni europee e' punteggiata di momenti di avanzamento e di altri di stasi o anche di arretramento.
I momenti di maggior slancio sono stati di sovente generati da momenti di crisi. E' da augurarsi che anche le attuali difficolta' possano generare una nuova consapevolezza e un nuovo slancio.
Per questo pero' e' indispensabile che i populismi e la cieca demagogia non prevalgano. Il volume di Bini Smaghi - di cui raccomando la lettura - potra' certo aiutare. E' comunque necessario l'impegno di tutti coloro che hanno una visione razionale e seria della situazione, e che non si fanno ingannare dalle false sirene dei giullari di turno.

Lucca, 22 aprile 2014

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